Milano, illegittime le multe a Linate degli ultimi tre anni

Milano, illegittime le multe a Linate degli ultimi tre anni
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Il Comune di Milano è andato avanti a multare a tutto spiano gli automobilisti che entravano nelle corsie preferenziali a Milano Linate. Ma non ne aveva il diritto
26 marzo 2016

Da qualche tempo i “ghisa” milanesi multano con troppa disinvoltura gli automobilisti. Ma questa volta hanno superato i limiti della decenza e del buon gusto. Vi raccontiamo come abbiamo scoperto l’ultimo episodio di poca trasparenza e di tanta prevaricazione nei confronti di chi usa l’auto. Quando si parla di sistemi per incrementare il numero delle multe, al Comune di Milano si accendono le lampadine. E non bastano gli oltre 157 milioni di euro che rappresentano il fatturato annuo delle sanzioni stradali a saziare la fame di soldi degli amministratori. Né è un deterrente il fatto che la metropoli lombarda sia saldamente in testa nella triste classifica dei comuni che incassano di più dalle multe: ogni milanese, considerando solo quelli dai 18 anni in su, paga in media 139,11 euro all'anno tra sanzioni, ammende e oblazioni (Fonte Il Sole 24 Ore).

Milano, il comune dalle "multe facili"

E non è credibile che i milanesi siano così indisciplinati alla guida da richiedere controlli severi e punizioni esemplari. Qualcosa non torna, perché all'ombra della Madonnina le multe, da strumento educativo per migliorare la circolazione, si sono trasformate ormai in un misero espediente per fare cassa. O se preferite, in una vera e propria tassa occulta con cui coprire i buchi di bilancio, con la subdola scusa della sicurezza stradale.

Citiamo alcuni episodi che testimoniano questa scellerata intenzione. Tutto è iniziato con l'installazione dei sette nuovi autovelox con limiti stridenti: 50 all’ora su strade a grande scorrimento, con doppia carreggiata e barriera centrale. Segnalati per eccesso con decine e decine di cartelli, tanto da non far capire – come invece vorrebbe la legge – dov’è la postazione. Risultato: strage di multe.  Addirittura così numerose da non essere neppure previste dal comando. E poiché i vigili non riuscivano a star dietro alla gigantesca mole di verbali prodotti dagli occhi elettronici (oltre 700.000 in 10 mesi), migliaia di verbali sono stati recapitati a tempo scaduto, oltre i 90 giorni previsti per legge. Goffa soluzione inventata a Milano: scrivere arbitrariamente sui verbali che i 90 giorni non andavano contati dal momento del flash ma da quando il vigile prendeva in mano l'incartamento relativo

Sconfessato da giudici e da ministeri, il comando si è attrezzato per affidare ad esterni – ci dicono, cooperative di servizio – lo smaltimento dei verbali. Ma la fretta fa bene alle casse, non alla precisione. Pagate un tanto al pezzo, le cooperative non andavano troppo per il sottile: un verbale per ogni foto scattata, senza molti controlli, senza indagare oltre. Col risultato che i milanesi si sono trovati nella posta sanzioni illegittime, che non avrebbero mai dovute essere recapitate. Con velocità vistosamente errate (come abbiamo documentato su Automoto.it l’anno scorso), o senza accorgersi che l’infrazione era stata commessa su un’altra corsia o ancora con verbali inviati a tutte le auto visibili nella foto. Abbiamo la netta impressione che si sparasse nel mucchio per costringere cittadini inermi a pagare multe illegittime. In alternativa, cascate di ricorsi, uffici dei giudici di Pace intasati.

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Gli autovelox di Milano hanno fatto strage di multe
Gli autovelox di Milano hanno fatto strage di multe

Trucchi e tranelli per "fare cassa" a tutti i costi

Ma la fame di soldi non conosce confini. E così il Comune di Milano, alla fine dell’anno scorso ha inventato un’altra originale interpretazione: il periodo di tempo concesso al cittadino per pagare le multe con lo sconto del 30% (5 giorni) o quello per evitare il raddoppio della sanzione (60 giorni) non andrebbe contato dal momento del pagamento via bonifico o homebanking, ma da quando i soldi materialmente entrano nelle casse comunali. Quindi se voi al terzo giorno, che cade di venerdì, fate il bonifico al 70%, ritenendo di essere perfettamente in tempo, a Milano vi considerano fuori tempo massimo. Infatti, vedono i soldi appena svegli, lunedì mattina, quando materialmente entrano nel conto, ma li considerano in ritardo e, dopo alcune settimane, vi recapiteranno un nuovo verbale col quale si pretende da voi il 30% rimanente.

Non è finita, manca la beffa. Ve lo invieranno allo scadere dei 60 giorni dal primo verbale, in modo che perdiate l’ultimo treno: e la cifra da versare sale al 200% della prima sanzione. Decine di cittadini hanno patito questo strozzinaggio inverecondo. Milano, con la collaborazione della potente associazione dei Comuni d’Italia, ha ottenuto addirittura il parere favorevole del ministero dell’Interno per confermare che, nel caso dei pagamenti elettronici o a mezzo banca, vale il momento dell’accredito e non quello del pagamento. Sembra quasi una puntigliosa rivincita del Comune sulla brutta figura fatta nello sforare i 90 giorni per l’invio dei verbali. Per fortuna, giorni fa, nella legge di stabilità, un emendamento ha concesso ai pagamenti elettronici un extra tempo di due giorni: bontà loro.

Multe a Linate, qualcosa non torna

Milano sembra averci preso gusto agli “incassi facili”, così nell’autunno 2015 ha pensato di installare altre telecamere, questa volta all'aeroporto di Linate, per vigilare sulle corsie riservate ai mezzi pubblici e taxi. Guai a chi sgarra, basta un errore, anche per una semplice distrazione, e la multa (circa 80 euro) è assicurata. Ma per rendere più lucrosa l’iniziativa non sono stati emessi preavvisi a mezzo stampa o aggiunti cartelli premonitori del tipo “viabilità modificata”. Un nostro lettore si è visto recapitare non uno ma dieci verbali per essere finito involontariamente nelle corsie preferenziali. Considerata l'assurdità della sanzione, non ha esitato a fare ricorso. 

Guai a chi sgarra, basta un errore, anche per una semplice distrazione, e la multa (circa 80 euro) è assicurata

Sui verbali si legge la strana indicazione toponomastica: “Infrazione commessa in Milano, piazzale dell’aeroporto di Linate”. Ma in Milano, non esiste quel piazzale, e non può esistere perche Linate ricade nel territorio di Segrate. Quindi verbali con false indicazioni, solo una sciocchezzuola. Siamo in possesso delle controdeduzioni che il comando di Milano ha presentato al giudice per respingere i ricorsi: le telecamere erano omologate e le corsie segnalate correttamente, non era obbligatorio aggiungere nulla ai cartelli, le dieci sanzioni non sono interconnesse tra loro, ma distinte l'una dall'altra. Infine si spiega che a Linate può operare il comando di polizia municipale di Milano in virtù di un protocollo firmato nel 2012 fra Segrate, Peschiera Borromeo e Milano, alla presenza del prefetto. Quindi, il cittadino avrebbe dovuto pagarle tutte quante, fino all'ultimo centesimo.

Indagando sulle competenze dell'area aeroportuale sono saltate fuori situazioni che definire strane è riduttivo. La prima è il famoso protocollo che ci veniva ripetutamente nascosto e negato con giustificazioni tutt’altro che chiare, sia dai comandi di Milano che di Segrate. Finalmente a metà marzo ne siamo entrati in possesso. Leggendolo con attenzione ci siamo accorti di un particolare che qualcuno, a Milano, deve aver fatto finta di non vedere. L'articolo 9 infatti stabilisce che il protocollo, datato febbraio 2012, ha validità annuale. Pertanto, il protocollo è scaduto alla fine del 2012 e non è stato più rinnovato. Non solo ma in fondo al testo c’è scritto che “non è previsto il tacito rinnovo”. Quindi, in quella zona, che appartiene al Comune di Segrate, i vigili di Milano non possono operare attualmente.

Il protocollo è scaduto nel 2012. E in ogni caso non avrebbe potuto essere riapprovato per tacito rinnovo
Il protocollo è scaduto nel 2012. E in ogni caso non avrebbe potuto essere riapprovato per tacito rinnovo

Le multe all'aeroporto non sono valide

Il protocollo stabiliva inoltre che i proventi delle sanzioni effettuate nella zona di fronte al terminal di Linate dovevano finire nelle casse del comune “dal quale dipende l'agente di polizia locale che ha accertato la violazione”. E siccome, a partire dal 2011, fino ad oggi, solo la polizia locale milanese ha operato nello scalo aeroportuale, capiamo l'interesse ad installare disinvolte e redditizie telecamere che avrebbero assicurato a Palazzo Marino una nuova fonte di reddito, facile e immediata. Non comprendiamo, invece, perché Segrate abbia rinunciato tanto passivamente a spartire la torta. Cosa c’è sotto? Il comune di Milano ha continuato fino ad oggi, quindi ben oltre il limite del dicembre 2012, ad operare come se il protocollo fosse ancora in essere benché scaduto da un bel pezzo. Si deduce quindi che tutte le violazioni accertate dalla polizia locale di Milano dal 2013 in poi, comprese quindi quelle del nostro lettore, non possono essere valide perché emesse illegittimamente. Ed è urgente che vengano annullate in autotutela prima che il caso venga sanato con colpi di spugna ancor più insopportabili per i milanesi.  

Ancora una volta dobbiamo riscontrare come la gestione delle multe stradali al Comune di Milano, sia tutt’altro che limpida. Il cittadino, a fronte ad una semplice richiesta di spiegazioni, dopo aver fatto ricorso, si imbatte spesso in mille difficoltà e in atteggiamento delle istituzioni sempre sulla difensiva e addirittura omertoso. Il nostro lettore infatti ha dovuto lottare come un leone per ottenere il protocollo di intesa che regola la gestione dell'aeroporto, benché avesse tutto il diritto di richiederlo. Andate a leggere nella foto qui sotto cosa gli rispondeva il comando di Segrate quando lo richiedeva. Come se stesse rompendo le scatole, o se stesse andando a ficcare il naso là dove non doveva. Con questo episodio poi si sono veramente superati i limiti della decenza. Ormai è fin troppo evidente come il cittadino, agli occhi di tante amministrazioni comunali, è visto come un bancomat da spremere, un numero da colpire a caso, uno scolaro da punire sempre. E senza spiegazioni.

Enrico De Vita

con la collaborazione di Matteo Valenti

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