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Il comitato MilanoSiMuove, lo stesso che aveva promosso a Milano cinque referendum popolari nel 2011, ha depositato ieri le prime firme con la richiesta di quattro nuovi quesiti referendari da tenersi a Milano nel 2016. Con una formula che sfrutta il passaggio da referendum consultivo a propositivo, dopo la modifica apportata allo Statuto del Comune di Milano. I quattro quesiti sono a favore della costruzione di otto “raggi verdi” per la mobilità sostenibile, della riapertura dei Navigli alla navigazione, della costruzione di 25mila nuovi alloggi e senza consumo di nuovo suolo per i progetti di housing sociale, e l'ampliamento dell'Area C con altri interventi sulla mobilità sostenibile.
Per quanto riguarda quest'ultimo referendum, i promotori chiedono in sostanza che l'Area C venga estesa alla cerchia ferroviaria, quindi quella delle stazioni FS in città, entro il 2017. Che sempre entro il 2017 venga creata un'area pedonale nella Cerchia dei Navigli e che si crei una una rete i piste ciclabili lunga 500 km entro la scadenza del 2020. Che venga accelerata la realizzazione della linea 6 della metropolitana e, infine, che entro il 2020 venga istituita un'area di circolazione i per veicoli a basso impatto ambientale sull'attuale territorio comunale: dalle strade di Milano rimarrebbero quindi escluse le auto diesel inferiori alla normativa Euro5 e ai ciclomotori a due tempi.
Ovviamente si pone il problema di come reperire le risorse necessarie, come prevede il nuovo Statuto, risorse che ammonterebbero a circa 2 miliardi di euro. Una parte arriverebbe dai ricavi per l'estensione dell'Area C, una quota più consistente dalla vendite di quote della Sea, della Società Milano-Serravalle e del fornitore di energia A2A, oltre che dello Stadio Meazza.
I promotori dei referendum, con in testa Marco Cappato e Edoardo Croci, hanno ora quattro mesi di tempo per raccogliere le 15mila firma necessarie a poter far partire la consultazione referendaria. Sempre che i quesiti non siano ammissibili al vaglio dei Collegio dei Garanti. In ogni caso si dovrà attendere di aver votato per prossime elezioni amministrative con scadenza primavera 2016. Nel 2011 i referendum furono approvati da circa mezzo milioni di votanti, con esito favorevole fra l'80 e il 95%, ma senza sviluppi normativi degni di rilievo.
Maurizio Gissi