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Rappresentanti dell’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici (ANIA) e di Adiconsum (associazione in difesa dei consumatori) sono stati ricevuti per un’audizione alla commissione finanze della Camera dei deputati a proposito del disegno di legge di modifica dei premi assicurativi obbligatori RC auto. All’esame del parlamento ci sono le modifiche agli articoli 132-ter e 134 presentate da Andrea Casu (M5S).
Umberto Guidoni, ANIA, ha illustrato come negli ultime sette anni, dal 2021 al 2019, il premio medio si è ridotto del 28,6% attestandosi a 405 euro. Il 50% degli assicurati paga un premio annuale inferiore a 362 euro. Nel frattempo si sono ridotte le differenze fra le diverse aree del paese caratterizzate da differenti sinistrosità: è pur vero che il premio medio a Napoli è di 614 euro contro i 298 di Aosta, ma il divario è in calo.
In un confronto fra i paesi europei si nota come siano soltanto tre quelli in cui si registra una riduzione dell’indice dei prezzi RC dal 2013 al 2018: Grecia (-29,8%), Danimarca (-6,6%) e Italia (-2,4%). Resta il fatto che in Italia paghiamo un premio ancora più elevato rispetto alla media dei paesi europei: era superiore, mediamente, di 208 euro nel 2013 ma lo è ancora di 72 euro nel 2018.
In particolare ANIA rileva come la proposta di modifica della legge attuale (scontistica obbligatoria e agevolazioni su base territoriale) rischi di aumentare le tariffe nelle aree di più bassa incidentalità, dei neo patentati e di coloro che abbiamo provocato anche un solo sinistro negli ultimi due anni. Questo indipendentemente dal fatto se si abbia installato o meno sull’auto la scatola nera a fine antifrode e tariffario.
C’è insomma il rischio, secondo le previsioni dell’istituto che vigila sulle assicurazioni (Ivass), di trovare rincari sulla polizza RC fino al 18%.
ANIA rileva anche come i sinistri a rischio frode nel 2018 siano stati oltre 628.000, il 22% del totale, e che in alcune zone del Meridione si arrivi a picchi del 48%.
Rilevanti sono in questo senso i “sinistri tardivi” (quando la richiesta di risarcimento è presentata poco prima dei due anni di prescrizione): la media nazionale del 4,2% scende a meno del 2% in province come Lecco, Monza, Sondrio, Bergamo e Como, ma sale al 9% di Crotone, Isernia, Salerno e Reggio Calabria per arrivare agli estremi del 15% di Caserta e Napoli.
Adiconsum, di altro avviso sul provvedimento, ha invece apprezzato la proposta di modifica legislativa “volta a ridurre/eliminare le disparità di trattamento esistenti tra residenti in aree diverse del territorio nazionale; creare un’offerta di assicurazione obbligatoria più equa ed equilibrata; far gravare sulle compagnie le differenze di sinistrosità e di efficienza liquidativa. Modifiche che, alla luce di una riforma complessiva del settore, dovrebbero portare alla riduzione delle tariffe Rc auto per i cittadini virtuosi”.
Per migliorare la liquidazione dei sinistri, Adiconsum propone l’introduzione di un tariffario nazionale per le riparazioni dei veicoli che “tenga in considerazione gli standard qualitativi dei centri di riparazione attraverso l’individuazione di tre livelli tariffari. Ciò permetterebbe di conferire maggiore uniformità anche ai costi dei sinistri su scala nazionale”.
Di fatto il superamento della residenza anagrafica quale fattore determinante per il premio annuale di polizza comporterebbe un livellamento delle tariffe e quindi un aggravio per chi abita nelle province virtuose: Adiconsum non dice come affrontare e risolvere la questione.
Ci sembrerebbe più corretto individuare i veri virtuosi, come quelli che non solo non provocano incidenti, ma che anche non li subiscono. O meglio, che non dichiarano di averne subito: sono infatti i tamponamenti inesistenti (ma denunciati e falsamente documentati) a formare la frazione più pesante delle truffe assicurative sopra ricordate.