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Sono state 160.359 le immatricolazioni di nuove autovetture registrate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ad aprile, dato che rappresenta un calo del 4,6% rispetto alle 168.135 dello stesso mese 2016.
Malgrado tale dato negativo, grazie alle ottime performance iniziali, il primo quadrimestre dell’anno porta in archivio 743.321 vendite, con incremento dell’8% rispetto alle 688.497 dello stesso periodo 2016.
Tra i canali di vendita, è da segnalare la sostanziosa flessione degli acquisti da parte dei privati: il -17,1% di oggi è dato su cui riflettere, soprattutto se paragonato al +14% riportato nello stesso periodo dello scorso anno. La quota di mercato dei privati scende in aprile al 53,9% e il primo quadrimestre registra una flessione dei volumi dell’1,9%, al 57,2% del totale (-5,5%).
Le immatricolazioni a società, nonostante il confronto con l'incremento del 22% dello scorso anno, riportano ad aprile una crescita del 24,8%, risultato non direttamente imputabile alla sola necessità di acquisti per sostituzione o ampliamento del parco da parte delle aziende. Questo canale commerciale, con un recupero di quasi 5 punti, raggiunge il 20,5% del totale nel mese e del 18,1% nel primo quadrimestre, periodo nel quale i volumi si incrementano del 35,5%.
Rallenta la dinamica di crescita del noleggio che segna un +6,4% in volume, determinato dalla spinta del breve termine (+17,1%), a fronte di una flessione del 2% del lungo termine. Il canale del noleggio nel cumulato gennaio-aprile mantiene un solido +15,7%, con quota che sfiora il 25% delle vendite totali.
Sul fronte delle alimentazioni, ad aprile sono di fatto stabili gli acquisti di vetture diesel (+1,1%) e GPL (+1,9%), a fronte di una forte diminuzione delle auto a benzina (-15,5%), in flessione di quasi 4 punti di quota, ferma al 31,5%. Prosegue, poi, la recessione del metano, che riduce di più della metà i suoi volumi, mentre si confermano in crescita le auto ibride: con un eloquente +53,8%, sfiorano ormai la soglia del 3% di quota di mercato.
Nel dettaglio dei segmenti, sono tutti con segno negativo, ad eccezione delle medie superiori del segmento D che, con un +5,8%, recuperano rappresentatività, al pari del segmento C che, flettendo meno del totale, porta il suo impatto al 31,5%.
Dall’analisi per carrozzeria, incremento a doppia cifra dei crossover, a fronte di un calo generalizzato delle altre tipologie; si mantengono in attivo, inoltre, i monovolume piccoli, le multispazio e le sportive.
Buona performance delle vetture italiane, con sei modelli nella top ten mensile delle auto più vendute. Guida la classifica, as usual, Fiat Panda (11.873 unità), seguita da Lancia Ypsilon (5.849) e Fiat Tipo (5.225), che invertono le posizioni rispetto a marzo. Al quinto posto troviamo Fiat 500L (4.939), che risale di quattro posizioni, e al sesto Fiat 500 (4.009); nona posizione, infine, per la Fiat 500X (3.381).
Le marche nazionali, nel complesso, ad aprile arrivano a 47.170 immatricolazioni (-3,9%), con una quota di mercato che passa dal 29,1% di un anno fa al 29,4% di oggi. Nei primi quattro mesi del 2017, le immatricolazioni tricolori sono state 220.733 (+9,9%), con quota di mercato del 29,7% rispetto al 29,2% di un anno fa.
I marchi FCA (escludendo Ferrari e Maserati) valgono 46.883 unità nel mese (-4%), con quota di mercato che sale 29,2% rispetto al 29,1% di un anno fa. Andamento positivo per Alfa Romeo (+46,6%) e soprattutto per Maserati, con con un importante +104,6% replica l’ottima performance dei due mesi precedenti.
Nel progressivo da inizio 2017, i marchi di FCA totalizzano 219.232 autovetture, con una crescita del 9,6% e una quota di mercato del 29,5%, contro il 29,1% di un anno fa. Nel cumulato da inizio anno, presentano risultati positivi Fiat (+9,1%), Alfa Romeo (+35,7%), Lancia/Chrysler (+2,8%) e Jeep (+6,6%), a cui si affiancano Maserati (+125%) e Lamborghini (+8,5%).
«Il primo segno negativo dopo trentaquattro mesi consecutivi in crescita - rileva Aurelio Nervo, Presidente di ANFIA - appare perlopiù dovuto agli effetti di calendario, visto che aprile 2017 ha contato due giorni lavorativi in meno rispetto al 2016. Non si tratta di un segnale preoccupante: il miglioramento del clima di fiducia dei consumatori, il calo dei prezzi dei carburanti e la buona performance delle vetture italiane fanno ben sperare per il mantenimento di volumi di mercato in linea con le previsioni nei mesi a venire».
«Due giorni lavorativi in meno - commenta Michele Crisci, nuovo Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case Automobilistiche Estere - valgono circa dieci punti percentuali: malgrado l’effetto calendario, il mercato mantiene la propria effervescenza nell’area delle immatricolazioni a società, mentre la flessione degli acquisti dei privati non sembra solo imputabile al mix dei canali di vendita. Così, grazie ad un primo trimestre già più alto delle aspettative e al miglioramento dello scenario macroeconomico atteso per i prossimi mesi, la previsione elaborata dal nostro Centro Studi e Statistiche indica un totale anno a 1.996.000 vetture, in crescita del 9,3%, con circa 170.000 unità aggiuntive rispetto alle 1.825.700 vetture del 2016. Se così fosse, nel 2017 si tornerebbe a sfiorare il livello di 2 milioni di immatricolazioni, volume superiore a quello del lontano 2010».
«L’abbondante infornata di ordini del primo trimestre - rileva Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l'associazione che rappresenta i concessionari di tutti i brand commercializzati in Italia - ha anticipato parte della domanda. Ma il quesito è: questa battuta d’arresto nella crescita è da imputarsi alle vacanze pasquali o è il sintomo di un rallentamento del trend di crescita? Noi riteniamo che da ora a fine anno assisteremo a una decelerazione della crescita e che l’anno possa concludersi con un incremento del +8% circa rispetto al 2016. Il che porterebbe le immatricolazioni totali a circa 1.950.000 pezzi. Auspichiamo che a maggio ci sia un recupero soprattutto nelle vendite ai privati, il canale che ha mostrato minore vivacità rispetto ad aziende e noleggio. Ad ogni modo, è indubbio che stiamo sviluppando numeri importanti, quasi pre-crisi, e che l’Italia è tornata a far sentire il suo grande peso specifico sullo scacchiere automobilistico europeo».