Mercato Italia, Capodanno amaro: 2018, -3,1%

Mercato Italia, Capodanno amaro: 2018, -3,1%
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Il piccolo sprint di dicembre non basta a colmare il gap: il mercato italiano torna in territorio negativo. E le prospettive non sono rosee, anzi…
3 gennaio 2019

Malgrado il saldo positivo dell’ultimo mese dell’anno, con dicembre 2018 che chiude con un quasi +2% (per la precisione, +1,96%) sul corrispondente 2017, i dati ufficiali del Ministero di Infrastrutture e Trasporti sanciscono il ritorno nella zona rossa per il mercato dell’auto nel nostro Paese: a dicembre ci sono state 124.078 immatricolazioni, che portano il 2018 a chiudere con 1.910.025 unità vendute, corrispondenti al -3,1% rispetto al 2017 (quando furono 1.971.345), con un saldo negativo quindi di circa 60.000 vetture.

A questo risultato, che ribalta i dati positivi delle ultime stagioni in cui il mercato era sembrato tornare a marciare spedito dopo gli anni della grande crisi, hanno contribuito diversi fattori, come l’entrata in vigore dei nuovi standard sulle emissioni, ma anche le incertezze legate al quadro politico nazionale: in questo, anzi, il Governo ci ha messo del suo per rendere la situazione più delicata e complessa, al punto che oggi le voci critiche verso la manovra economica 2019 riuniscono in maniera compatta tutte le organizzazioni legate al mondo dell’automotive.

Il nuovo anno si apre così all’insegna della preoccupazione, per le ripercussioni negative del bonus-malus, il clima di incertezza economica ed il contesto produttivo critico.

Diesel, GPL e metano in affanno

Passando all’analisi del mercato per alimentazione, a dicembre 2018 sono in crescita le immatricolazioni di autovetture a benzina, ibride ed elettriche, ed in calo quelle diesel, GPL e metano.

Le autovetture diesel continuano a calare: -17% a dicembre, con una quota del 45,9%, e -12% nell’anno, con quota di mercato del 51,2%.

Andamento opposto per le auto a benzina: +41% nel mese e +8% nell'anno, con quota rispettivamente del 42% e del 35,5%.

Le vetture ad alimentazione alternativa toccano il 12,1% del mercato a dicembre e il 13,3% nel totale 2018, in calo del 4,8% nel mese e in crescita del 10% nel 2018. Le autovetture GPL sono in calo sia a dicembre (-4%), che nel totale 2018 (-3,5%), con quota di mercato del 6,1% nel mese e del 6,5% nell'anno, mentre quelle a metano subiscono a dicembre un pesante ridimensionamento (-50%), mantenendo, però, un saldo positivo nel 2018, pari al 14%; la loro quota di mercato è dell'1,1% a dicembre e del 2% nel 2018.

Continua la performance positiva delle auto a zero emissioni: le vetture elettriche crescono dell'88% a dicembre, (pari a circa 370 unità), e del 147% nell'anno, sfiorando le 5.000 unità; la loro quota di mercato è dello 0,3%, sia a dicembre che nel 2018.

Infine, le autovetture ibride (incluse le plug-in) aumentano del 16,5% a dicembre e del 30,5% nel 2018, toccando la quota a dicembre del 4,6% e nel 2018 del 4,5%.

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Crossover e fuoristrada sugli scudi

Tra canali di vendita, gli acquisti dei privati segnano un incremento dell’8,6% in dicembre, attenuando la flessione dell’anno ad un -2,4%; nel 2018, la quota recupera mezzo punto percentuale, portandosi al 56,9% del totale.

Anche il noleggio segna un incremento del 6,9% in dicembre, rimanendo stabile in volume nel totale anno (+0,4%), con una quota che recupera meno di un punto, al 22,6% del mercato; nel 2018 il lungo termine segna un leggero incremento (+1,2%) a fronte del calo del breve termine del 7%.

In forte flessione le vendite a società in dicembre (-21,8%) e nell’anno, in calo del 9,3% (al 20,5% di quota), dovuto soprattutto alla flessione delle autoimmatricolazioni, visto il confronto con la spinta che questo canale aveva registrato nel 2017.

Nel 2018 sono in flessione quasi tutti i segmenti, con cali più accentuati per le city car e le vetture del segmento E, ad eccezione delle medie (segmento C) a +1% delle vendite e dell’alto di gamma a +4,2%.

Le utilitarie si confermano stabili nel 2018, al 36,6% di quota, inseguite dal segmento C in crescita al 33% di quota; stabili le medie superiori (D) al 12,7%, mentre flettono le city car che, in contrazione di oltre 1 punto, si fermano al 15,6% del totale.

Le carrozzerie a fine anno si presentano quasi tutte in territorio negativo, ma spiccano gli incrementi a doppia cifra di crossover e fuoristrada, che insieme rappresentano nel 2018 il 38,6% delle vendite (+8%).

Sul fronte delle aree geografiche nell’anno perde il podio il Nord Ovest, in flessione dell’8%, al 30,8% di quota: al primo posto sale il Nord Est, con il 32,7% del totale e recuperano qualche decimo di punto l’Italia centrale, meridionale e insulare.

In conseguenza del tipo di motorizzazioni acquistate, continua a salire la CO2 media ponderata, che in dicembre segna un incremento del 7,1% (a 120,6 g/km) e a fine anno dell’1,8%, portandosi a 114,4 g/km, rispetto ai 112,4 dell’anno precedente.

2018 tormentato per FCA

In riferimento al mercato per segmenti, a dicembre e nel totale 2018, Fiat Panda e Fiat 500 sono le più vendute del segmento delle superutilitarie: insieme raggiungono una quota di mercato nel segmento, del 55% a dicembre e del 52% nel 2018. Lancia Ypsilon è la più venduta a dicembre del segmento delle utilitarie, mentre Fiat Tipo prima del segmento C.

Sia a dicembre che nell'anno, Jeep Renegade e Fiat 500X sono i due SUV piccoli più richiesti (Renegade nel mese, 500X nel 2018); Jeep Compass è il più venduto dei SUV compatti e Alfa Romeo Stelvio è best seller dei SUV medi.

I modelli del Gruppo FCA rappresentano il 21% del mercato dei SUV di tutte le dimensioni, sia nel mese che nell'anno; nel 2018, il monovolume più venduto è Fiat 500L.

Le marche nazionali, nel complesso, totalizzano nel mese 31.989 unità (-0,6%), con quota del 25,8%.; nel 2018, le immatricolazioni ammontano a 504.473 (-10,1%), con quota del 26,4%.

I marchi di FCA (escluse Ferrari e Maserati) totalizzano 31.648 immatricolazioni nel mese (-1,1%), con quota di mercato del 25,5%; andamento positivo per i brand Lancia/Chrysler (+38,6%) e Jeep (+60,3%), bene anche Ferrari (+112,5%) e Lamborghini (+20%).

Nei dodici mesi, i marchi FCA totalizzano 499.546 vetture immatricolate, con un calo del 10,4% e quota di mercato del 26,1%; chiude positivamente il 2018 il brand Jeep (+70,7%), cui si affiancano Ferrari (+16%) e Lamborghini (+59,4%).

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Fiat Panda come la Juventus

Sono cinque, a dicembre, i modelli italiani nella top ten delle vendite, con Fiat Panda (10.418 unità) sempre in prima posizione, seguita da Lancia Ypsilon (4.355) e da Jeep Renegade (3.458), stabili in seconda e terza posizione; sesta piazza per Jeep Compass (2.910), seguita da Fiat 500X (2.883).

La top ten del 2018 conta sei modelli italiani: Fiat Panda (un po’ come la Juventus nel calcio) coglie un altro alloro con 122.475 unità, con Fiat 500X (49.930), Lancia Ypsilon (48.560) e Fiat 500 (44.146) al secondo, quarto e quinto posto. In sesta posizione si colloca Jeep Renegade (41.942) e in nona Fiat Tipo (40.332).

Il mercato dell’usato, infine, a dicembre 2018 totalizza 337.269 trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture a concessionari, in calo del 5,2% su dicembre 2017.

I commenti delle Associazioni

«La crescita mediamente contenuta di dicembre e il calo della chiusura d’anno - commenta Paolo Scudieri, Presidente di Anfia - sono dovuti in buona parte alle conseguenze dei nuovi standard sulla misurazione delle emissioni e, quindi, dell’obbligo di immatricolare solo vetture dotate di un propulsore Euro 6C e 6D temp. Il 2018, in generale, ha visto un andamento altalenante: 7 mesi su 12 hanno chiuso con il segno meno e nella prima parte dell’anno i fattori che più hanno inciso su questo trend sono stati dapprima l’instabilità politica e il clima pre-elettorale e poi la progressiva contrazione delle vendite di auto diesel, sulla scia di quanto accaduto negli altri maggiori mercati europei. Nell’ultima parte dell’anno, inoltre, hanno influito negativamente il peggioramento del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese e le tensioni politiche legate alla manovra finanziaria. L’anno appena iniziato si apre all’insegna della preoccupazione per le ripercussioni negative del bonus-malus, in quanto ad essere colpite non saranno solo le autovetture di lusso e di grossa cilindrata, ma anche moltissimi modelli ampiamente diffusi sul mercato per il clima di incertezza economica, nonché per un contesto produttivo piuttosto critico, con l’indice della produzione dell’industria automotive in calo dallo scorso luglio e gli ordinativi da agosto».

«Nell’anno appena concluso - spiega Michele Crisci, Presidente dell’Unrae - per gli automobilisti italiani erano state ventilate ipotesi di riduzione del carico fiscale, incidendo sulle accise dei carburanti, e di rassicurazione sulla mancata introduzione di nuove tasse. Il 2019, invece, si apre con un’imposizione aggiuntiva per gli acquirenti di nuove auto che colpirà non solo quelle di lusso o di grossa cilindrata, peraltro già assoggettate al superbollo, ma alcune versioni di modelli diffusi sul mercato, in particolare, presenti nella prima fascia soggetta al malus. Il 2019 dovrebbe attestarsi su un volume di auto vendute più basso del 2018, sia per la tassazione aggiuntiva che provocherà un forte ammanco di IVA nelle entrate dello Stato, sia per una tendenza al rallentamento che già si era fatta vedere negli ultimi mesi del 2018, non solo nelle immatricolazioni ma anche nelle acquisizioni di nuovi contratti».

Voci critiche anche dai concessionari: «Nel 2019 - spiega Adolfo De Stefani Cosentino, presidente della Federauto - ci aspettiamo un anno difficile per il settore, sul quale graverà l’impatto negativo determinato dall’ecotassa. L’aggravio di costo, variabile da 1.100 a 2.500 euro, peserà su moltissimi modelli, anche di fascia media, determinando un’ulteriore flessione dell’immatricolato rispetto ai volumi 2018, che non sarà compensata dagli acquisti di auto elettriche ed ibride che beneficeranno, invece, del bonus governativo. Inoltre, non ci aspettiamo alcun effetto sul rinnovo del vetusto parco circolante (età media 10,8 anni) che contraddistingue il nostro Paese che, al contrario, necessiterebbe di maggior attenzione da parte del legislatore».
 

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