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Ad una settimana dallo scandalo Volkswagen esploso negli Stati Uniti e piombato come un fulmine a ciel sereno anche in Europa qualcosa inizia a muoversi nel mondo dell’auto. All’inizio infatti sembrava che nessuno dei costruttori se la sentisse di prendere immediatamente le distanze dal colosso di Wolfsburg.
Tonfo in borsa, per tutti
Un atteggiamento che ha lasciato molte perplessità, come se anche altre Case automobilistiche avessero qualcosa da nascondere sotto al tappeto. Lo hanno testimoniato in maniera cristallina i mercati finanziari, visto che non solo i marchi del Gruppo Volkswagen, ma anche i principali costruttori europei hanno registrato perdite vertiginose in borsa nell’ultima settimana. Si parla di 50 miliardi di capitalizzazione bruciati sulle piazze finanziarie in soli sette giorni da Volkswagen, BMW, FCA, PSA, Renault, Audi, Porsche e Daimler.
Cifre vertiginose, che fanno paura agli analisti ma ancor di più ai piani alti dei grandi costruttori d’auto.
Per questo alcuni - ma non ancora tutti per il momento - hanno preso carta e penna per mettere nero su bianco la loro posizione in merito alla vicenda “dieselgate”. La prima a metterci la faccia è stata BMW, incolpata dal giornale tedesco Bild di aver manomesso le centraline proprio come i vicini di Wolfsburg. Dopo un tonfo vertiginoso in borsa la Casa dell’Elica ha diffuso un comunicato dove prende posizione senza troppi giri di parole.
BMW: non abbiamo nulla da nascondere
“Il Gruppo BMW” - recita la nota ufficiale - “non ha manipolato o alterato in nessun modo i test sulle emissioni. Abbiamo rispettato in ogni Paese i limiti previsti dalla legge. In altre parole i nostri sistemi di trattamento dei gas di scarico funzionano a dovere anche quando l’auto viaggia su strada e non si trova su un banco prova”.
“L’ICCT [International Council on Clean Transportation, l’ente che ha fatto scoppiare il dieselgate VW, ndr] ha confermato che la BMW X5 e altri 13 modelli BMW sottoposti ai test sono risultati conformi alle leggi in merito alle emissioni degli NOx. Non sono state riscontrate discrepanze tra le X5 testate in laboratorio e quelle provate su strada in merito alle emissioni”.
Per sgomberare definitivamente il campo da eventuali dubbi poi la Casa di Monaco aggiunge: “BMW è disponibile a discutere le procedure di test con le autorità competenti e rende disponibili i suoi veicoli per i test in qualsiasi momento”.
BMW rende disponibili i suoi veicoli per i test in qualsiasi momento
Meredes: pronti ai test in qualsiasi momento
I colleghi di Mercedes a questo punto non si sono fatti attendere. Anche la Casa di Stoccarda ha diffuso una nota ufficiale dai toni decisamente netti. “Respingiamo in maniera categorica - inizia il comunicato della Stella - le accuse in merito a qualsiasi manipolazione in merito alle emissioni dei nostri veicoli. Una componente difettosa o una funzione in grado di ridurre in maniera illegittima il livello di emissioni non è masi stato usato e mai lo sarà su un veicolo prodotto da Daimler. E questo vale sia per i diesel che per i benzina. Tutti i nostri motori rispettano e aderiscono a qualsiasi norma imposta dalla legge”.
“Siamo disponibili a metterci al tavolo del governo europeo e tedesco per sviluppare un nuovo sistema di omologazione capace di misurare le emissioni in reali condizioni di guida. Siamo pronti a collaborare in maniera costruttiva con le autorità competenti in Germania, Europa e Stati Uniti. Siamo disponibili a fornire in ogni momento i nostri veicoli per effettuare test”.
Subaru: siamo in regola
Anche i giapponesi della Subaru però non hanno perso occasione per prendere posizione. Durante la recentissima presentazione alla stampa internazionale della Subaru Levorg è comparsa una slide piuttosto sintetica ma con parole che pesano come macigni in questi giorni: “Subaru rispetta alla perfezione le leggi vigenti in tema di emissioni ed è in regola con tutti test di omologazione”.
Nuovo ciclo? Meglio tardi che mai
Insomma alcuni costruttori hanno tirato la testa fuori dalla sabbia e hanno iniziato a far sentire la loro voce. Da un lato per mettere in chiaro le cose davanti ai propri clienti, ma anche nel tentativo di calmare i mercati. Dall’altro ora si sono dichiarati disposti - meglio tardi che mai - a rivedere insieme alle autorità competenti il ciclo di omologazione.
Uno scenario che noi chiediamo da anni e che finalmente guarderebbe agli interessi reali degli automobilisti.