Mercedes: #RitornoAlFuturo sulle strade dell’Appennino

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Variante di Valico contro Panormica. Mercedes 190 E contro Classe E 2016. Passato e presente si affiancano in questo tratto d’Italia
4 novembre 2016

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Barberino del Mugello – Avete tutti presente Cars, il film Pixar in cui un’auto da corsa si ritrova in una cittadina americana sorta ai margini della Route 66 che viene poi tagliata fuori dalla creazione di una delle più classiche highway? Ecco, più o meno ci siamo sentiti un po’ come Saetta McQueen, grazie a Mercedes.

#RitornoAlFuturo non è solo il nome di un evento organizzato dalla casa di Stoccarda. È qualcosa di più. È cercare di guardare e vivere, con gli occhi di oggi, l’esperienza dei viaggi di una volta. Lo scenario, poi, sembra cucito davvero su misura. Ci muoviamo tra Bologna e Barberino del Mugello, alternando i vari percorsi autostradali: la Direttissima, ovvero la Variante di Valico, o la Panoramica, cioè il tragitto “vecchio”.

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Il parco auto a nostra disposizione, poi, è di quelli che capitano una volta nella vita. Al fianco delle nuove Classe E, Classe C Coupé e smart Brabus, possiamo trovare dei mostri sacri come la 200 E del 1984, la 190 E del 1983, la prima generazione di smart del 1998 e la straordinaria 280 SE, passando ovviamente anche per i veicoli commerciali Mercedes che milioni di chilometri hanno macinato sulle nostre strade.

Saliamo subito a bordo della 190 E. Le condizioni del veicolo sono davvero eccellenti, nonostante abbia quasi 30 anni sulle spalle – e nel motore. Nata dalla matita di Bruno Sacco, è forse una delle berline più famose di sempre, oramai entrata di diritto nell’Olimpo. Gli interni sono tenuti in maniera maniacale, con la radica che fa ancora bella mostra di sé dopo un periodo di tempo davvero importante, mente si apprezzano già i vetri elettrici all’anteriore e la regolazione elettrica dello specchietto retrovisore lato passeggero. La strumentazione analogica, per chi da anni è abituato a guidare vetture dotate di cockpit digitale, è un plus che si fa apprezzare in tutto il suo insieme. Un giro di chiave e via: si parte. Lo sterzo si rivela particolarmente morbido, mentre ci saremmo aspettati un po’ di brio in più dal motore – ma, ammettiamolo, con 30 anni sulle spalle, sarebbe stato strano il contrario. Il cambio manuale a cinque marce con il pomello in radica è preciso ed immediato, e si ha davvero l’impressione di essere alla guida di qualcosa di “diverso” se paragonato agli standard degli anni ’80. In quel periodo, era impossibile contare fino a 10 senza vedere una 190 in giro per le strade milanesi, aspetto che ha contribuito a renderne una vera icona nell’immaginario collettivo di casa nostra.

L’autostrada scorre veloce sotto di noi, e avvolti da una pallida nebbia di inizio novembre ci gustiamo il scenario appenninico, tra i più suggestivi del nostro paese, percorrendo la Panoramica. Chissà quante famiglie avranno percorso questo tragitto, magari a bordo di un’auto simile alla nostra! È bello vedere come il lento scorrere del tempo non abbia minato le peculiarità della 190 E: pronta, scattante e agile, si rivela davvero comoda, con pochi fruscii aerodinamici e una solidità dei sedili tutta tedesca.

Arrivati a Barberino del Mugello, ci mettiamo alla guida della nuova Classe E. Il salto temporale è davvero notevole. Stringiamo tra le mani quella che a Stoccarda hanno ribattezzato “la prima auto nativa digitale al mondo”, e la sensazione di essere saliti a bordo di un’astronave – ormai abituati alla 190 E – è immediata. Sarà la strumentazione completamente digitale, che collega il monitor dell’infotainment a quello del cockpit, sarà la possibilità di regolare i diversi assetti per la guida tra comfort, eco, sport, sport+ e individual, o ancora l’avanzatissimo cruise control adattivo, precursore della guida autonoma che si fa apprezzare particolarmente su un tragitto come quello della Variante di Valico, ma rimaniamo davvero colpiti della rapidità del progresso tecnologico compiuto da un’auto in così breve tempo.

Avete tutti presente Cars, il film Pixar in cui un’auto da corsa si ritrova in una cittadina americana sorta ai margini della Route 66 che viene poi tagliata fuori dalla creazione di una delle più classiche highway? Ecco, più o meno ci siamo sentiti un po’ come Saetta McQueen

“Ritorno al futuro” racchiude in sé molto di più che non un semplice gioco di parole. È un invito a non dimenticarci chi siamo, la nostra storia, il nostro passato, per guardare avanti e sapere dove si vuole e dove si deve andare, tenendo sempre a mente quanto fato da chi è venuto prima di noi. È un po’ la stessa metafora del bivio che affrontiamo sull’A1 quando ci troviamo davanti al bivio tra Panoramica e Direttissima. Vero, se siamo in ritardo, teniamo la destra, superiamo due gallerie e risparmiamo sul tempo, ma volete mettere la sensazione di appagamento dei sensi che ci da viaggiare con un panorama simile, vero simbolo dell’Italia centrale?

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