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Il cielo annuncia quasi l’estate, ma sui concessionari d’auto grandina forte che neppure a dicembre: mai come oggi la metafora atmosferica s’impone, alla luce dei dati di vendita di marzo.
Dati molto attesi, soprattutto perché relativi al primo mese del (presunto) inizio degli eco-incentivi: ebbene, ecco la doccia ghiacciata, visto che le immatricolazioni di nuove auto in Italia hanno registrato un calo del 9,6%, con 193.662 unità rispetto alle 214.250 di marzo 2018, con perdita secca di oltre 20.000 unità.
Si archivia così il primo trimestre, che vale in media il 29% del mercato annuo, con una flessione del 6,5%, e 537.289 vetture immatricolate nel 2019, 37.500 in meno rispetto alle 574.803 del gennaio-marzo 2018.
Numeri impietosi, ma che assumono una valenza ancor più grave perché marzo rappresenta il mese in cui si registra il massimo delle immatricolazioni; ma così non è stato e per diverse ragioni: il quadro economico continua a peggiorare e il Paese sta entrando nuovamente in recessione; nel 2019 non vi sono più i superammortamenti per le auto usate come beni strumentali e questo penalizza gli acquisti delle aziende, mentre quelli dei privati continuano ad essere frenati dalla demonizzazione del diesel, mentre si registra anche la minore disponibilità di vetture a KM 0 presso i rivenditori.
Ma, soprattutto, in tale contesto già non roseo si inserisce la questione degli eco-incentivi governativi che pur in vigore dal 1° marzo, non hanno fruttato alcuna immatricolazione perché l’esecutivo è in forte ritardo nella messa a punto dei necessari adempimenti burocratici.
L’analisi per alimentazione, conferma a marzo il calo per le vetture diesel: il -25% corrisponde a quasi 30.000 vetture in meno rispetto a marzo 2018, con una quota del 45%; quelle a benzina salgono del 10% e valgono il 41% del mercato; nei primi tre mesi dell’anno, le diesel sono in diminuzione del 26%, quelle a benzina in aumento del 22%.
Le vetture ad alimentazione alternativa valgono il 13,6% del mercato a marzo e sono in crescita del 5,5% nel mese; nel cumulato rappresentano il 13,2% del totale, in crescita del 4%.
Le GPL crescono del 2% nel mese e del 2,7% nel cumulato, attestandosi al 6,5% di quota, mentre quelle a metano subiscono, a marzo, un altro pesante ridimensionamento: -36%, dopo il tonfo del 50% di dicembre, del 46% di gennaio e del 54% di febbraio. Nel cumulato, il calo delle vetture a metano è del 46%, e valgono l’1,4% del mercato.
Le autovetture ibride (incluse le plug-in) chiudono il mese a +36% e il primo trimestre a +33%; tra le ibride, nel mese, registrano una crescita maggiore le tradizionali (+36%), rispetto alle ibride ricaricabili (+19% e 443 unità), nonostante queste ultime godano di un maggiore incentivo previsto dal bonus; le elettriche, con circa 630 vetture, crescono del 43,1%, ma valgono appena lo 0,3 del totale del mercato.
Sul fronte dei segmenti, a marzo tutti registrano una contrazione, che supera la doppia cifra per C, D e alto di gamma; le city car (A) perdono due decimi di punto, portandosi al 15,8% di quota, le utilitarie (B) salgono al 38,1% (+1,8%), mentre il segmento delle medie (C) perde due decimi, fermandosi al 32,7%; flessione più consistente per il segmento D che scende dell’1,7%, fermandosi all’11,5%.
In flessione a doppia cifra tutte le carrozzerie in cui è scomposto il mercato, fatta eccezione per i crossover, che crescono del 17,5% in marzo, toccando il 33,2% di quota, e per le multispazio in calo più contenuto rispetto al mercato.
In riferimento ai segmenti, Fiat Panda e 500 sono più vendute nel mese tra le superutilitarie: insieme, hanno una quota di mercato nel segmento, del 56%, mentre Lancia Ypsilon è la preferita delle utilitarie, Fiat 500X è il SUV di maggior successo a marzo e Alfa Romeo Stelvio è il più venduto tra i SUV medi; nel complesso, i modelli FCA valgono a marzo il 19% del mercato dei SUV di tutte le dimensioni, mentre Fiat 500L è il monovolume più venduto e rappresenta un terzo delle vendite totali di monovolumi.
Le marche nazionali totalizzano nel mese 48.550 immatricolazioni (-19,1%), con quota del 25,1%; da inizio 2019, le immatricolazioni ammontano a 133.721 unità (-16,2%), con quota del 24,9%.
I marchi di FCA (escludendo Ferrari e Maserati) totalizzano 48.052 immatricolazioni nel mese (-19,3%), con quota del 24,8%; andamento positivo per il brand Lancia/Chrysler (+15,5%), bene anche Ferrari (+37%) e Lamborghini (+71,4%).
Nel primo trimestre, i marchi di FCA totalizzano 132.109 vetture, in calo del 16,6% per una quota di mercato del 24,6%; chiudono positivamente il primo trimestre i brand Lancia/Chrysler (+35%) e Jeep (+2,9%), affiancati da Ferrari (+51,1%) e Lamborghini (+94,9%).
Sono sei i modelli italiani nella top ten: sempre prima Fiat Panda (13.726 unità), seguita da Lancia Ypsilon (6.080) e Fiat 500X (4.662), che sale di ben quattro posizioni; settimo posto per Fiat 500 (4.293), nono per Jeep Compass (4.115) e decimo per Fiat 500L (4.091).
A marzo, la struttura del mercato evidenzia sotto il profilo dei canali di vendita una leggera flessione per gli acquisti dei privati (-1,6%) che valgono il 54,4% del totale e restano in crescita del 4,4% nel cumulato del primo trimestre; flessione a doppia cifra per la domanda business, con il noleggio che perde il 13%, fermandosi al 29,4% di quota (-1,1%), per una contrazione del 19,2% del breve termine e del 7,2% del lungo termine; nel complesso, il noleggio cala del 15,5% nel cumulato, dove vale 1/4 del mercato.
Forte flessione per le immatricolazioni a società (-25,3%) che in marzo scendono al 16,2% di quota (-3,3%), con rappresentatività allineata a quella del cumulato.
Le aree geografiche riducono i volumi immatricolati: in termini di quota, il Nord Ovest rimane stabile al 30% di rappresentatività, il Nord Est scende del 2,2%, fermandosi al 36,2%, l’Italia centrale acquista 1,4%, giungendo al 19,2% di quota, qualche decimo recuperano Sud ed Isole.
Infine, a marzo i trasferimenti di proprietà sono in flessione dell’8,3% con 380.227 passaggi, al lordo delle minivolture (i trasferimenti temporanei a nome di un operatore in attesa della rivendita a cliente) rispetto ai 414.705 del marzo 2018; in tal modo, il primo trimestre archivia una flessione del 5,4% determinata da 1.121.098 trasferimenti rispetto ai 1.185.464 dello stesso periodo dello scorso anno.
«Dopo il lieve recupero di febbraio che faceva seguito al -7,5 di gennaio - commenta Paolo Scudieri, Presidente di Anfia - evidenzia un preoccupante trend discendente, su cui ha pesato anche un giorno lavorativo in meno. Incide su questo risultato anche il perdurante calo dell’indice del clima di fiducia dei consumatori, stanti anche le previsioni negative sull’andamento dell’economia italiana. La fase di stallo nell’applicazione del bonus sta creando evidenti difficoltà a consumatori e rete distributiva, ed i tassi di tassi di crescita delle vetture ad alimentazione alternativa sono ben inferiori rispetto a quelli raggiunti nel 2018, quando per otto mesi la variazione positiva è stata addirittura a tripla cifra».
«La mancanza del Decreto attuativo e la predisposizione della piattaforma, necessari alla richiesta dell’Ecobonus - afferma Michele Crisci, Presidente dell’Unrae - stanno disorientando i consumatori e penalizzando l’operatività delle aziende ed in prospettiva lo scenario del mercato non può che peggiorare, considerato che gli effetti sulle vendite dell’Ecotassa non sono ancora rilevabili: tra le fasce penalizzate dal malus, infatti, quella da 161 a 175 g/km di CO2 ha visto nel mese un incremento delle immatricolazioni, trattandosi, però, di auto ordinate prima del 1° marzo e, quindi, esenti dal pagamento della tassa. Il calo delle vendite, peraltro ampiamente previsto e prospettato nei dettagli al Governo già a dicembre nel corso della riunione sul bonus/malus presso il Ministero dello Sviluppo Economico, non può non preoccupare l’intero comparto. A questo punto diventa pleonastico ribadire l’urgente necessità di un Tavolo su cui discutere di una visione strategica della mobilità in Italia, tavolo al quale diamo ancora piena disponibilità a partecipare nell’interesse delle aziende che rappresentiamo e del mercato italiano».