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Sull’intero territorio del Comune di Milano, nel 2012 rispetto al 2011, sono diminuiti dell’8% gli incidenti lesivi (da 11.484 a 10.576); ancor più alto il calo di quelli di feriti (-9%, da 15.465 a 14.062).
Nonostante questo, sono 6 le persone in più tra le utenze deboli che hanno perso la vita. L’indagine presentata dall’Osservatorio Utenze Deboli ha riconosciuto che la prima causa di decesso resta la velocità: un incidente a 30 km/h, infatti, riduce il rischio di impatto letale, portandolo vicino allo zero.
Già a 50 km/h, invece, le condizioni di rischio cambiano e la mortalità sale al 50%, diventando certa una volta superata questa velocità, con la curva di rischio che si impenna a 70 km/h.
Particolarmente inquietante il dato relativo alla mortalità tra pedoni e ciclisti. I primi sono infatti passati da 14 a 23 (di cui la maggior parte costituita da over 65), mentre i secondi da 4 a 5. Buono in compenso il dato relativo ai motociclisti, le cui vittime sono calate da 21 a 17.
«I dati presentati dall’Osservatorio Utenze Deboli dimostrano una volta di più che il nemico numero uno di pedoni e ciclisti è la velocità. Appare dunque più che mai urgente - ha dichiarato l’Assessore del Comune di Milano e Delegato Nazionale Anci alla Mobilità Pierfrancesco Maran - la trasformazione dei centri cittadini in zone a 30 chilometri orari, una misura grazie alla quale si riduce quasi a zero la possibilità di incidenti con conseguenze gravi».
«A Milano – prosegue Maran - abbiamo avviato fin da subito un piano di trasformazione di ambiti cittadini in zone a 30 all’ora: alle prime due già istituite, Melzo e Lazzaretto, se ne aggiungeranno altre i cui lavori partiranno nel corso del 2014 (come Figino, Solari-Tortona e Muratori)».
«Come Anci, inoltre, abbiamo presentato al Governo - ha concluso l’Assessore - una richiesta proprio in questo senso: le vie dei centri urbani devono diventare a 30 chilometri orari, fatta eccezione solamente per le direttrici principali. Cambiare le regole della strada, facendo sì che aumenti la sicurezza di tutti, deve essere una priorità e i 30 chilometri orari servono proprio per riprogettare le città intorno ai cittadini».