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Tra gli italiani ed il camper è (ri)scoppiata la passione: infatti, dopo qualche stagione difficile, il 2020 ha regalato al comparto dei veicoli ricreazionali e da vacanza un incremento importante delle vendite.
Secondo i dati diffusi dall’APC, l’associazione dei produttori di camper, le immatricolazioni di nuovi veicoli sono cresciute del 7,44% sul 2019, attestandosi a 6.545 unità totali.
In parallelo - ed è un dato importante pur nella sua ridotta incidenza percentuale stante il fermo produttivo di quasi tre mesi in primavera a causa del lockdown - è cresciuto anche il numero dei veicoli allestiti dagli impianti italiani, che hanno superato la soglia delle 20.000 unità (+1% sul 2029), destinate per oltre l'80% è destinato all'esportazione, soprattutto verso la Germania.
Nella dinamica positiva del settore spicca la performance dei camper furgonati, i cosidetti van, più piccoli e maneggevoli rispetto ai classici motohome, ai mansarda ed ai seminterrati, che in molte situazioni vengono utilizzati quasi fossero una seconda auto in famiglia.
Alla luce di questi numeri, sono positive anche le prospettive per l’anno in corso: «I nostri indicatori ci dicono che la domanda resterà alta - dichiara Simone Niccolai, Presidente dell'APC - e non solo per motivi della sicurezza sanitaria legati alla pandemia. I concessionari stanno preordinando a livelli sostenuti e siamo quindi molto fiduciosi nell'andamento delle vendite per il 2021».
Il settore produttivo legato ai camper si concentra con alcune accellenze e marchi storici, soprattutto nella “Camper Valley" toscana, tra le provincie di Siena e Firenze, con un fatturato che ormai non è lontano alla soglia simbolica del miliardo di euro; al contempo, si calcola che siano almeno 7.000 gli addetti, fra diretti ed indiretti, che fanno riferimento a questo mondo, con un’importante filiera legata alle aziende che si occupano di componentistica.