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Con il nuovo i-Cockpit, Peugeot prova – forse, riuscendoci – ad alzare l'asticella tra i brand “generalisti”, svelando un abitacolo dalle forme futuristiche ma pensato per la praticità di utilizzo, mettendo le componenti elettroniche realmente al servizio dell'utilizzatore, senza lasciarsi prendere troppo la mano.
Per capire meglio come si è arrivati al nuovo i-Cockpit, abbiamo parlato con Jerome Micheron, Head of Brand Strategy & Product Planning di Peugeot.
Sono evidenti i capisaldi del marchio nel nuovo i-Cockpit, ma mascherandone i loghi, qualcuno potrebbe ben dire che si trovi a bordo di una vettura di categoria superiore.
«Abbiamo appositamente svolto un test per avere questo tipo di risposta. Molti clienti, saliti a bordo senza che il leone fosse in mostra, hanno comunque riconosciuto il nostro marchio di fabbrica, mentre altri pensavano di trovarsi a bordo di una premium. Il volante compatto e la qualità delle finiture sono la nostra vera firma. L'utilizzo della dashboard digitale è segno del futuro che va in quella direzione: abbiamo scelto di percorrerla anche per risultare più accattivanti alle nuove generazioni.»
Alcuni competitors di fascia superiore hanno preferito adottare una rotella analogica per muoversi tra i vari menu, mentre voi avete installato dei tasti fisici che ricordano un piano. Come mai?
«Dopo svariati milioni di i-Cockpit di precedente generazione venduti, abbiamo deciso di migliorare ulteriormente il prodotto, andando a lavorare sulle caratteristiche distintive. Abbiamo aggiunto molteplici sistemi di aiuti alla guida, potenziato l'infotainment, ma siamo sempre andati nella direzione della semplicità di utilizzo. Chi è all'interno dell'auto – e sopratutto chi guida – deve necessariamente poter interagire con i vari sistemi nel minor tempo possibile e nella maniera più pratica, per non deconcentrarsi. Se ci pensate, muovere e premere una rotella sono due azioni; schiacciare un tasto, una sola. La nostra filosofia è “one touch, one action”.
È impossibile non notare una derivazione diretta del nuovo i-Cockpit dalle vostre ultime concept car. In questo modo, dimostrate che tutto quel lavoro non serve solamente per fare mostra di sé ai Saloni....
«È la nostra filosofia. Da Quartz, Exalt e Fractal abbiamo ricavato punti chiave su cui lavorare per arrivare al risultato finale, ovvero l'i-Cockpit. Quando lavoriamo su una concept car, il gruppo di lavoro che ne studia linee e forme coabita con chi si occupa della produzione finale, in modo tale da scambiarsi idee e sensazioni. Le concept servono come test per ottenere feedback da parte del pubblico e delle riviste di settore. Queste auto sono l'espressione del futuro secondo la nostra fantasia, ma anche delle scelte stilistiche che intraprenderemo per realizzare le prossime vetture. La creatività senza limiti, quando è fine a sé stessa, non ci interessa.»
Su quale modello debutterà l'i-Cockpit?
«Dovrete aspettare solo qualche settimana e avrete la risposta. Entro la fine del 2016 vedremo su strada i primi esemplari dotati della nuova configurazione dell'abitacolo. Posso dirvi che per la fine di maggio avrete tutte le risposte che state cercando.»