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Il motore di Mirafiori è in pausa forzata, rischiando di ripartire solo a primavera. Gli incentivi governativi possono essere la chiave, ma la crisi del mercato dell'auto elettrica ha portato a 7 settimane di cassa integrazione fino al 30 marzo. Il CEO di Stellantis, Carlos Tavares, aveva preannunciato la crisi su Bloomberg, sottolineando il rischio per Mirafiori senza sostegno per l'auto elettrica.
La notizia è una doccia fredda per i 2.260 lavoratori. La produzione della 500 elettrica si ridurrà da due a un solo turno, compromettendo il traguardo delle 100.000 vetture l'anno. Il bilancio del 2024 potrebbe essere inferiore di 20.000 vetture, mettendo a rischio la sostenibilità dell'impianto torinese.
I sindacati considerano la cassa integrazione una sciagura per gli operai. La Fiom Cgil di Torino dichiara: "Sono sette settimane consecutive in cui le lavoratrici e i lavoratori perderanno parte del loro già magro salario". La preoccupazione cresce anche per le voci di una possibile fusione con la Renault, che potrebbe ulteriormente mettere in difficoltà i siti produttivi italiani.
I sindacati, tra cui la Fim Cisl, esprimono la necessità di un nuovo modello "di largo consumo" per affiancare la 500 elettrica e anticipare i lanci Maserati. Ferdinando Uliano della Fim Cisl afferma: "La richiesta di Cig dal 12 febbraio fino al 30 marzo evidenzia le difficoltà che denunciamo da tempo su Mirafiori". La produzione rallenta, la preoccupazione cresce e la speranza di un nuovo modello diventa urgente per il futuro di Mirafiori.