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Arriva sul mercato nel 2018 il nuovo pneumatico Michelin Primacy 4, degno erede del Primacy 3 che ancora oggi, pronto al pensionamento, si permette di vincere alcuni confronti rispetto alla concorrenza ma, soprattutto, come Michelin ama ricordare: è figlio di una tecnologia e di una qualità che gli permettono di essere efficiente, sicuro, fino ai limiti di legge. A proposito dei limiti di legge, come vedete e ascoltate non solo dalle immagini ma anche nella nostra videointervista a Michelin Italia, la casa francese ci tiene a sottolineare quanto siano validi i propri pneumatici in termini di sicurezza e prestazione anche sotto la soglia psicologica che spesso, per fini commerciali, negli ultimi anni si tende a spingere sul mercato. Una soglia da ponderare caso per caso ma ben percepita dall’utenza e che molti nella rete distributiva identificano intorno ai 3 o 4 mm. Dati alla mano, secondo i test condotti si dimostra come un pneumatico veramente Premium come quello realizzato da Michelin, possa sorprendere per la capacità di essere ancora valido fino a quel teorico 1,6 mm che spesso molti automobilisti nemmeno vogliono vedere.
Nulla di sbagliato a tenere buon margine sull’usura pneumatici, sia chiaro, specie per certi utilizzi dell’auto, vale però la pena domandarsi come mai un costruttore di riferimento come Michelin punti attenzione sul tema, visto che non si parla letteralmente di battaglia contro certe obsolescenze programmate ma di semplice scelta. Le distanze di frenata dipendono da moltissimi elementi, al di là delle caratteristiche del pneumatico e pneumatici nuovi possono presentare grandi differenze in base a marca, modelli e misure. Un pneumatico premium con una scultura del battistrada a 1,6 mm può essere più performante di un pneumatico economico, nuovo o quasi, specie in termini di rumorosità o aderenza su aciutto. Prima di parlare del nuovo pneumatico 2018 Michelin, che ha il vantaggio di costare esattamente come il suo predecessore in quanto a “prezzo consigliato” e di essere offerto in ben sessanta misure da 15’’ a 18’’ vale la pena ricordare che, in questi anni dove sono fiorite intere gamme di pneumatici Aftermarket, di marchi un tempo sconosciuti ma molto competitive sul prezzo, ci siano costruttori che investono continuamente sulle mescole, sulle carcasse e sulla ricerca di nuovi materiali, come fa Michelin. Investimenti per ottenere prestazioni di livello tale che sono davvero forse, non del più letteralmente coerenti a quel limite, fissato nel 1989 (ETRTO) in meglio. Sono passati quasi trenta anni e tanto pneumatici quanto autovetture hanno fatto dei passi tali per cui, effettivamente, livelli garantiti di aderenza sul bagnato e di spazio di frenata, anche in quella misura, sono ben superiori a quanto si credeva di ritenere “sicuro” al tempo. Un dato utile è anche quello per cui il 99% degli incidenti su bagnato avvengono non per puro acquaplaning, ambito dove conta palesemente una gomma di battistrada al meglio per ridurre i rischi.
Michelin da decenni persegue non solo sulla carta la causa dell'ecologia e dell'economia: nella propria produzione (i meno giovani ricordano le prime “verdi“ Energy Saver del 1992, ndr) andando investire per prestazioni di lunga durata, definita Long lasting performance attraverso i materiali, che possano però essere minimizzati e provenire da biomasse, o finanziando opere di riforestazione aree tropicali (gli alberi sono fonte usata dall’industria della gomma). Ovviamente, la nuova versione del pneumatico Primacy 2018, che è già di primo equipaggiamento su circa 30 modelli e sarà tra i più venduti della gamma mirando a battere i 120 equipaggiamenti che ha ottenuto il suo predecessore, non vanta solo un’etichetta Eco ma, in quanto a lunga durata, garantisce prestazioni sopra la media fino a limite di legge. Cosa vuole dire? Che a Michelin piacerebbe vedere publbicati test comparativi di gomme a limite usura, certo, ma anche che oggi la cultura sulla gommatura per un veicolo anche non è forse abbastanza profonda come potrebbe, almeno quando si sceglie guardando solo al prezzo e al concetto semplicista di “sottomarca del tal gruppo, quindi uguale”. Per esempio, si arriva a percorrere circa 18000 km in più durante i test (Dekra su Golf7, contro rivali Premium*) e soprattutto, si distanzia certa concorrenza in prossimità del limite usura (mantenendo quel mezzo mm di margine, ad esempio 2,1 mm) dove anche la frenata migliora di 2,8 m. Questi i dati dinamici, a livello macro invece, tanto per avere una misura, sostituire pneumatici a 3 o 4 mm di profondità scultura, come pare essere il trend medio sul 50% delle sostituzioni rilevate da uno studio, piuttosto che a 1,6 mm, rappresenta indicativamente un pneumatico in più per vettura ogni due anni. Uno studio Ernst&Young dimostra che in Europa un cambio di pneumatici a 3 mm anziché a 1,6 mm, genera potenzialmente nove milioni di tonnellate in più di emissioni di anidride carbonica l’anno, aumenta costi per i consumatori di circa 6,9 miliardi e fa perdere 1,5 milioni di tonnellate di materie prime annualmente, equivalenti a una richiesta energetica di 290 milioni di tonnellate di petrolio greggio. Misure di un certo peso per economia ed ecologia.
Da dove arriva una prestazione di questo tipo, come quella vantata dal costruttore francese? Non certo solo dal nome e dalla storia di grande gommista. Entrando un po' più nel merito degli pneumatici moderni scopriamo come a fare la differenza, per i Primacy 4 che hanno canali più ampi al fine di migliorare la prestazione sull'acqua, ci sono ricerche e metodi costruttivi diversi per le mescole, del battistrada, lavorazioni non da tutti. Già un po' come accade in cucina di certi ristoranti stellati dove ci sono ingredienti da sempre esistenti ma utilizzati con metodi, fantasie e anche strumenti non comuni a tutte le cucine. Qualcosa di simile accade negli stabilimenti di ricerca e produttivi delle gomme francesi, che ricordiamo vengono realizzate anche in Italia. E quindi un canale più ampio non indebolisce o degrada, con una mescola più resistente (meno oli e più resine) che è però ancora ben aderente e duratura, permettendo di fare la differenza. È anche questo il delta-prezzo da pagare quando si pensa a un pneumatico Premium, quello del rendimento a lungo, a fondo del battistrada, perché ci si può anche arrivare, secondo i casi ovviamente, senza allarmismi. È in anche questo un messaggio da recepire quando si va ad acquistare pneumatico, estivo o invernale e lo conferma ai microfoni di Automoto.it il responsabile Michelin Valerio Sonvilla, con alcuni dettagli in più. Per esempio il Primacy 4 oltre alla presenza del tradizionale indicatore usura, sulla spalla, ha anche una marcatura Michelin nella parte bassa dei canali, per identificare semplicemente il livello di usura.