Microlino, la fabbrica di Torino riparte, ma serve più flessibilità

Microlino, la fabbrica di Torino riparte, ma serve più flessibilità
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La piccola fabbrica italo-svizzera si trasforma in un hub di produzione su commissione per veicoli elettrici innovativi
1 aprile 2025

Nel panorama dell'automotive, le piccole fabbriche si stanno espandendo trovando il loro spazio tra le big del settore. AMFI, precedentemente nota come Microlino Italia, ha deciso di ampliare la propria produzione, trasformandosi dalla piccola fabbrica che produceva unicamente Microlino, ad un vero e proprio hub di produzione per veicoli su commissione.

Fondata nel 2021 dalla svizzera Micro Mobility Systems e dall'italiana CECOMP, AMFI ora si prepara, con il cambio di nome in "Automotive Micro Factory Italy", a diventare un punto di riferimento per la produzione di microcar, auto passeggeri, veicoli ricreativi e navette autonome.

Il mercato dell'auto sta vivendo una fase di trasformazione verso personalizzazione e produzione flessibile. AMFI punta a colmare il divario tra i piccoli produttori artigianali e i giganti dell'automotive, il cui modello industriale impone elevati costi fissi e minimi di produzione.

AMFI ha maturato esperienza con il Microlino, un quadriciclo elettrico che domina il mercato europeo nel segmento L7e. Tra il 2023 e il 2024, le immatricolazioni sono cresciute del 10% in Germania, Svizzera, Francia e Belgio, nonostante la mancanza di incentivi equiparabili a quelli delle auto elettriche tradizionali.

La produzione su commissione, già consolidata in settori come moda ed elettronica, trova ora spazio anche nell'automotive. Con la crescita dei veicoli elettrici e della mobilità urbana compatta, AMFI vede un'opportunità nel riportare in auge questo modello, un tempo praticato con successo da aziende come Pininfarina e Bertone.

Con il lancio della nuova Microlino MY25 prevista per il 31 marzo, AMFI consolida la sua presenza nella micro-mobilità, puntando a diventare un player chiave nella produzione automotive su commissione. La fabbrica torinese potrebbe diventare riferimento per costruttori che cercano alternative tra produzione industriale e artigianato di nicchia, segnalando che le piccole fabbriche possono essere protagoniste nel futuro della mobilità.

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