Milano: blocchi del traffico tra perplessità e incoerenza

Milano: blocchi del traffico tra perplessità e incoerenza
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Per capire quale posizione prendere nei confronti dei blocchi del traffico domenicali siamo andati a leggere l’ordinanza comunale che li regolamenta. Vi abbiamo trovato una serie di punti non solo largamente discutibili ma anche in contraddizione a livello di principi
11 giugno 2013

Domenica 9 giugno è andato in scena un nuovo blocco del traffico a Milano, o, per usare la definizione coniata dall’amministrazione comunale, l’ennesima “Domenicaspasso”. Come al solito i cittadini del capoluogo lombardo si sono divisi tra chi approva iniziative di questo tipo, che permettono “di vivere meglio la città” a piedi o in bicicletta e tra chi invece sostiene che le domeniche a piedi rappresentino una limitazione della libertà di muoversi liberamente con il proprio mezzo di trasporto, per cui tra l’altro ognuno di noi paga bollo e assicurazione.

 

Per capire meglio quale posizione prendere nei confronti dei blocchi del traffico domenicali siamo andati a leggere l’ordinanza comunale (la trovate qui) che regolamenta la “Domenicaspasso” milanese e vi abbiamo trovato una serie di punti non solo largamente discutibili ma anche in contraddizione a livello di principi.

 

Prima di tutto ci chiediamo perché obbligare i Milanesi a restare in Milano la prima domenica di vacanza dopo la chiusura delle scuole? E' ragionevole che una famiglia che desideri fare una delle classiche gite fuori porta, oppure che abbia la necessità di andare a trovare i parenti o amici fuori città non possa farlo?

blocco traffico
Il comune di Milano attraverso i blocchi domenicale vuole "educare" i cittadini

Chi rispetta l’ambiente non va in auto. Non siamo d’accordo

Nelle motivazioni dell'ordinanza inoltre la diminuzione dell'inquinamento diventa un pretesto e non uno scopo. Gli obiettivi delle Domeniche a piedi infatti vengono definiti dall’amministrazione "educativi". Secondo la giunta Pisapia infatti chi è attento all'ambiente non va in auto, ma sceglie altre forme di mobilità. E' di tutta evidenza quindi che ancora una volta l'auto e la moto vengano demonizzate dalla giunta comunale di Milano.

 

Su questo punto non possiamo assolutamente essere d'accordo. La generalizzazione contenuta in questa convinzione infatti è di una superficialità imbarazzante in una città in cui il mezzo pubblico è sì efficiente per gli spostamenti urbani, ma inadeguato per quelli extraurbani. In quest’ottica di pensiero è inevitabile che il traffico domenicale che si dirige dalla città oltre i confini comunali e viceversa, generato da chi vuole godersi la giornata festiva dopo la settimana lavorativa, venga completamente ignorato.

Secondo la giunta Pisapia infatti chi è attento all'ambiente non va in auto, ma sceglie altre forme di mobilità. E' di tutta evidenza quindi che ancora una volta l'auto e la moto vengano demonizzate dalla giunta comunale di Milano

Chi può circolare in ogni caso

Si rivela molto interessante inoltre scorrere i casi per i quali è concessa la circolazione in auto (a prescindere dalle emissioni dell'autoveicolo). Casi che la maggior parte dei milanesi ignora. Sono esclusi dal blocco “Veicoli in arrivo o in partenza verso strutture ricettive muniti di apposita documentazione”. Questo significa che chi va in vacanza in albergo o in un villaggio turistico può partire da Milano all'ora desiderata. Ma chi dovesse raggiungere in villeggiatura la propria seconda casa di proprietà al mare o in montagna (per cui peraltro si paga un’Imu salata) deve attenersi rigorosamente al blocco del traffico.

 

Esentati dal divieto di circolazione anche i “Veicoli utilizzati da venditori ambulanti”, una categoria certamente protetta e per la quale nessuno si preoccupa di verificare il livello di emissione dei mezzi di trasporto utilizzati. Per fortuna il regolamento consente di circolare ai “Veicoli destinati o provenienti verso/da scali aerei, ferroviari e marittimi muniti di apposito biglietto di viaggio”.

blocco traffico milano
Per il Gran Premio di Milano di Galoppo il comune ha fatto un'eccezione. Ma per la SBK no. Perché?

Devi lavorare? Puoi circolare, ma solo se lavori per il comune

E poi non mancano piccoli privilegi che permettono di circolare ai “Veicoli di imprese che eseguono lavori per il Comune”. Deduciamo quindi che chi ha la necessità di muoversi per lavoro, ma deve operare per un cliente privato e non per l’amministrazione comunale dovrà muoversi con i mezzi pubblici, portandosi dietro tutta l’attrezzatura di cui necessita in metro o tram (o, perché no, con il bike sharing).

Il comune promuove il Galoppo a San Siro, ma si dimentica che c’è la Domenicaspasso

L’ultima domenica a piedi milanese infine si è portata con sé un errore davvero non trascurabile, che definiremmo quasi “fantozziano”o meglio, “maraniano”. Il Comune di Milano infatti da un lato ha promosso l'evento dell'anno, il Gran Premio di Milano di Galoppo all’Ippodromo di San Siro, ma poi se ne è dimenticato fino a venerdì 6 giugno quando ha provveduto un po’ goffamente a fare un’integrazione al regolamento del blocco (anche questa norma la potete trovare in allegato) che consentiva di andare a vedere il Gran Premio di Milano all’Ippodromo anche in auto.

A nostro avviso in questo modo il comune dimostra di agire con discrezionalità, senza avere la preoccupazione di valutare quali conseguenze possano causare i blocchi del traffico

Perché per il galoppo sì e per la SBK no?

Noi che amiamo i motori non possiamo fare a meno a questo punto di non ricordare che in occasione della Superbike a Monza (domenica 12 maggio) era stato programmato un analogo blocco del traffico. Con la differenza che in quell'occasione nessuno ha provveduto ad estendere il permesso di circolazione per chi desiderava andare a vedere le gare di moto e che magari aveva già acquistato i biglietti.

 

Per completezza di informazione occorre precisare che la società Trenno che ha gestito l'evento all'Ippordromo di San Siro ha fatto una richiesta formale al comune per permettere di raggiungere il parcheggio in auto a tutti coloro che avessero già acquistato i biglietti , mentre gli organizzatori della Superbike non avevano provveduto ad avanzare alcuna richiesta all'amministrazione comunale. Il comune in ogni caso ha accettato la richiesta "per la rilavanza dell'evento nel campo ippico nazionale".  Ma chi decide se un evento è importante o no? E la SBK all'Autodromo Nazionale di Monza non era altrettanto rilevante?

 

A nostro avviso in questo modo il comune dimostra di agire con discrezionalità, senza avere la preoccupazione di valutare quali conseguenze possano causare i blocchi del traffico a tutte quelle persone che hanno già in programma un evento da tempo e che magari hanno già speso soldi per acquistare i biglietti

Ma è possibile che i cittadini non possano essere "educati" diversamente?

 

Sorge una domanda spontanea: ma è possibile che i cittadini non possano essere "educati" diversamente? E' possibile che l'unico tema sia sempre quello della circolazione con auto o moto private? Il comune prima di tutto se vuole “educare” i cittadini, sarebbe bene che iniziasse in prima persona a dare l'esempio, invece di provvedere a elaborare una deroga ai mezzi che lavorano per il Comune stesso. 

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