Mercato Italia: gennaio ancora in calo, -14%

Mercato Italia: gennaio ancora in calo, -14%
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Il nuovo anno parte in salita, condizionato da una situazione generale piuttosto confusa: si avvertono però i primi effetti degli incentivi
2 febbraio 2021

I dati reso forniti dal Ministero di Infrastrutture e Trasporti indicano che a gennaio le immatricolazioni di autovetture nuove sono state 134.001, il -14% rispetto allo stesso mese del 2020.

Penalizzato da due giorni lavorativi in meno rispetto a gennaio 2020, e con ulteriori elementi di incertezza oltre la pandemia come la crisi di Governo, va segnalato il trend positivo delle vetture elettrificate: ibride ed elettriche chiudono a +121% e le ricaricabili a +90%, attestandosi ad una quota di mercato del 5%

Al contempo, si conferma il calo delle alimentazioni tradizionali: le vetture diesel si riducono del 31% e valgono il 27% del mercato, sei punti in meno rispetto a dodici mesi fa, mentre le auto alimentate a benzina calano del 33% nel mese e rappresentano il 36% del mercato; anche le auto GPL e quelle a metano subiscono flessioni sostanziali nel mese: le prime calano del 15%, le seconde del 33%.

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Il comparto di ibride ed elettriche, che come anticipato cresce del +121%, ibride mild e full aumentano del 128%, con quota di mercato del 24,5% (era il 9% a gennaio 2020); le ricaricabili vendute a gennaio 2021 sono il 90% in più, grazie alle forti variazioni positive sia delle elettriche pure (+28% e 2% di quota), che delle ibride plug-in (+180% e 3% di quota).

In questo contesto, ottime performance per Fiat Panda, Lancia Ypsilon e Fiat 500 nelle loro versioni ibride, che si piazzano al primo, terzo e quarto posto a gennaio; tra le PHEV, Jeep Compass e Jeep Renegade plug-in si confermano il secondo ed il terzo modello più venduto, mentre Fiat 500 è best seller tra i modelli elettrici, insieme a Smart Fortwo.

In riferimento ai segmenti, a gennaio le superutilitarie registrano un calo tendenziale del 13% e le utilitarie dell’11%; in flessione anche i volumi di medio-inferiori (-31%), medie (-30%) e superiori (-0,1%).

I SUV registrano un calo tendenziale del 7%, con quota di mercato del 43% nel mese; nel dettaglio, i SUV piccoli diminuiscono del 2% (al primo posto Jeep Renegade e Fiat 500X è al terzo posto), i SUV compatti del 9%, i SUV medi del 17% e i SUV grandi del 6%.

Sette Stellantis nella Top Ten

Dalla struttura del mercato di gennaio, sotto il profilo degli utilizzatori emerge la tenuta dei privati che, con 91.600 vetture (-0,7%), crescono di oltre 9 punti di quota, sfiorando il 68% sul totale, grazie al sostegno dei nuovi incentivi introdotti con la Legge di Bilancio; le autoimmatricolazioni proseguono nel trend di ridimensionamento e perdono 1/5 dei volumi, scendendo di quasi un punto di quota all’11,6% del totale.

Il noleggio a lungo termine rimane stabile al 14,8% di quota (con circa 20.000 unità), presentando un andamento di calo in linea con le immatricolazioni complessive: nel dettaglio, le principali società Top di noleggio a lungo perdono quasi il 20% dei volumi, mentre le Captive si fermano a -6,2%, mentre c'è da segnalare il drastico crollo del noleggio a breve termine che quasi azzera il numero di immatricolazioni nel mese (poco più di 1.000 unità), con flessione del 92,5%, scendendo sotto l’1% di quota dal 9% dello stesso periodo 2019; infine, le società e gli enti complessivamente considerati, con un calo in linea con il mercato, in gennaio sono di fatto stabili al 4,8% di quota sul totale. 

Dal punto di vista delle aree geografiche, in forte calo il Nord Est, penalizzato dalla performance negativa del noleggio a breve termine, che perde la prima posizione scendendo al 27,6% di quota a beneficio del Nord Ovest al 30,6%; una leggerissima contrazione caratterizza l’Area Centrale, mentre archiviano il mese in territorio positivo Sud ed isole. 

Il Gruppo Stellantis, nel complesso, totalizza nel mese 52.683 immatricolazioni (-21,7%) con quota di mercato del 39,3% ed andamento positivo per il brand Maserati (+2,2%).

Sono ben sette i modelli del Gruppo Stellantis nella top ten di gennaio, con Fiat Panda sempre in testa (12.088 unità); terzo posto per Lancia Ypsilon (4.047) e quarto per Jeep Renegade (3.445); al quinto posto troviamo Citroen C3 (3.401), sesta Opel Corsa (3.222) e settima la Peugeot 208 (3.186); chiude la top ten Fiat 500X (2.616).

Il mercato dell’usato a gennaio 2021 totalizza 259.244 trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture a concessionari, pari al -23,5% rispetto allo stesso mese del 2020.

I commenti delle Associazioni

«Il mese iniziale del 2021 - commenta Paolo Scudieri, Presidente di Anfia - parte svantaggiato, nonostante la piena attività dei concessionari, mentre la crisi di Governo ha aggiunto un ulteriore fattore di incertezza in un momento storico già difficile. È probabile che, in assenza delle misure di incentivazione entrate in vigore ad inizio anno, i risultati sarebbero stati peggiori. C’è molto da recuperare, ma confidiamo che nei prossimi mesi si possa assistere ad una graduale ripartenza della domanda. Speriamo che il Paese possa al più presto ritrovare la stabilità necessaria a valorizzare al massimo la programmazione di spesa delle risorse del PNRR, per il quale Anfia sta continuando a lavorare con gli interlocutori istituzionali ponendo l’accento su rivoluzione verde, transizione ecologica e mobilità sostenibile, macro-temi da declinare soprattutto facendo leva sul rafforzamento competitivo della filiera industriale automotive, sostenendo investimenti e riconversioni produttive nelle nuove tecnologie a basse emissioni. Ad oggi le imprese automotive che si trovano ad affrontare gli ingenti investimenti di una riconversione produttiva non hanno a disposizione adeguati strumenti agevolativi».


«In questo scenario - afferma Michele Crisci, Presidente dell’Unrae - la nostra stima per il 2021 di 1.550.000 immatricolazioni, pari ad un andamento positivo del +12% rispetto all’annus horribilis appena chiuso, va letta in relazione al trend pre-pandemia: parliamo ancora di un pesante calo del 19% rispetto ai livelli 2019 e non è certamente una stima prudenziale. I programmi del PNRR rappresentano un’occasione storica per l’Italia, fondamentali per il decollo della mobilità verde e il rilancio del settore automotive, con benefici per l’ambiente la stabilità occupazionale e il bilancio dello Stato. In questo quadro, il nostro settore può giocare un ruolo centrale per il riavvio dell’economia, attraverso tre pilastri strategici su cui convogliare le risorse disponibili: un corretto supporto allo sviluppo della mobilità green, rispettando la neutralità tecnologica; la realizzazione di infrastrutture di rifornimento per i veicoli di nuova generazione; una maggiore competitività delle aziende italiane, allineando la fiscalità delle imprese che si avvalgono di auto aziendali a quella dei principali Paesi europei, riducendo il gap competitivo di cui soffrono». 

«Se non fosse stato per il contributo alle immatricolazioni dei primi acquisti attivati dai nuovi incentivi, operativi dal 18 gennaio - dichiara Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto - il risultato finale sarebbe stato pesantissimo, un vero e proprio crollo. Questo fa capire quanto sia importante in questa fase congiunturale poter contare sul supporto degli incentivi, dal momento che il ritorno ad una piena normalità, anche economica, dipenderà dall’evoluzione della crisi sanitaria, dalla conseguente durata delle restrizioni agli spostamenti delle persone e alle attività economiche e dalle scelte operate dalla politica. Certamente il pacchetto di stimoli per sostenere la domanda introdotto con la Legge di Bilancio 2021, al quale la Federazione ha lavorato alacremente e in modo compatto con gli altri attori della filiera, rappresenta un elemento determinante a patto che sia sostenuto nel tempo e con risorse finanziarie adeguate. In tema di fiscalità, inoltre, auspichiamo un rapido adeguamento, secondo l’emendamento presentato alla conversione del DL Milleproroghe, dei valori soglia al ciclo WLTP della normativa delle auto concesse in fringe benefit poiché il mercato delle vetture aziendali sta risentendo negativamente dell’aumento automatico della tassazione scattata dal 1° gennaio 2021, con le aliquote passate dal 40% al 50% per i veicoli con emissioni di CO2 tra 161 e 190 g/km e dal 50% al 60% per i veicoli che superano i 190 g/km».

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