Mille Miglia 2019, le auto viste ai blocchi di partenza

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Le auto della Mille Miglia 2019 viste ai blocchi di partenza della storica gara
17 maggio 2019

Siamo stati a Brescia per la partenza della Mille Miglia 2019. Si dice che le auto storiche siano cose da vecchiotti o da persone perse nel sogno: noi siamo da rinchiudere insieme a questi ultimi, e dunque siamo partiti per Brescia. 

Come? Eccezionalmente siamo arrivati da Torino a bordo dell'esemplare unico Tjaarda 124 Rondine di Tom Tjaarda, lasciandola esposta sul Lago d'Iseo il giorno prima. 

Una scelta mirata: Tjaarda aveva la dote di rendere straordinariamente glamour le sue creazioni, curandole minuziosamente anche nella meccanica, e la Mille Miglia è la corsa più glamour che ci sia. Non la si può cogliere sulla carta, appena si arriva in Piazza della Vittoria si viene travolti da una passione incontrollabile, fatta esplodere alla prima accensione di uno dei 430 capolavori in partenza. 

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Il carattere della manifestazione bresciana è rituale: per giorni si sentono bolidi che girano attorno al centro storico, fanno sentire la loro presenza. Auto lasciate in strada a divenire splendido arredo urbano. 

Vi è una sproporzione che si innesca nella nostra visuale: in epoca di alto ambientalismo ci accorgiamo che queste auto ingombrano mediamente un quarto di spazio in meno rispetto ad un'auto "media"attuale. Dunque le strade della città si allargano a dismisura automaticamente, ci si può allargare camminando e si riscopre la proporzione contenuta degli anni che furono. 

Viviamo sulla pelle il valore di quest' evento mondiale che coinvolge la piccola Brescia: il temine "Supernazionalità", pronunciato da Sergio Pininfarina per intendere che la comunione di intenti risolve le diatribe tra internazionalità e localismi, qui è lampante.

Si è infatti tutti sintonizzati sulla bellezza di auto e paesaggi, tutti sintonizzati sulla vibrazione dei mezzi meccanici puri, con pochi cavi elettrici e tanto sound. 430 auto che ci sfilano davanti ipnotizzandoci piano piano. Tra queste alcuni esemplari mai restaurati, conservati, rapiscono come se un viaggiatore extratemporale ci passasse accanto.  Queste auto tutte riunite in un'immensa gara, per chi soffre di Sindrome di Stendhal di fronte ad un motore, sono il riferimento estatico per eccellenza. 

E' bello vedere gruppi di stranieri e non che pianificano la settimana della Freccia Rossa, chi visitando il circondario, dal Garda alla Franciacorta, in attesa dell'arrivo e chi seguendo a distanza ravvicinata la preziosa carovana, in giro per le splendide tappe del circuito. 

Assistere alla partenza significa venire a Brescia senz'auto, per non intasare ed intasarsi nel traffico transennato. Si viene dimenticandosi della giornata lavorativa e del telefono, si devono passare vari locali a confrontare i diversi "Franciacorta", ci si sposta continuamente per scorgere il passaggio delle auto prima tra stradine, poi in una piazza, passando sempre per la centrale sede della punzonatura, Piazza della Vittoria. Piazza della Loggia è invece il punto privilegiato, dove si addensano le meraviglie in attesa della punzonatura. Tutti in Viale Venezia poi alla partenza, quando finalmente i piedi iniziano a pestare giù, con Roma davanti al cofano.

In Piazza Loggia abbiamo un inaspettata lezione di stile: una mano si muove tra il pubblico, come reggesse una matita con cui tracciare le sagome delle auto. E' l'ingegner Fumia, che col suo piglio sempre giocoso sta ripercorrendo le linee di luce ed ombra delle varie auto. Ci racconta il lavoro del modellista, che solo a mano sapeva gestire le luci, gli errori del disegno e la futura riuscita della carrozzeria. Così il filo tra i chiari-scuri della carrozzeria deve essere un'onda perfetta e i giochi di luce - ad oggi meno sinuosi - sono tra i racconti più espressivi che le auto della Mille Miglia sappiano fare. Grazie Enrico, sempre poetico e prezioso.

Mentre si parla di questo arriva un equipaggio tutto al femminile: sono Prisca Taruffi e Savina Confaloni, su Alfa 1900 Touring Superleggera. Epico: Piero Taruffi, papà di Prisca, fu vincitore dell'ultima edizione della Mille Miglia del '57, grandioso pilota campione di moto e automobili, nonchè fervido progettista ( vedere i suoi curiosissimi "Tarf"). 

Veniamo interrotti nella conversazione dall'incedere della Ferrari 275 S/340 America, che impone a tutta la piazza il suono del V12 Ferrari. Questo suono, da quest'auto dalla linea un po' spietata, cancella quasi tutti gli altri, mettendo a cuccia gli arroganti V8. Una buona norma sulle mille restrizioni in atto oggi potrebbe essere V12 o elettrico perchè silenzioso, puro buon gusto!

Ma abbiamo detto un "quasi": una nuova voce si aggiunge ed è quella della Storia dell'Automobile. La musica di cui parliamo è il suono rossiniano dell'8 cilindri in linea Alfa Romeo, precisamente quello della 8C 2900 A "Botticella", la commuovente Alfa Romeo Scuderia Ferrari. 

Il suo canto brutale è figlio del connubio tra divinità cantate da Omero, un Alfa condotta alla vittoria dal Drake...cosa aggiungere?!

Lasciamo tutto a suoni e immagini di questo magnifico evento mondiale.

Alessandro Sammartini

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