Mercato Italia: anche giugno è sottozero

Mercato Italia: anche giugno è sottozero
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Ulteriore contrazione del mercato su base mensile: il -2,1% di giugno porta il bilancio del primo semestre ad un pesante -3,5%. E le prospettive non sono per nulla incoraggianti
2 luglio 2019

La calura estiva non scalda il mercato automobilistico italiano: a giugno, le immatricolazioni di nuove vetture sono state 171.626, in contrazione del 2,1% su giugno 2018, mentre il bilancio del primo semestre (che statisticamente vale il 57% sul totale annuo) chiude a 1.082.197 unità, pari al -3,5% sul 2018.

Continuando questo trend, il saldo finale annuo potrebbe arrivare a 1.835.000 immatricolazioni, rispetto alle 1.910.564 del 2018, un livello che rispetto al record ante-crisi del 2007 è in diminuzione di ben il 26,4%.

Auto diesel, profondo rosso

La struttura del mercato mostra una flessione degli acquisti dei privati (-4,7%), che nel cumulato mantengono una leggera positività, al 56,1% di quota sul totale (+2,4%); crescita a doppia cifra nel mese per il noleggio (+12,6%) grazie al forte incremento del breve termine (+35,6%), a fronte di una crescita ridimensionata del lungo termine (+5,7%) che risente del forte calo delle principali società top (-22,7%), bilanciato dalla crescita sostenuta delle Captive (+65,6%); nel semestre il noleggio segna un leggero segno più, pur con il lungo termine in lieve flessione, e una quota che sale al 27,7% (+1,3%); le società mostrano a giugno un calo a doppia cifra (-11,5%), più acuta nel cumulato gennaio-giugno (-21,6%) con quota che scende rispettivamente al 19,7% (-3,1%) e al 16,2% (-3,7%) del totale.

Per le alimentazioni, non fa quasi più notizia il pesante calo del diesel (-22,6%) che depurato dal noleggio, sarebbe ancora più profondo (-31,5%!); nel cumulato semestrale, la flessione è del 23,9% (-28% al netto del noleggio) e la quota di mercato scende di oltre 11 punti, al 42,7% del totale. 

Per ovvio contrappunto, è sempre in forte crescita la richiesta di modelli a benzina: +27,1% nel mese e +24,5% nel semestre (+19,3% e +19,7% al netto del noleggio), intorno al 43% del totale sia sul mese che nel cumulato. 

Buoni valori di incremento anche le vetture ibride, con +18,3% a giugno e +30,2% nel semestre (+25,5% e +32,1% depurate dal noleggio), ora al 5,5% e al 5,3% di quota sul totale; il Gpl cresce del 2,7% a giugno e del 5,3% nel semestre, in linea con le immatricolazioni al netto del noleggio, fermandosi al 6,7% di quota in gennaio-giugno, mentre il metano perde circa 1/3 dei volumi immatricolati nel 1° semestre, fermandosi all’1,6% di rappresentatività (2% in giugno), in linea con l’andamento al netto del noleggio.

Le vetture elettriche crescono del 225% a giugno, toccando lo 0,8% di quota, un incremento dei volumi che sarebbe ancora più ampio se depurato dal noleggio (+402,4%); nel semestre, raggiungono il +120,2% di incremento sul totale (0,5% di quota), che sarebbe  del +193,3% al netto del noleggio.

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Robusta richiesta di SUV

L’analisi per segmento evidenzia nel mese un incremento a doppia cifra per le city car e l’alto di gamma, a fronte di un calo degli altri segmenti: il semestre archivia una crescita delle sole city car al 16,5% di quota e un leggero calo delle utilitarie, in crescita al 37,6% del totale. Il segmento C scende al 32% di quota, il D all’11,8%, mentre sono stabili all’1,8% e allo 0,3% i segmenti E e F.

Per le carrozzerie, a giugno crescono crossover, multispazio e sportive, e nel semestre l’incremento interessa solo crossover e multispazio; insieme ai fuoristrada i SUV valgono il 42,2% del mercato di giugno e il 41,1% del semestre.

A giugno, Fiat Panda è la più venduta del segmento delle superutilitarie: da sola, pesa, nel segmento, per il 38%; Jeep Renegade è il SUV più venduto e Alfa Romeo Stelvio tra i SUV Medi; nel complesso, i modelli del Gruppo FCA sono quasi un'auto su cinque del mercato dei SUV di tutte le dimensioni, mentre Fiat 500L è il monovolume più venduto del mese e vale il 33% delle vendite totali tra i monovolumi.

Scende la quota di FCA

Le marche nazionali totalizzano nel mese 39.236 immatricolazioni (-10,6%), con quota del 22,9%; da inizio 2019, le immatricolazioni ammontano a 269.992 unità (-11,6%), con quota del 24,9%.

I marchi di FCA (escludendo Ferrari e Maserati) toccano 38.560 immatricolazioni nel mese (-11,2%), con quota del 22,5%; andamento positivo per i brand Lancia/Chrysler (+8,7%) e Jeep (+9%), bene anche Maserati (+8,6%) e Lamborghini (+53,6%).

Nel semestre, i marchi di FCA consegnano 266.765 vetture (-11,9%) e quota del 24,6%; chiusura positiva da inizio anno per il brand Lancia/Chrysler (+27,7%), a cui si affiancano Ferrari (+20,2%) e Lamborghini (+84,5%).

Sono quattro, a giugno, i modelli italiani nella top ten delle vendite: Fiat Panda (11.287 unità) sempre in prima posizione, seguita da Jeep Renegade (5.137), in risalita di quattro posizioni; al quarto posto c’è Lancia Ypsilon (4.349), al decimo Fiat 500X (3.247).

L’analisi del mercato per aree geografiche rivela come nel mese l’unica in territorio positivo sia il Nord Est, mentre nel semestre sono tutte un calo; l’analisi al netto del noleggio rafforza la flessione per le due aree del Nord Italia e per il Centro.

I trasferimenti di proprietà in giugno registrano un importante calo (-10,4%), con 322.692 passaggi, al lordo delle minivolture (i trasferimenti temporanei a nome di un operatore in attesa della rivendita a cliente), rispetto ai 360.298 dello stesso periodo 2018; il semestre archivia 2.177.217 trasferimenti di proprietà, in flessione del 5,7% rispetto ai 2.307.771 dello scorso anno.

L’effetto del Bonus-Malus

L'analisi per fascia di CO2, elaborata dal Centro Studi e Statistiche Unrae, rivela che a giugno - il quarto mese dall’introduzione del Bonus/Malus - hanno segnato un incremento del 205,9% le immatricolazioni di auto fino a 20 g/km di CO2, sostenute dal Bonus ma già in crescita lo scorso anno, mentre sono in flessione le vetture da 21 a 70 g/km di CO2 (-46,1%), seppur anch’esse incentivate.

Continua la crescita di quelle soggette al Malus, oltre i 160 g/km di CO2: +120,1% per quelle da 161 a 175 g/km, +15,2% da 176 a 200 g/km, +85,7% da 201 a 250 g/km, mentre flettono del 3,3% quelle oltre i 250 g/km.

Relativamente al consuntivo del semestre, a fronte di un fondo impegnato di quasi 18,4 milioni di euro sui 20 stanziati per la fase “sperimentale” degli incentivi, gli effetti sulle immatricolazioni di vetture indicano un incremento del 139,1% della fascia fino a 20 g/km di CO2, +14,5% da 21 a 70 g/km, +120,7% per quella da 161 a 175 g/km, +11,8% da 176 a 200 g/km, +87,4% da 201 a 250 g/km, per concludere con un +4,7% per la fascia oltre i 250 g/km.

I commenti delle Associazioni

«Prosegue la frenata del mercato - rileva Paolo Scudieri, presidente di Anfia - con calo a due cifre delle immatricolazioni di vetture diesel. Da segnalare che le vetture elettriche fanno il record assoluto in termini di unità, con 1.456 veicoli venduti e quota di mercato, con volumi più che triplicati rispetto a giugno 2018. Nel primo semestre, le auto elettriche superano le 5.000 unità, più del doppio rispetto ad un anno fa. Anche le vetture ibride, comprese le le plug-in, sono in crescita a doppia cifra, +18% a giugno e +31% nei primi sei mesi, con quota mensile del 5,5%, quasi un punto in più rispetto a giugno dello scorso anno. Le autovetture ad alimentazione alternativa, GPL e metano, valgono il 15,3% del mercato di giugno, la quota più alta da agosto 2018, mentre a luglio 2018 era del 15,9%, in crescita del 5%. Nel cumulato raggiungono la quota del 14%, con crescita dei volumi del 7%».

In questo scenario, va segnalato un passaggio che sembra testimoniare l’intenzione del Governo di rivedere la fiscalità dell’auto in base all’impatto ambientale generato: nell’ambito del Protocollo di intesa “Aria Pulita” firmato il 4 giugno a Torino (vedi qui), fra le altre azioni relative alla mobilità è prevista una riformulazione del bollo auto sulla base delle emissioni inquinanti della vettura.

«Non può non destare il nostro interesse una misure in tal senso - afferma Michele Crisci, Presidente dell’Unrae - che auspichiamo possa davvero determinare un veloce rinnovo del parco circolante, intervenendo sui veicoli più anziani e quindi più inquinanti e meno sicuri, senza penalizzare i veicoli di ultima generazione, innovativi e puliti. Potrebbe essere un primo passo verso una più generale revisione della fiscalità dell’auto, adottando soluzioni come quelle in vigore nei maggiori Paesi europei ed intervenendo in particolare sulla riduzione delle imposte delle auto aziendali e sull’eliminazione del superbollo. Una riforma “sistemica” del regime fiscale sugli autoveicoli dovrebbe riguardare poi la RC, i carburanti, l’usato, i pedaggi, i parcheggi, e determinare un nuovo assetto che premi i veicoli più performanti sotto il duplice aspetto dell’ambiente e della sicurezza».
 

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