Mercato: le associazioni chiedono interventi al Governo

Mercato: le associazioni chiedono interventi al Governo
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La difficile situazione del Mercato italiano dell'Auto ha portato le principali associazioni di settore a chiedere al Governo interventi concreti
4 luglio 2012

Sembra un tunnel senza uscita il momento di difficoltà che sta attraversando il mercato dell'Auto, che, oltre ad essere influenzato da una situazione economica globalmente difficile, necessita in Italia di una maggiore attenzione da parte dell'Esecutivo per riprendersi da una crisi particolarmente acuta.

Tutte le principali associazioni di settore concordano richiedono interventi al Governo, a partire dall'ANFIA, il cui Presidente, Roberto Vavassori, ha definito il 2012 «un anno orribile, molto difficile – aggiungendo che vi è - la certezza che non torneremo più ai livelli del 2007.»

Vavassori è tornato a chiedere allo Stato «di fare la propria parte, anche se solo con questi interventi non sopravviveremo a lungo.» L'ANFIA ha ricordato i buoni numeri dell'export (+16% nel 2011, un giro da 20 miliardi di euro), ma anche la fragilità strutturale del mercato interno: «Vanno prese misure a breve termine perché peggio di così non può andare.»

Per questo Vavassori ha chiesto con forza al Governo «di allineare la deducibilità delle auto aziendali all'Europa: è una legge sciocca, di un bieco populismo.» E, oltre a questo, di abolire l'Ipt «non c'è periodo migliore per toglierla e abbassare il costo dell'energia, superiore a quello della manodopera.»

Lancia l'ennesimo appello al Governo anche Romano Valente, Direttore Generale dell'UNRAE, l'Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri, che precisa: «Le aziende chiudono, la disoccupazione aumenta, il Pil si riduce. Come si fa a non intervenire? Servono interventi strutturali e vorremmo intravedere qualche segnale positivo dopo il vertice di Bruxelles.»

Valente è tornato sulle nerissime previsioni per il 2012, tracciando un mercato dell'auto «che sta soccombendo sotto i colpi della manovra estiva 2011 e la Salva Italia di Monti.» E, ribadendo le previsioni di oltre 2,3 miliardi in meno di gettito Iva, ha accusato lo Stato «di non cogliere le conseguenze di questo periodo.»

Sottolinea la gravità della situazione anche Mario Beretta, Vicepresidente di Federauto, che evidenzia come «il 30% dei concessionari sia a rischio chiusura. Secondo Beretta, la fine di quest'anno «metterà tutti noi a durissima prova, tanto che è ipotizzabile che il 30% dei concessionari sarà costretto ad abbandonare il business.»

Per questo ha chiesto «impegno straordinario di tutti» e in particolare allo Stato «una maggiore attenzione.» Secondo Federauto anche il 2013 confermerà livelli bassi di produttività e solo nel 2014 si potrà tornare attorno ai 2 milioni di immatricolazioni in Italia. Questo, secondo Beretta, «porterà a cambiamenti netti nelle reti di vendita e di assistenza», tanto che l'associazione prevede per il 2017 il dimezzamento degli imprenditori concessionari, il -27% delle imprese e il -25% dei punti vendita.

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