Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Zagora, 6 Ottobre. La seconda Tappa del OiLibya Rally del Marocco porta i Concorrenti sulle piste dell’”Anello della Draa”, con la Speciale di 224 chilometri, le prime dune e alcuni passaggi che gli organizzatori si limitano a definire “complicati”. Quando si parla di “complicato”, nei Rally Raid, vuol dire almeno “difficile”, ma può facilmente essere “infernale”. Eufemismi a parte, la prima parte è scorrevole su piste sinuose, la seconda più “navigata” su molte tracce parallele nello scenario di una magnifica vallata, che prelude al passaggio di alcuni maestosi cordoni di dune. Il finale è nell’affascinante valle del fiume Draa, tanto bella quanto dura dal punto di vista dei terreni, nella migliore delle ipotesi accidentati. Ecco il quadro, improntato ad un mix di tecnica e di bellezza da togliere il fiato (nei due sensi, metaforico e… fisico).
Nella gara delle moto il leit motiv “nascosto” dalla lotta per il successo è la leadesrship del Campionato del Mondo. Marc Coma ha “abbandonato” l’attività per diventare ministro e organizzatore in seno alla Dakar, e i 70 punti conquistati nei precedenti appuntamenti fino al Sardegna Rally Race non bastano a conferirgli a tavolino il Mondiale. Alle sue spalle bussano forte Quintanilla e Sunderland, che sono separati da due punti. Per Barreda e gli altri l’obiettivo principale resta vincere il Rally. L’inizio di tappa è “compatto”, ma ben presto Toby Price tenta la sortita, parte in fuga e distanzia Sunderland, Quintanilla e Walkner. L’australiano va fortissimo e passa sugli ostacoli con la sicurezza di chi è abituato a correre veloce sui deserti del suo Continente e degli USA, ma l’eccessiva sicurezza lo porta a commettere un errore di navigazione e a vanificare il buon lavoro sin lì svolto. La situazione si rovescia, e al termine della Prova Speciale il vincitore è Sam Sunderland, marziano inafferrabile nel tratto di dune, che precede, nell’ordine, i due maggiori candidati al Titolo iridato, Quintanilla e Walkner.
Barreda è quarto, davanti al compagno di Squadra Gonçalves, sul cui capo grava un errore di navigazione, e al sorprendente Antoine Meo, sabato per la quinta volta Campione del Mondo di Enduro e lunedì al “lavoro” nella per lui nuovissima disciplina. Nonostante una caduta il francese sembra essere entrato perfettamente in partita. Botturi, dopo il bel gesto della prima tappa, torna nella top ten, Toby Price ne esce, Pedrero è ammirevole pur con una moto non ancora al top delle prestazioni pure, e Cerutti incorre in una sanzione per… eccesso di velocità e, perso nel letto della Draa, trascina anche Ceci nel suo errore, per fortuna veniale ed entrambi mantengono una posizione onorevole. Brutta caduta per Ivan Cervantes, a metà della Speciale appena uscito dalla zona di dune. Il catalano “cappotta”, rimedia una botta alla schiena da controllare ai raggi e passa nelle mani di uno dei “giustaossi” che seguono il Rally. Ceci si è fermato a soccorrere il fuoriclasse spagnolo.
Sunderland passa al comando del Rally scavalcando Barreda al quale infligge ora due minuti di vantaggio, Quintanilla e Walkner seguono a ruota. Barreda scende dal “trono” provvisorio, ma sarà favorito dall’ordine di partenza nella tappa successiva, la terza e, sulla carta, la più “molle” (vuol dire sabbiosa).
Carlos Sainz vince la seconda tappa del Rally del Marocco e regala la prima vittoria alla 2008 DKR16, ma più ancora come precisa lo spagnolo, alla Squadra che l’ha costruita e a Peugeot che ha promosso un’operazione per certi versi senza precedenti
La gara delle auto va un bilancio intermedio, a due quinti del Rally, che cambia molte cose e registra un evento che va oltre la scrittura di un risultato. Carlos Sainz vince la seconda tappa del Rally del Marocco e regala la prima vittoria alla 2008 DKR16, ma più ancora come precisa lo spagnolo, alla Squadra che l’ha costruita e a Peugeot che ha promosso un’operazione per certi versi senza precedenti. Slancio di modestia ispirato da un’evidente, totale felicità. Sainz parte subito forte, e sin dai primi chilometri trascrive sulla pista l’eccitante trasformazione del suo umore, almeno “grigio” all’uscita della prima Speciale del Rally. Quella foratura ha interrotto una traiettoria, lasciato in sospeso un certo discorso, che deve essere chiarito e concluso al più presto, e la seconda tappa diventa l’ideale prosecuzione della prima. Al primo CP dell’ottantesimo chilometro la 2008 DKR16 ha un minuto di vantaggio sulla Mini di Al-Attiyah, il margine raddoppia nel tratto successivo fino al CP2, e la situazione si stabilizza fino alla fine della Prova. Il passaggio tra le fotocellule registra, e in un lampo distribuisce all’affamata rete mondiale, la prima vittoria della Peugeot 2008 DKR16 in una tappa del Campionato del Mondo. Lo spettacolo è allo stato dell’arte. Due Formula 1 in un tunnel di polvere, praticamente affiancate e lanciate a plafond, due Campioni leggendari che hanno entrambi votato la loro vita alla passione per le corse, e due concezioni tecniche opposte finalmente alla sbarra della verità. Scusate se l’entusiasmo fa traboccare la retorica, ma se le cose stanno come suggerisce la seconda tappa del Rally del Marocco, qui siamo a una svolta, a un bivio “storico”.
Le Toyota di Giniel de Villiers e Yazeed Al Rajhi, il sudafricano meglio del saudita e in mezzo anche il bravo e “incolpevole”, simpatico Erik Van Loon, sono inesorabilmente indietro, staccate e schiacciate dal ritmo insostenibile dei fuggiaschi in testa alla corsa e relegate in una sorta di Serie B nella graduatoria del giorno.
La tappa era completa dal punto di vista tecnico. Veloce, duro, sabbia, accidentato, e maledetto, letto di fiume in secca. Mancavano la grandi dune, che a detta dei tracciatori aspettano al varco i Concorrenti nella terza tappa, e le grandi distanze che sono “privilegio” esclusivo della Dakar, ma il “test” che include la quasi completa gamma di situazioni che si presentano nei Rally Raid “valida” il primo verdetto: da questo momento è Peugeot contro Mini, e il Rally si eleva di un quanto sotto il profilo tecnico e agonistico.
L’avvocato delle Mini dirà che Al-Attiyah, uno dei più completi e fenomenali interpreti del Rally Raid, è rimasto intrappolato per vari chilometri nella polvere dell’arrancante Vasilyev, e il collega che rappresenta Peugeot porterà a testimone il sesto posto di Sébastien Loeb, che è partito dalla 19ma posizione e ha sparato la DKR+ Evolution oltre il muro di “fermi” che ingombravano l’autostrada virtuale creata dal nove volte Campione del Mondo WRC.
Va bene, il confronto diretto diventa lo strillo della terza tappa. Sainz e Al-Attiyah, ora primo e secondo in generale divisi da un minuto e mezzo, partiranno per primi, l’orizzonte del deserto sgombro davanti ai rispettivi parabrezza. Non si fermeranno certo ad ascoltare la richiesta di aspettarli di Al Rajhi e Vasilyev. E a che serve che il “Matador” e il “Principe del Qatar” si fermino dieci minuti in attesa? Forse che in dieci minuti gli inseguitori potrebbero azzerare un gap tecnico che, oggi almeno, appare incolmabile?
Classifica provvisoria della 2nda tappa
1 SAINZ Carlos (ESP) in 02:13:48
2 AL ATTIYAH Nasser (QAT) at 00:01:49
3 DE VILLIERS Giniel (ZAF) at 00:08:11
4 VAN LOON Erik (HOL) at 00:08:36
5 AL RAJHI Yazeed (SAU) at 00:10:16
6 LOEB Sébastien (FRA) at 00:10:30
7 VASILYEV Vladimir (RUS) at 00:11:33
8 POULTER Leeroy Norman (FRA) at 00:14:00
9 HIRVONEN Mikko (FIN) at 00:15:23
10 ZAPLETAL Miroslav (RTC) at 00:17:04
Classifica generale
1 SAINZ Carlos in 05:29:27
2 AL ATTIYAH Nasser at 00:01:24
3 AL RAJHI Yazeed at 00:08:13
4 VASILYEV Vladimir at 00:09:47
7 VAN LOON Erik at 00:17:14
6 DE VILLIERS Giniel at 00:18:20
5 POULTER Leeroy norma at 00:18:26
8 DIAS POREM Ricardo at 00:26:02
12 ZAPLETAL Miroslav at 00:29:23
10 HIRVONEN Mikko at 00:30:16