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Il Ministero dei Trasporti ha reso noti i dati relativi alle immatricolazioni dell’anno 2011, confermando in toto la previsione effettuata da Federauto.
Dicembre 2011 si è chiuso a 111.211 pezzi, registrando un -15,3% sull'analogo mese dello scorso anno. Il 2011 ferma quindi il pallottoliere a 1.748.143, in calo dell'10,8% rispetto al 2010. Ma se confrontiamo il 2007, anno record, al 2011, la perdita è del 30%, ossia -745.000 vetture.
Così commenta Filippo Pavan Bernacchi, Presidente di Federauto, l'associazione che rappresenta i concessionari di tutti i marchi commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, camion e autobus: «Il mercato degli autoveicoli è stato vittima dei botti di fine d'anno. I fuochi d'artificio lanciati su di noi e sui nostri clienti, contro ogni logica, si chiamano IVA, Imposta Provinciale di Trascrizione, superbollo per le auto prestazionali, accise sui carburanti, rincari sulle assicurazioni e sui pedaggi autostradali. Un colpo dopo l'altro in un crescendo che ha posto le basi per il licenziamento di decine di migliaia di lavoratori, come peraltro pronosticato da Confindustria e Confcommercio. Faccio notare che paradossalmente il primo danneggiato è lo Stato, che introiterà almeno 2 miliardi in meno tra IVA e tasse varie.»
Specifica Piero Carlomagno, Presidente dei concessionari del Gruppo Fiat: «Nel nostro settore, tra diretto e indotto, lavorano in Italia 1.200.000 persone. Inoltre nel 2010 abbiamo contribuito al gettito fiscale nazionale nella misura del 16,6%. Cifre che fanno tremare i polsi e che dovrebbero far riflettere il nuovo Governo proprio ora che si parla di rilanciare l'economia.»
Aggiunge Mario Beretta, Presidente dei concessionari Volkswagen-Audi: «Negli ultimi mesi si è registrata un'escalation preoccupante: settembre -5,7%, ottobre -5,5%, novembre -9,25% e, infine, dicembre -15,3%.»
Conclude Pavan Bernacchi: «La ricetta dovrebbe essere quella di agevolare la domanda, non di schiacciarla a suon di tasse, balzelli e gabelle. Siamo fiduciosi che il Ministro dello Sviluppo Economico ci chiami quanto prima per esaminare le ragioni dei concessionari di autoveicoli che, con i costruttori, fatturano l'11,6% del PIL italiano, impiegando 1.200.000 di addetti. Insieme al nostro past President, Vincenzo Malagò, vorremmo illustrare proposte concrete, che auspichiamo verranno inserite nel pacchetto "cresci Italia". In tal modo tutti potremmo uscirne vincenti: lo Stato, l'ambiente, la sicurezza, i nostri dipendenti, i cittadini, i clienti, le case automobilistiche e i concessionari. In una parola: l'Italia. Il tutto proseguendo lo svecchiamento del parco circolante e affrontando l'annoso problema della fiscalità delle auto aziendali».