Mondiale Raid. Pharaons Rally. La prima volta di Salvatierra e Yazeed Al Rajhi

Mondiale Raid. Pharaons Rally. La prima volta di Salvatierra e Yazeed Al Rajhi
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L’affascinante scenario dell’Egitto alle spalle del primo successo Mondiale del Pilota Boliviano e dell’Equipaggio Saudita. Quarto posto per Stefano Chiussi. Rally in tono minore per un incrocio di cause scellerate | <i>P. Batini</i>
26 maggio 2014

Il Cairo, 25 Maggio. Juan Carlos Salvatierra, SpeedBrain 450 Rally, è il vincitore del Pharaons Internarional Cross-Country Rally, terza prova del Campionato del Mondo FIM. Il simpatico e allegro pilota boliviano, che ha già vinto il Mondiale nella classe Open nel 2013 con Honda e SpeedBrain, aggiunge così nel suo record personale il primo successo assoluto in un Rally Mondiale. Il podio della gara delle moto si completa con il secondo posto del venezuelano Nicolas Cardona, in sella ad una Yamaha WR450F, ed il terzo del polacco Rafal Sonik, che si aggiudica anche la speciale classifica dei Quad con uno Yamaha Raptor.

La gara auto

La gara delle auto, più ricca di tensione agonistica e di colpi di scena, è stata invece appannaggio dell’Equipaggio Toyota HiLux del Team Overdrive composto dal saudita Yazeed Al Rajhi e dal tedesco Timo Gottschalk, che ha preceduto le Mini All4 Racing di Nasser Al-Attyiah e dell’olandese Eric Van Loon.

La gara delle auto ha preso un corso anomalo sin dalla prima delle cinque tappe in programma, quando il Principe del Qatar si è perso sul percorso desertico della El Gouna-Luxor costringendosi ad un inseguimento che non è riuscito a completare per altri imprevisti incontrati lungo le successive tappe. Nel finale, inoltre, nella sezione conclusiva che portava i concorrenti dall’Oasi di Baharyia al podio delle piramidi di Giza al Cairo, un guasto alla trasmissione posteriore di un’altra Toyota Overdrive ha impedito agli ex motociclisti polacchi Marek Dabrowski e Jacek Czachor di conquistare quello che sembrava un logico terzo posto. Con il quarto posto ottenuto proprio nel rocambolesco finale, l’equipaggio della Mini russa di Vladimir Vassilyev e Kostantin Zhiltsov conserva la leadership della Coppa del Mondo delle auto. Un solo italiano all’arrivo del Cairo, Umberto Fiori che era il “navigatore” del giapponese Hamaguchi Keiko nel cockpit di un’altra Toyota, decima al traguardo.

La gara delle auto ha preso un corso anomalo sin dalla prima delle cinque tappe in programma, quando il Principe del Qatar si è perso sul percorso desertico della El Gouna-Luxor costringendosi ad un inseguimento che non è riuscito a completare per altri imprevisti incontrati lungo le successive tappe

La gara moto

Più regolare e senza particolari scosse la gara delle moto, vinta da Juan Carlos “Chavo” Salvatierra. Il boliviano ha infatti vinto consecutivamente le prime tre tappe del Rally, ha quindi concesso al principale avversario, Nicolas Cardona, la quarta, e vincendo ancora la quinta e conclusiva frazione, ha corso e si è presentato in solitaria sul podio, accumulando più di tre quarti d’ora di vantaggio sul venezuelano. Sul tenore generale della gara la dice lunga il risultato del primo Quad, il Raptor del polacco Rafal Sonik, che ha combattuto ad armi quasi pari con i più veloci motociclisti. Il terzo posto di Sonik è strabiliante, ma è soprattutto un risultato che, in mancanza di avversari, è per al polacco la garanzia di aver fatto un passo importantissimo nella corsa al Mondiale delle piccole quattro ruote. Non proprio a gratificare l’orgoglio dell’eccentrico Pilota polacco va la sensazione che la sua “solitudine” non fosse proprio casuale.

Percentualmente numerosa la partecipazione italiana alla gara delle moto. Il migliore di questi al traguardo del Cairo è Stefano Chiussi, KTM EXC 500. Sesto assoluto è Stefano Turchi con una gloriosa KTM 690 Rally, ormai buona solo per la Open Class, e Paolo Sabbatucci, con una Yamaha WR450F del Team di Franco Picco, è settimo.

Più regolare e senza particolari scosse la gara delle moto, vinta da Juan Carlos “Chavo” Salvatierra. Il boliviano ha infatti vinto consecutivamente le prime tre tappe del Rally, ha quindi concesso al principale avversario, Nicolas Cardona, la quarta, e vincendo ancora la quinta e conclusiva frazione, ha corso e si è presentato in solitaria sul podio


Dal Mar Rosso ai templi di Luxor, dai passaggi nelle oasi mitiche del deserto egiziano e della storia dei Rally, quali Dakla e Baharyia, agli sfondi mozzafiato del Deserto Bianco, dalla Dune vertiginose sull’orizzonte di Siwa alla vallata del Nilo e fino alle Piramidi, il Faraoni è sempre stato uno degli eventi più belli e affascinanti della storia dei Grandi Rally. Quest’anno il Rally, che pur essendo passato nelle mani degli organizzatori egiziani conserva la matrice italiana del grande lavoro di Daniele Cotto, ha portato in banchina uno dei carichi più difficili della sua storia. Pochi concorrenti e ancor meno Campioni.

Tra annullamenti e conferme

Dopo il rinvio e l’annullamento dell’edizione 2013, quest’anno a mettere i bastoni tra le ruote del Rally di JVD International è intervenuto un vero e proprio, micidiale cocktail dissuasore. Alla ormai perenne situazione di incertezza politica, che è la peggiore, per quanto poco motivata, propaganda per la sicurezza della manifestazione, si sono aggiunti il “cartello” dei Big del Mondiale, che hanno deciso all’unanimità di saltare la prova e, direi soprattutto, la sbagliata collocazione della data nel calendario Mondiale. La Federazione Motociclistica Internazionale ha voluto, infatti, comprimere quattro prove in un arco temporale di due mesi. Sono troppe in così poco tempo per dare la possibilità ai concorrenti di partecipare a tutte queste, e con i tempi che corrono qualcuno ci doveva lasciare la penne.

Nulla di cambiato nella provvisoria del Mondiale. Joan Barreda, Marc Coma e Paulo Gonçalves restano separati da una manciata di punti, quattro. E ora il Mondiale torna, a quanto pare in splendida forma, tra meno di tre settimane in Sardegna. Al Sardegna Rally Race vedremo di nuovo in azione, secondo una consuetudine ormai consolidata del Rally di Bike Village, tutti i più grandi fuoriclasse della stupenda disciplina dei Rally Raid. E il Mondiale tornerà ad avere un senso.

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