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Questa volta, se arriva, è davvero la stretta finale. L'umore è di quelli favorevoli e anche Spadafora, lo ha ammesso: si valuta uno stop a tutte le attività anche se all'aria aperta, per i cittadini. Questa misura assolutamente inimmaginabile fino a poche settimane orsono, ci fa piombare vicini al modello cinese. Un approccio rigidissimo, che limita seriamente la libertà di spostamento e mette quasi in ginocchio molte persone che pur non dovendo lavorare o esser parte del sistema sanitario, vedono nello spostamento un fattore essenziale della loro vita.
SPIATI COME NEI FILM. La colpa, di questa misura inedita per la nazione, starebbe nel poco senso civico di alcuni. In pratca, spiegano da Roma, se l'appello a restare a casa non sarà ascoltato (e le sanzioni inflitte crescenti, per i trasgressori, lo dimostrano: 43mila denunce in 1 settimana!) vedremo verosimilmente prossima il divieto completo di attività all'aperto. Sono ancora circa il 40% della popolazione, secondo lo spionaggio fatto sugli smartphone del lombardi, quelli che non rigano dritto. Il futuro di simili controlli fa semplicemente paura, se si arrivasse a tracciare la cittadinanza.
Parlare di mobilità non ha più senso, in questo turbinio infernale, siamo alla immobilità, crolla o quasi un ecosistema sociale ed economico che per certo, questa immobilità NON la potrà tollerare a lungo e accettare, come avvenuto in Cina.
Per ora ci si limita al mondo sportivo, sotto accusa sono ciclisti e runners vari. Il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, dice oggi che si lasciano queste opportunità di muoversi, per lo sport, anche perché lo consigliava la comunità scientifica. Ma se l'appello generale di restare a casa non sarà ascoltato, con i contagi e gli ospedali in trend negativo, anche lo Sport cederà al divieto, assoluto.