Michelin Formula Italia: una storia che continua

Michelin Formula Italia: una storia che continua
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A 70 anni esatti dall'arrivo del pneumatico radiale, Michelin Italia ci racconta del suo futuro attraverso le parole del direttore della comunicazione Marco Do e del suo Amministratore Delegato Lorenzo Rosso
23 giugno 2016

Ha quasi 130 anni ma il Bibendum è più giovane e dinamico che mai - chi segue lo sport a due ruote sa bene dell'impegno di Michelin in MotoGP e in diversi campionati nazionali fra cui il CIV, dove da due anni vince il titolo Superbike - tanto da dare vita ad un nuovo programma. Il nome è chiaro, Formula Italia, a sottolineare quanto sia importante il nostro paese per la Casa transalpina.

Ma non solo: come spiega il direttore della comunicazione Marco Do, cercando "formula" sul vocabolario si scopre come una delle definizioni riguardi l'insieme delle regole e delle linee programmatiche che definiscono un organismo. Una definizione con un significato di continuità, di idee chiare e di programmaticità che, negli intenti di Michelin, riguarda chiaramente l'impegno nel nostro paese con un piano a medio termine - 5 anni, da qui al 2020 - che parla di crescita e sviluppo. 

Lorenzo Rosso, ad di Michelin Italia
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Siamo a Venezia, nello spettacolare scenario dell'Isola delle Rose, dove il Presidente ed AD di Michelin Italia, Lorenzo Rosso, ci racconta nel dettaglio di cosa si tratta. Iniziando con il ricordare una ricorrenza molto importante nella storia della Casa di Clermont-Ferrand.

«Sono passati esattamente settant'anni da quel giugno 1946 in cui Michelin cambiò per sempre il mondo delle gomme depositando il brevetto del pneumatico radiale. Una tecnologia che ha costituito poi la base per tutte le innovazioni successive.» E che, questo lo diciamo noi, Michelin per prima ha introdotto anche fra le moto esattamente poco meno di 30 anni fa, nel 1987. «I primati di Michelin non finiscono qui. Negli anni 90 Michelin inventa il sistema antistallonamento e antiforatura PAX. E l'anno scorso, nel 2015, abbiamo introdotto il Crossclimate, ovvero la gomma estiva omologata anche come invernale, impegnandoci tra l'altro con un investimento di 700 milioni di euro in ricerca e sviluppo».

Primati che spiegano con una certa facilità come mai Michelin sia giunta ad una posizione di leadership nell'attività industriale in Italia, con una produzione di ben 13 milioni di pneumatici l'anno. «Una leadership anche commerciale, che festeggiamo in un'altra ricorrenza importante: i centodieci anni di produttività in Italia - era infatti il 1906 quando Michelin decise di impegnarsi nel nostro paese con un programma in cui crede moltissimo a tutt'oggi, con scenari produttivi e di servizio che seguono costantemente l'evoluzione del nostro core business: penso ad esempio al Road Usage Lab, il nostro programma di monitorizzazione delle abitudini degli automobilisti, o ai vari service per il trasporto industriale per sostenere le flotte dei gestori di logistica». 

Marco Do (a destra) è il responsabile comunicazione per l'Italia di Michelin
Marco Do (a destra) è il responsabile comunicazione per l'Italia di Michelin

Un impegno che, come dicevamo sopra, si articola su un piano a cinque anni con un investimento previsto di 180 milioni di euro, incentrato su tre punti cardine. Efficienza e reattività, per adattarsi a scenari sempre più mutevoli, il servizio al cliente, per continuare sulla strada percorsa per prima dalla casa transalpina (pensiamo alla Guida Rossa, ma anche al pionieristico Viamichelin) e l'adattamento del sistema produttivo al nuovo contesto internazionale.

Un adattamento che significa un cambio di scenario per alcuni degli stabilimenti, come Cuneo e Alessandria. «A Cuneo abbiamo a piano un ampliamento del 17% da qui al 2020, con un focus sulla produzione dell'alto di gamma per pneumatici auto. Parliamo di uno scenario italiano in cui Michelin vanta 4300 dipendenti solo nel conteggio diretto. Un numero che sale a 9.900 se contiamo diretti, indiretti e l'indotto».

Un indotto che conta su diversi fattori, fra cui la già citata Guida Rossa, la celebre "guida Michelin" che premia ristoratori ed albergatori in tutto il mondo. Come fa un'attività editoriale come la Guida a generare indotto? Facile, anche se non immediato: la sempre crescente ricerca di ristorazione raffinata ha stimolato un nuovo tipo di turismo. Accade sempre più spesso che la curiosità, la ricerca di un ristorante, induca a progettare un viaggio verso destinazioni più o meno lontane, con le ovvie conseguenze in termini di circolo di denaro, quantificato in questo caso in ben 282 milioni di euro.

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