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Si è tenuto due giorni fa, presso la sede di Confcommercio Milano, l'evento "La mobilità responsabile in città", promosso da Confcommercio Mobilità e D6 Drive Responsibly. Il focus principale è stato quello di discutere le sfide della sicurezza stradale e della sostenibilità urbana, con particolare attenzione al contesto milanese e al panorama nazionale.
Simonpaolo Buongiardino, Presidente Confcommercio Mobilità e Assomobilità, ha aperto i lavori con l’invito a cambiare. "I numeri dello studio ci dicono che è necessario cambiare alcuni comportamenti alla guida, in particolare in città. I corsi di guida sono una soluzione, senza dimenticare che i metodi più evoluti portano vantaggi anche in termini di consumi». Con l’occasione Buongiardino ha voluto precisare la posizione di Confcommercio nei confronti dell’amministrazione comunale milanese. « È evidente che critichiamo le scelte di amministrazioni comunali puramente ideologiche che introducono solo penalizzazioni, più che premi. Riteniamo che manchino le valutazioni dell’amministrazione sulle reali possibilità di utilizzo da parte del cittadino dei risultati che arrivano da queste scelte imposte. Come Confcommercio non siamo contrari alla pedonalizzazione e alle limitazioni di velocità in certe zone, nemmeno alla riduzione del numero di auto che entrano in città, ma bisogna creare alternative. Non basta vietare perché tutto si sistemi. Va bene ridisegnare la città per sicurezza e fluidificazione, ma bisogna trovare correttivi per renderla possibile, altrimenti diventa solo una penalizzazione”
Paolo Ciuffi, Ceo di D6 Drive Responsibly, e ideatore di un metodo di guida responsabile evoluto in oltre 20 anni, ha sottolineato la sua esperienza che quotidianamente lo vede a contatto con gli automobilisti che partecipano ai suoi corsi. "Dobbiamo intervenire facendo educazione, cambiando la cultura di guida responsabile, portando gli automobilisti a riflettere, perché la strada di per sé non uccide nessuno. È stato fatto molto per infrastrutture e tecnologia, ma per usufruirne è necessario conoscerle. È sufficiente intervenire su piccole nozioni che cambiano subito l’approccio delle persone. Da parte nostra ci stiamo impegnando, e i risultati del nostro metodo sono incoraggianti: ogni giorno mettiamo una persona responsabile in più sulla strada».
Arianna Censi, Assessora alla Mobilità del Comune di Milano, ha voluto esprimere la sua preoccupazione per i risultati dello studio, che coincidono drammaticamente con quelli dell’amministrazione milanese. «Non è sufficiente ridurre il numero degli incidenti, l’obiettivo da raggiungere è zero sinistri e zero morti. Un risultato che dipende dal fondamentale rispetto delle regole. Bisogna trovare punti di equilibrio che sono in continua evoluzione, con tempi di cambiamento si accorciano sempre più».
Per Carlotta Gallo, Dirigente del Compartimento Polizia Stradale per la Lombardia, i risultati dello studio sono preoccupanti e le cause sono purtroppo note e ricorrenti. "I dati dello studio ci dicono che l’attenzione alle regole è trascurata. Bisogna però notare che su autostrade, strade extraurbane e in città la responsabilità è trasversale: con percentuali differenti nelle varie situazioni, ai primi tre posti ci sono sempre distrazione, velocità e rispetto precedenze. Pedoni, ciclisti e motociclisti restano chiaramente le categorie più vulnerabili".
Francesco Ciro Scotto, Direttore Studi e Ricerche Fondazione Filippo Caracciolo, si è concentrato sull’aspetto della tecnologia che può dare una mano a migliorare i bilanci in termini di sinistri. "La sicurezza passiva dei veicoli ha fatto la differenza in ambito extraurbano. Gli strumenti di sicurezza attiva più moderni, dal 7 luglio, obbligatori su tutte le auto potrebbero fare differenza anche in città, ma il parco circolante è vecchio e viene rinnovato troppo lentamente. Per non incorrere nel rischio di dover attendere più di un decennio per veder scomparire le auto meno sicure dalle strade, è necessario accelerare il processo di rinnovo, sostenendo in modo particolare l’acquisto di auto nuove da parte da parte delle categorie meno abbienti".