Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
L’ultima volta era stato quasi un anno fa, anche se a voltarsi indietro sembra siano passati secoli: da giugno 2018 il mercato auto cinese non riportava il segno + accanto ai dati di vendita e quindi il consuntivo di aprile è doppiamente importante, perché potrebbe essere non soli il segnale di un’inversione di tendenza dopo mesi di risultata negativi, ma anche perché arriva mentre in tutto il mondo si combatte la pandemia, con la Cina in pole position tra le nazioni che stanno uscendo dalla fase di emergenza.
I numeri diffusi dalla Caam (la locale associazione dei costruttori automobilistici) indicano che in Cina ad aprile 2020 sono state immatricolati due milioni di nuovi veicoli, che corrispondono ad una crescita sullo stesso mese 2019 dello 0,9%.
Il consuntivo del primo quarto dell’anno, che ovviamente è largamente influenzato dalla chiusura dei siti produttivi e dei punti vendita in conseguenza del Covid-19 – si attesta così al -32% sul 2019, fermandosi a 5,7 milioni di unità.
L’inversione di tendenza del più importante mercato automobilistico del mondo ha un valore soprattutto morale, perché lascia spazio alle speranze dei costruttori che sperano in un rimbalzo positivo dopo l’arresto quasi totale delle vendite generato dalla pandemia.
Per sostenere la domanda di nuovi veicoli, va inoltre segnalata la scelta del Governo centrale di pianificare una serie di interventi: prima della pandemia, come ricordato in apertura di articolo, i dati di vendita non erano certo brillanti, visto che sul mercato cinese gravavano incertezze internazionali legate alla guerra dei dazi con gli USA ed alle norme più restrittive in tema di emissioni.
Le autorità cinesi hanno stabilito il prolungamento delle agevolazioni fiscali e delle sovvenzioni sugli acquisti di veicoli elettrici per altri due anni (con scadenza nel 2022), mentre la vendita dei veicoli che non soddisfano i più attuali standard sulle emissioni - stabiliti dal protocollo Cina VI - sarà comunque consentita per altri sei mesi, anche dopo la scadenza originaria prevista per il 1 luglio 2020.
In parallelo, il Governo di Pechino ha chiesto agli istituti finanziari di estendere i periodi di rimborso, riducendo al contempo le richieste di acconti e i tassi di interesse sui prestiti per l’acquisto di nuove auto.