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Il colosso tedesco ha annunciato l’adozione dei robot Apollo, sviluppati dalla società americana Apptronik, insieme a software di intelligenza artificiale di Google DeepMind. Queste nuove tecnologie vengono testate presso il Digital Factory Campus di Berlino-Marienfelde, con l’obiettivo di ottimizzare la logistica e il controllo qualità nella produzione.
Diversamente dai robot industriali tradizionali, fissi e specializzati in compiti ripetitivi, Apollo è un robot bipede progettato per muoversi in autonomia nelle fabbriche e svolgere compiti diversi. Attualmente viene testato nel trasporto di componenti tra le postazioni di lavoro, con il potenziale di estendere le sue applicazioni ad altre fasi della catena di montaggio.
Mercedes ha investito oltre 85 milioni di sterline in Apptronik, rafforzando la partnership con l’azienda americana, che collabora da anni con la NASA. L’integrazione dell’intelligenza artificiale di Google DeepMind comprende Gemini Robotics e Gemini Robotics Extended Reasoning, due nuovi modelli basati su Gemini 2.0, la più avanzata tecnologia AI sviluppata da Google. Questi sistemi non si limitano all’elaborazione di testi e immagini, ma permettono di impartire comandi fisici ai robot per eseguire operazioni complesse.
Oltre ai robot umanoidi, Mercedes-Benz sta implementando sistemi AI per migliorare il controllo qualità e la supervisione della produzione. L’intelligenza artificiale viene utilizzata per analizzare anomalie produttive, individuare difetti nei veicoli e ottimizzare i processi di assemblaggio.
"L’AI si occupa dei compiti che ci piacciono meno, lasciandoci più tempo per attività a valore aggiunto. È un enorme guadagno in efficienza", ha dichiarato Joerg Burzer, membro del consiglio Mercedes responsabile della produzione.
L’azienda ha inoltre aggiornato il proprio sistema digitale di produzione con un nuovo Chatbot Ecosystem AI-driven, che migliora la comunicazione tra gli operatori e i macchinari.
Per il momento, Mercedes-Benz introdurrà questa tecnologia solo negli stabilimenti europei e statunitensi, senza piani di espansione in Cina. La decisione sembra legata a questioni geopolitiche e a una strategia mirata a rafforzare la competitività nei mercati occidentali.