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Da una parte c'è il M5S che spinge per la revoca. Dall'altra Italia Viva di Matteo Renzi e il Pd che esprimono perplessità. Al centro il premier Conte che porta avanti l'opzione della linea dura.
Il tema è quello della revoca delle concessioni autostradali, uno dei punti più rilevanti del decreto Milleproroghe che, dopo la firma del Presidente della Repubblica, attende l'imminente pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
La questione è stata la più complessa del provvedimento, lungo tutto il suo iter e, nella versione finale, prevede che nel caso si decida per uno stop alla concessione ad Autostrade la gestione temporanea verrà attribuita all'Anas, e stabilisce anche una riduzione della penale che lo Stato dovrebbe pagare al gruppo, da 23 a 7 miliardi di euro.
“I 43 morti (di Ponte Morandi, ndr) - ha dichiarato Conte - rivendicano giustizia e non possiamo restare indifferenti alle relazioni che attestano il fatto che la sua manutenzione fosse stata insufficiente. Non mi sento di dire adesso quale sarà l'esito, ma non faremo sconti”. Il testo contiene, inoltre, la conferma del fatto che tutte le nuove disposizioni sono retroattive e annullano ogni accordo già in essere impedendo, di fatto, ai Benetton di recedere dal contratto di propria iniziativa.
Per dare moto alle compagnie assicurative di prepararsi a gestire la nuova modalità di stipula che prevede di poter ottenere, per tutti i veicoli della famiglia, la classe di rischio più bassa, anche se questa è associata a una moto, il D-day per le nuove polizze Rc "familiari" è stato fissato per il 16 febbraio.