Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Modena, 7 Ottobre. 100 ore per 100 equipaggi e 1.000 chilometri è un bel guidare. Che diventa magnifico e tremendamente affascinante se sotto i cofani e il sedere vibrano motori e mordono ruote d’altri tempi, se l’asfalto di strade eccellenti porta verso destinazioni e circuiti di cultura, sport e storia finemente selezionati. E pensare che questa è solo una parte del cocktail esclusivo e profumato della Modena 100 Ore, gli altri ingredienti essendo legati ad atmosfere, formule e quel particolare gusto dell’eccellenza che difficilmente può esistere di pari effetto fuori dall’Italia. Canossa Events, che è l’organizzatore discreto di due volte 100 eventi di diversa natura e stessa attenzione, ha sciolto nella pozione magica Modena 100 Ore tutti questi ingredienti, e fatto vivere ai suoi Equipaggi e alle loro automobili storiche, e per cento motivi preziose, la ormai invidiabile formula di un Evento che deborda nell’affetto di appassionati di tutto il Mondo.
Modena 100 Ore si fa partendo dal disegno di un percorso di quattro giorni che unisce altrettanti punti i cospicui d’Italia in un road book di anelli accuratamente studiato. Quest’anno, 21ma edizione dell’evento che si materializza all’alba del millennio, si parte da Milano Marittima e si arriva a Modena. Si passa da Forlì, via Bibbiena e Pratovecchio Stia e attraverso i passi dello Spino e del Muraglione il primo giorno, si sconfina nel Circuito Marco Simoncelli di Misano per il primo dei due extra Grand Prix, mèta a Riccione via Urbino e San Lorenzo In Correggiano, il secondo. Terzo giorno con obiettivo Granducato di Toscana e doppia destinazione: il Circuito del Mugello, altra tornata di prove in pista, e Firenze. Visite, prove e passaggi a Faenza, Imola, il panoramico Monte Faggiola e lo stretto Passo Sambuca. Dopo i fuorigiri e la sferzata sui cordoli da brivido del Mugello, rientro in un’atmosfera ben più speculativa per la cena di gara a Palazzo Vecchio di una Firenze eccezionalmente ospitale. Ultimo giorno, partenza dal Mugello e il tecnico Passo del Giogo, la decima e ultima Speciale della Cornacchiaia, Castelvetro prima dell’epilogo di Piazza Grande, a Modena. Per cento Equipaggi da Brasile e Hong Kong per 18 Nazioni rappresentate è l’epilogo di qualcosa di speciale.
Prove su strada e in pista, 10 Speciali di Regolarità e altrettante in salita, naturalmente chiuse al traffico, lunghi trasferimenti e senzafreni da brivido e avvincenti. Non è vincere o correre velocissimi, è piuttosto godere dell’insieme nel piacere della partecipazione, anche manometro al massimo delle emozioni. Modena Cento Ore è a buon diritto una delle manifestazioni del particolare genere più apprezzate, e la chiave della sua formula vincente è oltre la gara in pista o su strada, oltre le vetture che rappresentano una storia importante delle migliore produzione automobilistica, oltre i luoghi incantati che visita, oltre la possibilità di calarsi nella migliore tradizione e storia italiana, nella migliore ospitalità e - perché no? - nella migliore tradizione gastronomica, un altro degli atout che ha reso celebre questo paese nel Mondo. Non basta il quasi straordinario sole d’Ottobre, beatitudine soprattutto di chi ha corso in Spider, non bastano l’opera di beneficenza o attenzione e piantumazione per far sì che la 100 Ore sia evento a completa compensazione delle emissioni residue di CO2. E allora, direte voi, dov’è ‘sto plus della Modena? Semplice, è in quel qualcosa in più che solo Canossa Events potrebbe svelare e che, pur non conoscendo con precisione, ogni partecipante avverte chiaramente e ha modo di degustare nell’equilibrio degli ingredienti.
Naturamente, Modena 100 Ore è anche Gara, e per quanto si guardino con apparente, disinvolta distanza, classifiche. Tante, perché è difficili mescolare così tanti passi della storia dell’automobilismo, del suo artigianato e della sua industria. Così classi e categorie, premi speciali, onorificenze e riconoscimenti. Per la Competition pre 1965 C/D/E/F, primo l’equipaggio Thomas Kern - Stephan Peyer su Jaguar E-Type del 1964, secondo Stan Novakovic - Christine Novakovic - Leitner su Shelby American Mustang GT 350 del 1966, terzo Mark Freeman - Mike Ellis su AC Shelby Cobra 289 del 1964. Per tutti gli altri, indirizzatevi ai siti della 100 Ore o di Canossa. Invece, per la Competition G/H/I post 1966, primi Kris Rosenberger - Nicola Bleicher (Kris me lo ricordo Team Manager KTM alla Dakar) su Porsche 911 SC Group 4 del 1981, secondi Paolo Marzatico - Federico Ferrari su Porsche 911 Carrera 3.0 RSR del 1975, terzi Glenn Janssens - Wim Decock su Porsche 911 Carrera RS del 1974.
Dal cuore della Motorvalley, ma presto anche da Stati Uniti d’America e Medio Oriente, per il momento è tutto da parte di Modena e Cento Ore e Canossa Eventi.
© Immagini Canossa Events