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Non c’era bisogno dei dati Istat a certificare la “recessione tecnica“ del nostro Paese: sarebbe bastato un semplice passaggio dai concessionari di auto per percepire direttamente e toccare con mano quanto sia in affanno oggi l’economia in Italia.
Il 2019 si è aperto con una nuova e ben rilevante flessione del mercato auto: le 164.864 unità vendute gennaio si tramutano in un calo del 7,6% rispetto alle 178.326 di gennaio 2018, che segnò un leggero incremento delle vendite (+3,7%) anche grazie alle massicce da azioni promozionali delle Case e delle loro Reti di vendita e dal ricorso alle autoimmatricolazioni.
E se sul mondo automotive si addensano nuvoloni che annunciano tempesta, è già sicuro che ulteriori turbolenze arriveranno dall’introduzione a partire dal prossimo marzo del sistema “bonus-manus“ inserito dal Governo in manovra.
Inoltre, rischia di essere ulteriormente rinviato il pur urgente - ed invocato a gran voce dalla filiera automotive e da gran parte delle amministrazioni locali - ed auspicato rinnovo del parco circolante, visto che le norme in vigore non sembrano tenerne conto, stante anche l’esclusione delle vetture più anziane, rispondenti alla Direttiva Euro 0, dalla possibilità di rottamazione per usufruire del bonus.
Nel dettaglio, i dati di gennaio confermano la drastica caduta nella richiesta di vetture diesel, che perdono quasi un terzo degli ordinativi; questa situazione amplifica anche il fenomeno della destinazione estera delle vetture diesel immatricolate in Italia: nelle esportazioni, il primo Paese di destinazione è la Bulgaria, con oltre 100.000 unità nei primi 9 mesi del 2018, il 30% del totale delle nostre esportazioni e in aumento del 5,4% rispetto allo stesso periodo 2017.
Le difficoltà di collocamento delle auto a gasolio emergono anche esaminando lo stock di autoimmatricolazioni che a fine ottobre ammontava a circa 156.500 unità (dato ad oggi consolidato), composto dal 69,6% da auto diesel.
Il diesel in gennaio accusa una flessione del 31,4% con oltre 30.000 vetture in meno, scendendo al 41,1% di quota, oltre 14 punti in meno del gennaio 2018; il tutto a vantaggio della benzina, oggi la motorizzazione più rappresentativa del mercato, con il 45,1% del totale (+12,6%), incrementando i volumi del 27,8%.
Le vetture ibride crescono del 17,8%, confrontandosi comunque con il +51% del gennaio 2018 e salendo al 5,1% del mercato (+1,1%), con una fase di attesa dei clienti privati in vista dell’introduzione del bonus per le vetture fino a 70 g/km di CO2 dal prossimo 1° marzo, mentre sono sempre dinamici gli acquisti di noleggio e società.
Un rallentamento delle vendite interessa anche le vetture elettriche che segnano una crescita contenuta al +9,3% (allo 0,2% di quota), le principali beneficiarie del bonus.
Il GPL in gennaio segna una crescita dell’8,2%, salendo al 7,3% di quota, mentre il metano perde quasi la metà delle vendite, scendendo all’1% del mercato totale.
Le marche nazionali totalizzano nel mese 40.258 immatricolazioni (-21,3%); i marchi FCA (escludendo Ferrari e Maserati) totalizzano 39.773 unità nel mese (-21,6%), con andamento positivo per il brand Lancia (+55,4%); bene anche Ferrari (+42,9%) e Lamborghini (+155,6%), mentre sono in affanno Fiat (-29,2%), Alfa Romeo (-45,3%) e Maserati (-36,1%).
Sono tre i modelli italiani nella top ten di gennaio: Fiat Panda sempre in testa alla classifica (14.552 unità), seguita da Lancia Ypsilon (6.606), che sale di ben cinque posizioni; ottavo posto per Fiat 500X (3.410).
Fiat Panda e Fiat 500 sono le auto più vendute tra le superutilitarie: insieme raggiungono una quota di mercato nel segmento del 55%, mentre Lancia Ypsilon è l'auto più venduta tra le utilitarie.
Dagli acquisti per canale di vendita emerge come le persone fisiche siano le uniche in positivo a gennaio: il +3,7% le porta al 64,3% del totale, visto che pesanti cali a doppia cifra hanno interessato il noleggio (-17,8%) e le società con -29,7%.
Sul fronte dei segmenti, cali a doppia cifra interessano le vetture C e D e l’alto di gamma (F), che cede il 42% delle vendite; una flessione allineata a quella del mercato ha interessato il segmento E, mentre una lieve riduzione ha coinvolto le utilitarie che crescono in quota al 38,4% del totale.
L’unico canale in crescita è quello delle city car, frutto anche del confronto con il gennaio 2018 in cui furono le sole in contrazione; la loro quota recupera il 2,3%, portandosi al 17,9%.
Forti riduzioni a doppia cifra in gennaio hanno interessato quasi tutte le carrozzerie, fatta eccezione per monovolume grandi (+4,3%) e crossover (+6%) ed una flessione più contenuta per le berline, che superano il 50% di quota.
I SUV nel complesso a gennaio sfiorano il 41% di quota di mercato, quasi il 4% in più dello stesso mese 2018. In contrazione la rappresentatività delle altre carrozzerie.
L’analisi per area geografica mostra una riduzione delle vendite a doppia cifra nel Nord Ovest che nel totale perde 2 punti, fermandosi al 30,4%; al top nel ranking sale il Nord Est con il 32,1% di quota, seppur in perdita di qualche decimo; in lieve calo le vendite dell’Italia centrale e meridionale, con un recupero di quota, mentre l’unica area in territorio positivo è quella delle isole.
Infine, a gennaio si sono registrati 377.787 passaggi di proprietà al lordo delle minivolture (i trasferimenti temporanei a nome di un operatore in attesa della rivendita a cliente), in calo del 3,7% rispetto ai 392.268 del gennaio 2018.
«Dopo la ripresa di dicembre - commenta Paolo Scudieri, Presidente di Anfia - gennaio 2019 si confronta con un gennaio 2018 che aveva registrato, per questo mese, i volumi più alti dal 2010. Da rilevare come per la prima volta da settembre 2003, le autovetture diesel perdono la leadership di mercato a favore delle auto a benzina. La progressiva contrazione delle vendite di auto diesel, sulla scia di quanto accaduto negli altri maggiori mercati europei, sta cambiando il mix delle alimentazioni: la campagna di demonizzazione del diesel tout court e i provvedimenti di limitazione del traffico nei centri urbani, con la penalizzazione di alcune tecnologie rispetto ad altre, sono tra le principali cause. L’anno si apre quindi in maniera non ottimale, sia per la situazione economica non favorevole, sia per le preoccupazioni legate all’entrata in vigore, a partire da marzo, del bonus-malus».
«Secondo le stime del nostro Centro Studi e Statistiche - afferma Michele Crisci, Presidente dell’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere - il deciso rallentamento della domanda interna peserà anche sugli acquisti di auto ed il mercato nel 2019 proseguirà su un trend di ridimensionamento, in linea con quanto osservato nel 2018”. L’anno dovrebbe chiudersi in ulteriore flessione dell’1,1% a 1.888.500 unità, oltre 21.000 in meno delle 1.910.000 del 2018. L’effetto del bonus-malus dovrebbe essere più di sostituzione che di vendite aggiuntive, data la crescente incertezza generale e considerati gli effetti negativi, anche psicologici, su tutti i potenziali clienti di vetture a più alti consumi».