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BMW ha deciso di fermare temporaneamente la riconversione elettrica dello stabilimento MINI di Oxford, una mossa che riflette le difficoltà attuali del settore EV in Europa. La casa automobilistica tedesca ha scelto di posticipare la produzione di modelli elettrici come la MINI Hatch e il crossover Aceman, previsti per il 2024, mantenendo invece la fabbrica focalizzata sulle versioni con motori a combustione interna.
La decisione arriva in un momento critico per il mercato europeo, con le vendite di auto elettriche in calo del 5,9% su base annua e un vero e proprio tracollo in Germania (-27,4%), complice la fine degli incentivi statali. A complicare ulteriormente la situazione, l’Unione Europea ha introdotto dazi oltre il 20% sulle importazioni di veicoli elettrici dalla Cina, aumentando i costi per i produttori che, come BMW, si affidano agli impianti asiatici per i loro modelli a batteria.
Nonostante la revisione dei piani, BMW conferma che lo stabilimento di Oxford rimarrà un punto chiave per il futuro di MINI. La strategia di convertire l’intera produzione all’elettrico entro il 2030 non è stata abbandonata, ma il marchio sta rivedendo i tempi di attuazione per adattarsi alle condizioni di mercato.
Mentre la Germania fatica, il Regno Unito mostra segnali più incoraggianti: nel 2024, le immatricolazioni di auto elettriche hanno raggiunto un nuovo record, con quasi 382.000 unità vendute, rappresentando il 19,6% delle nuove auto registrate. Per supportare il settore, il governo britannico sta valutando una possibile riduzione dell’IVA e una revisione delle normative ZEV, che impongono quote minime di vendita per i veicoli a zero emissioni.
Mentre la produzione elettrica a Oxford viene rimandata, BMW ha comunque deciso di destinare risorse a un nuovo centro logistico e allo stabilimento di Swindon, che si occuperà della produzione di componenti per MINI. Gli investimenti principali restano in sospeso, in attesa di un quadro normativo più stabile e di segnali più chiari sulla domanda di auto elettriche in Europa.