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Nel mese di luglio, secondo i dati diffusi dal Ministero di Infrastrutture e Trasporti, sono stati immatricolate presso la Motorizzazione 136.455 vetture, con variazione di -11,01% su luglio 2019, quando invece furono 153.335; a giugno, ricordiamo, il calo era stato più che doppio, pari al -23,03%, con 132.635 vetture consegnate rispetto alle 172.313 di giugno 2019.
Da inizio anno, il totale si attesta a 720.620 unità, corrispondenti al -41,72% sul periodo gennaio-luglio 2019, quando ne furono immatricolate 1.236.520.
Sempre a luglio 2020 sono stati registrati 273.622 trasferimenti di proprietà di auto usate, con variazione del -27,81% su luglio 2019, quando ne furono registrati 379.028.
Il totale da inizio anno arriva così a 1.569.882 trasferimenti di auto usate, con variazione di -38,59% rispetto a gennaio-luglio 2019, quando ne furono registrati 2.556.245.
A luglio 2020, il volume globale delle vendite (410.077 vetture) ha interessato per il 33,28% auto nuove e per il 66,72% veicolo usati.
Passando all’analisi del mercato per alimentazione, a luglio prosegue il calo delle alimentazioni tradizionali, mentre continua ad essere positivo per le elettrificate: le vetture diesel si riducono del 12% nel mese e valgono il 37% del mercato, mentre da inizio anno mesi le immatricolazioni sono al -51% rispetto allo stesso periodo del 2019, con quota del 35%, 7 punti in meno; le auto a benzina calano del 23% nel mese e del 43% nel cumulato; valgono il 39% del mercato nel mese ed il 42% nell’anno.
Le alimentazioni alternative raggiungono nel mese il 24% di quota e aumentano i volumi del 21%, mentre si riducono del 9,5% nei primi sette mesi; da inizio anno, le auto ad alimentazione alternativa sono al 22,5% del totale, 8 punti in più sullo stesso periodo del 2019.
Continua il calo delle autovetture alimentate a gas: le GPL diminuiscono del 37% nel mese e del 46% nel cumulato, attestandosi al 6% di quota, a luglio e nei primi sette mesi del 2020; in calo anche le vetture a metano, pur meno della media di mercato: -8,5% a luglio, con una quota di mercato del 2,6%, e -17% da inizio anno, con quota del 2,4%.
Cresce alla grande il segmento delle vetture ibride ed elettriche: +117% a luglio e +36% da inizio 2020; in particolare, ibride mild e full aumentano del 107% nel mese, con quota del 13%, e del 24,5% nei primi sette mesi del 2020, valendo l’11% di quota, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2019.
A luglio, forti variazioni positive sia per le vetture elettriche (+68% e 1,2% di quota) che, soprattutto, per le ibride plug-in (+446% e 1,5% di quota): insieme, rappresentano il 2,7%, sia a luglio che da inizio anno. Nel cumulato 2020, elettriche ed ibride ricaricabili aumentano del 119% sul 2019.
La versione ibrida della Fiat Panda è il modello più venduto a luglio tra tutte le ibride, ricaricabili e non; bene anche le versioni ibride di Fiat 500 (quarto posto) e Lancia Ypsilon (settimo posto).
Le marche nazionali, nel complesso, totalizzano nel mese 31.629 immatricolazioni (-9,8%), con una quota del 23,2%; da inizio 2020, le immatricolazioni ammontano a 172.420 unità (-43,5%), con quota di mercato del 23,9%.
Sei, a luglio, i modelli italiani nella top ten delle vendite, con podio tutto tricolore: Fiat Panda (9.827 unità) sempre prima, seguita da Lancia Ypsilon (3.637) e da Fiat 500X (3.571); al quarto posto troviamo Jeep Renegade (3.121), al nono Fiat 500 (2.644) e al decimo Jeep Compass (2.629).
In riferimento ai segmenti, a luglio continua il calo delle immatricolazioni delle superutilitarie (-27%, con i modelli più venduti nel mese, Fiat Panda e 500 che valgono il 65% del segmento) e di utilitarie (-19%, primo posto Lancia Ypsilon); le vetture medie, invece, crescono del 5,5%, con le medie-inferiori a +5% e medie superiori a +7%.
In calo i SUV di tutte le dimensioni, che cedono il 4% e rappresentano il 44% del mercato del mese; bene i modelli del Gruppo FCA, che a luglio detengono la prima posizione tra i SUV piccoli con Fiat 500X, tra quelli compatti con Jeep Compass e tra i medi con l’Alfa Romeo Stelvio.
Nel dettaglio, calano i SUV piccoli e compatti, mentre crescono medi e grandi, in incremento su luglio 2019 del 40%; variazione negativa anche per i monovolumi che, a luglio, si riducono dell’11,5%. Infine, calano le auto superiori (-6%), quelle di lusso (-8%) e sportive (-38%).
L’analisi del mercato di luglio mostra un ritorno al segno positivo per il noleggio che, con 30.399 unità segna un incremento dell’8,8% sullo stesso mese 2019, con quota di mercato che sale di oltre 4 punti, al 22,2%; nel cumulato, il crollo è ancora forte, del 45,4%, con rappresentatività di poco al di sotto del 25%.
Il risultato positivo del mese è dovuto ad un incremento a tripla cifra del breve termine (+112%) a fronte di una leggera riduzione del noleggio a lungo termine (-2,7%), determinato dal calo delle principali società Top, a fronte di un incremento delle Captive, società di diretta emanazione delle Case.
I privati perdono l’8,5% delle vendite e facendo meglio del mercato recuperano 1,8% di quota, arrivando al 63,2% del totale; nel cumulato la flessione è del 37,7%, al 60,5% di rappresentatività (+3,7 punti percentuali).
Un ulteriore crollo delle vendite nel mese interessa le società che, con poco più di 20.000 immatricolazioni, perdono il 36,7% su luglio 2019, soprattutto per il forte calo delle autoimmatricolazioni, scendendo al 14,6% di quota, allineata a quella del cumulato.
Tutte in calo le aree geografiche: il Nord Est torna market leader con il 32% delle immatricolazioni, grazie al ruolo che il noleggio riveste in questa area; le vendite al netto delle immatricolazioni noleggio, infatti, la porterebbero a perdere quasi 10 punti, arrivando al 22,3%.
«Il mercato auto italiano registra un miglioramento rispetto alle flessioni di maggio e di giugno - commenta Paolo Scudieri, Presidente di Anfia - Oltre al fatto che i volumi registrati nei mesi estivi sono tradizionalmente bassi, sulle immatricolazioni di luglio continua a pesare il clima di incertezza sui tempi e sulle modalità di uscita dalla crisi sanitaria che, si traduce nella tendenza al risparmio e alla rinuncia agli acquisti non necessari. Con la recente conversione in legge del Decreto Rilancio, è stato fatto un primo passo nella direzione del sostegno al comparto automotive ed il Governo ha anticipato che introdurrà ulteriori stanziamenti per circa 500 milioni di euro. L’auspicio è che gli incentivi siano in grado di indirizzare gli acquisti verso i veicoli a basse emissioni, in coerenza con gli obiettivi europei, diretti anche a supportare il rinnovo dei veicoli commerciali leggeri, ad oggi ancora esclusi dal sostegno governativo. La filiera industriale dell’auto è pronta a collaborare con il Governo nella predisposizione di un piano industriale per il settore da definire nei prossimi mesi, anche grazie alla disponibilità dei fondi previsti dal Recovery Fund, che dovranno essere utilizzati anche nella transizione verso le nuove tecnologie, l’elettrificazione e la digitalizzazione».
«Ad agosto - afferma Michele Crisci, Presidente dell’Unrae - sono partiti gli incentivi introdotti dalla Legge Rilancio e i risultati dei primi tre giorni, con quasi dodici milioni di euro richiesti, dimostrano che il mercato ne aveva assoluta necessità e che stiamo andando nella giusta direzione. La strada intrapresa dal Governo è giusta negli obiettivi di breve termine: ora occorre rifinanziare subito il fondo con le attuali caratteristiche, senza introdurre ulteriori specificità o complicazioni ed è il momento di sedersi insieme ed affrontare piani strategici orientati sulla revisione della fiscalità sulle auto aziendali con nuovi criteri di deducibilità e detraibilità dell’IVA, e sulla potente accelerazione nella installazione capillare di infrastrutture di ricarica, avvicinandoci ai nostri principali partner europei. Nello specifico delle auto aziendali, gravate in Italia da un trattamento fiscale penalizzante rispetto agli altri major market, Unrae chiede la detraibilità dell’IVA al 100%, l’aumento della quota ammortizzabile e del costo massimo deducibile, la facoltà dell’ammortamento anticipato da quattro a due anni».