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I dati diffusi dal CED del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, con 110.292 immatricolazioni riportano a luglio una flessione della vendita di nuove auto del -19,4% su luglio 2020; ancor più impietoso il confronto su luglio 2019, dove si arriva al -28% mentre il consolidato da inizio anno archivia 995.239 unità, il -19,6% rispetto allo stesso intervallo 2019.
A rendere meno amara la pillola, arriva la notizia dell’approvazione in Parlamento del rifinanziamento degli incentivi per la rottamazione, provvedimento nel quale l’intero comparto automotive confida moltissimo per invertire la tendenza negativa.
Ma i primi frutti del nuovo provvedimento si vedranno non prima dell’autunno e quindi ci sono da affrontare almeno un altro paio di mesi di ulteriore calvario e sofferenza per le reti commerciali.
Nei primi sette mesi dell’anno, la perdita rispetto al 2019 sale a circa 250.000 unità (-19,5% con 1.236.481 immatricolazioni), portando la previsione di fine anno con oltre 300.000 auto perse, che si sommano alle 500.000 in meno immatricolate nel 2020; in soldoni, la perdita complessiva rispetto al periodo pre-covid supera le 800.000 unità.
Fra le alimentazioni, forti flessioni interessano benzina, diesel e metano, che si portano nel mese al 27,4% di quota (31,5% nel cumulato), al 22,7% (24%) grazie anche al noleggio, e al 2% (2,4% in gennaio-luglio); il GPL sale all’8,4% (6,6% nel cumulato).
In rapida e progressiva ascesa le vetture elettrificate: le ibride sono al 29,4% di quota (in crescita anche rispetto al 27,6% del cumulato), le plug-in toccano il 5,6% di share (4,4% nei sette mesi), grazie anche al supporto del noleggio (senza il quale si fermerebbero al 4%), e le elettriche arrivano al 4,6% (3,5% da inizio anno).
Continuano le ottime prestazioni di Fiat Panda, Fiat 500 ibrida e Lancia Ypsilon, che occupano, rispettivamente, primo, secondo e quarto posto nel segmento mild/fullhybrid; tra le PHEV, Jeep Compass e Jeep Renegade conquistano, rispettivamente, le prime due posizioni nella classifica, sia a luglio che nel cumulato da inizio anno, mentre Fiat 500 è il modello più venduto tra quelli elettrici, sia a luglio, che da inizio 2021.
La struttura del mercato sotto il profilo degli utilizzatori mostra in luglio un forte calo dei privati, al 61,8% del totale (-1,4% sul 2020), allineata a quella dei primi sette mesi dell’anno; le autoimmatricolazioni cedono oltre la metà dei volumi, fermandosi al 10,4% di quota nel mese e al 10% nel cumulato; il noleggio a lungo termine perde “appena” il 12% sul 2019 (-10% sul 2020) e sale al 17% di quota di mercato, per la forte flessione delle principali società Top, a cui si contrappone la crescita delle Captive (nel cumulato gennaio-luglio la rappresentatività è del 17,2%).
L’unico canale in crescita è il noleggio a breve termine, che raddoppia i volumi sul 2019, chiudendo il mese al 4,8% di quota, comunque rallentando sul 5,9% di gennaio-luglio; le società, seppur in forte calo a doppia cifra sia verso il 2019 sia verso il 2020, salgono su una share del 6% (5,4% nei 7 mesi).
In riferimento ai segmenti, a luglio, utilitarie e superutilitarie valgono il 36% del mercato, in calo del 13,6%, mentre nei primi sette mesi di la loro quota è del 39,4% (+46,2%); i modello più venduto è sempre Fiat Panda, con Fiat 500 e Lancia Ypsilon in seconda e terza posizione.
Le auto dei segmenti medi hanno una quota del 10% a luglio (-42%) e del 10,8% nei primi sette mesi del 2021 (+14,1%), con Fiat Tipo al primo posto da inizio anno; i SUV hanno una quota di mercato del 48,5% nel mese, in calo del 14,8%, e valgono il 45,7% del mercato nel cumulato, che cresce del 44,3%.
Nel dettaglio, i SUV piccoli rappresentano il 23,1% del mercato del mese (Fiat 500X il modello più venduto) e si riducono del 12,5% rispetto a luglio 2020, mentre crescono del 51% nel cumulato; i SUV compatti rappresentano il 19,2% (al primo posto Jeep Compass), in calo del 15,2% nel mese e in crescita del 42,1% nei primi sette mesi del 2021; i SUV medi, con quota del 5%, si riducono del 18,7% nel mese e aumentano del 29% nel cumulato, mentre le vendite di SUV grandi sono l’1,3% del totale (-29% nel mese e +26,8% nei primi sette mesi del 2021); il 31,3% delle vendite di SUV riguardano autovetture del Gruppo Stellantis.
I monovolumi rappresentano il 2% del mercato di luglio e delle vendite dei primi sette mesi, in calo sia nel mese (-55,6%), che nel cumulato (-25,8%); infine, le auto sportive, superiori e di lusso hanno una quota dell’1,2% nel mese e dell’1% nel cumulato.
Il Gruppo Stellantis, nel complesso, totalizza nel mese 39.939 vetture (-20,1%), con una quota di mercato del 36,2%; da inizio 2021, le immatricolazioni del Gruppo toccano le 391.952 unità (+39,5%), con quota di mercato del 39,4% (era 39% nei primi sette mesi del 2020).
Sono sei i modelli del Gruppo Stellantis nella top ten di luglio: con Fiat Panda sempre in testa (7.126 unità), seguita, al secondo posto da Jeep Compass (3.234) e al terzo da Lancia Ypsilon (3.139); quarto posto per Fiat 500 (2.836), quinto per Fiat 500X (2.830) ed ottavo per Jeep Renegade (2.696).
In luglio, l’analisi per area geografica mostra una sostanziale stabilità di quota fra mese e cumulato per Nord Ovest e Centro, a fronte di mezzo punto di incremento per il Sud e le Isole; il Nord Est perde circa un punto, mantenendo la leadership grazie al noleggio, senza il quale scenderebbe al terzo posto.
Nuovo progressivo calo delle emissioni medie di CO2 delle nuove immatricolazioni che in luglio si riducono del 16,5%, attestandosi a 119,5 gkm rispetto ai 143,2 dello stesso periodo 2019; nel cumulato, le emissioni calano del 14,3% a 123,1 g/km (143,6 g/km in gennaio-giugno 2019). In luglio l’analisi delle immatricolazioni per fascia di CO2 mostra una sostanziale stabilità di quota delle vetture incentivate da 0 a 20 g/Km e un incremento per quelle da 21 a 60 g/Km.
La fascia 61-135 g/km, in attesa degli incentivi, si riduce ancora, fermandosi sotto il 62% di quota; recupera pochi decimali quella da 136 a 190 g/km (al 24% di quota) e mezzo punto quelle penalizzate dal malus oltre i 190 g/km di CO2 (al 2% del totale).
Il mercato dell’usato a luglio chiude in flessione del 17,4% sul 2019 con 313.150 passaggi di proprietà al lordo delle minivolture; i primi sette mesi archiviano un calo del 18,4% rispetto al 2019 con 2.084.985 passaggi complessivi.
«Il risultato negativo di luglio - afferma Paolo Scudieri, Presidente di Anfia - oltre ad essere rappresentativo di un mese in cui ancora si attendeva il rifinanziamento degli incentivi della fascia 61-135 g/km di CO2, deriva anche dal confronto con un luglio 2020 che, pur avendo chiuso a -11%, dava i primi segni di recupero rispetto alle pesantissime flessioni dei mesi precedenti. Per i prossimi mesi, contiamo sulla spinta degli incentivi da poco rifinanziati e dal 5 agosto entreranno in vigore anche gli incentivi all’acquisto di nuovi veicoli commerciali leggeri, ridando finalmente sostegno anche a questo comparto».
«Il rinnovo degli incentivi - ha detto Michele Crisci, Presidente dell’Unrae - era un provvedimento atteso, ma l’entità delle risorse risulta inadeguata per sostenere, almeno fino a fine anno, la sostituzione del maggior numero possibile di auto inquinanti con vetture Euro6. Il provvedimento approvato, per come è formulato, fa prevedere un rapido esaurimento dei fondi e, dunque, il rischio concreto che già a settembre ci sarà un nuovo stop del mercato, ragione in più perché tutto il Governo decida di rifinanziare la rottamazione delle vecchie auto prolungando gli incentivi anche nei prossimi mesi».
«In riferimento agli incentivi sul nuovo - dichiara Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto - le cui prenotazioni per la categoria M1 consentiranno al mercato di tirare un po’ il fiato in questa seconda parte dell’anno, speriamo che in breve tempo si trovi una soluzione normativa per rimediare alla data perentoria di fine anno, fissata per legge, per le immatricolazioni con agevolazioni, altrimenti il rischio è di non poter riconoscere il contributo ai clienti qualora l’immatricolazione del veicolo, già prenotato, dovesse avvenire nel 2022, anche a causa dei ritardi nelle consegne dettati dalla persistente carenza di materie prime e componenti nella catena di produzione. Inoltre, in considerazione dei target ambientali è necessario pensare ad un rinnovo strutturale dell’ecobonus, in scadenza a dicembre».