Mercato Italia: a luglio calma piatta

Mercato Italia: a luglio calma piatta
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Vendite sugli stessi livelli del 2018, ma con importanti variazioni all’interno dei segmenti: picco negativo per il diesel, nuovo record per le vetture ad alimentazione alternativa
2 agosto 2019

Mai fidarsi di un solo dato per valutare il mercato: la quasi perfetta stabilità di luglio 2019 sullo stesso mese 2018 (-0,1%), pur con un giorno lavorativo in più, nasconde diversi elementi di riflessione ed analisi.

Partiamo dai numeri, diffusi con l’abituale tempestività dal Ministero dei Trasporti: sono state 152.800 le nuove vetture immatricolate rispetto alle 152.949 del del 2018; da inizio anno, le immatricolazioni rimangono in territorio negativo, con 1.235.698 unità contro le 1.274.598 del 2018, in flessione quindi del 3,1%.

Il fatturato delle vendite è anch’esso in calo, del 2% con 27 miliardi di euro rispetto ai 27,5 miliardi dello stesso periodo 2018; la perdita di IVA per le casse dell’Erario è valutata 100 milioni di euro (-2%).

L’analisi relativa alla struttura del mercato segnala per gli utilizzatori un incremento dei privati con la migliore performance fra i canali di vendita (+7,2% in luglio) al 61,4% del totale (+4,4%) e un +1,5% nei 7 mesi (al 56,8% di quota); il noleggio segna nel mese un +2,3% (ora al 18,1% di quota), determinato dal +2,5% del lungo termine, per la spinta delle società Captive, a fronte di una flessione del breve termine del 5,3%.

Nel cumulato gennaio-luglio l’incremento delle immatricolazioni del noleggio è dell’1%, al 26,5% di quota (+1,1%). Le vendite a società continuano ad arretrare con flessioni a doppia cifra (-19,3% in luglio e -21,2% nei 7 mesi), con quota che si ferma al 20,5% nel mese e al 16,7% nel cumulato (+3,8%).

Male il diesel, bene le alternative

Sul fronte delle alimentazioni, luglio conferma la forte flessione del diesel: -27,5%, che al netto del noleggio sarebbe addirittura del -32,9%; la riduzione di quota è di 14 punti, al 37,2% del totale; nel cumulato il calo del diesel è del 24,2% (-28,6% depurato dal noleggio) al 42% di rappresentatività (-11,6%).

Le immatricolazioni a benzina riportano a luglio una crescita del 35,1% (in linea il dato depurato dal noleggio), con quota che tocca nel mese il 44,8% (+11,7%) e il 43,5% (+10,1%) nel cumulato.

Buona la performance delle vetture ibride, che nel mese ridimensionano però la crescita ad un +8,8%, e valgono il 5,7% del totale mercato, mentre nei sette mesi l’incremento è del 27,1%, al 5,4% di quota.

Torna a crescere il metano (+17,9% nel mese) al 2,6% di quota in luglio e all’1,7% nei 7 mesi ed ottima performance per il Gpl (+12,6% in luglio), al 9,2% del totale.

Le vetture elettriche crescono a luglio del 45,7% (0,6% di quota), che al netto del noleggio diventa un considerevole +246,7% (ma con una quota che è pur sempre dello 0,5%); nel periodo gennaio-luglio la crescita è del 103,8% (+200,5% al netto del noleggio) e la rappresentatività tocca lo 0,5% del totale mercato (0,4% al netto del noleggio).

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Italia, paradiso delle city car

Tutti i segmenti evidenziano una crescita in luglio, fatta eccezione per le medie C e D, al -9,3% e -4,2% (31,9% e 12,2% di quota); l’analisi al netto del noleggio vede in calo anche il segmento E, mentre le altre dinamiche sono sostanzialmente in linea.

Il segmento delle superutilitarie cresce del 20%, mentre le utilitarie sono in calo del 12%; i due segmenti, insieme valgono il 39% del mercato e i rispettivi modelli più venduti sono Fiat Panda (superutilitarie) e Lancia Ypsilon (utilitarie).

I SUV di tutte le dimensioni rappresentano, invece, il 41% del mercato e crescono del 6%, soprattutto grazie alla spinta dei SUV piccoli (Jeep Renegade e Fiat 500X i modelli leader), in aumento nel mese del 20%, mentre calano i SUV compatti e i SUV medi (Alfa Romeo Stelvio è il SUV medio più venduto); crescono, infine, del 9% i SUV di grandi dimensioni, le auto di lusso (+20%) e le sportive (+30%), il cui modello più venduto è Fiat 124 Spider.

Nel mese, fra le carrozzerie, evidenziano un incremento crossover (+11,6%) e monovolume grandi: i primi raggiungono il 34,8% di quota nel mese e il 32,8% nel cumulato e sommati ai fuoristrada coprono il 43,6% del mercato del mese (il 41,5% del gennaio-luglio), inseguendo le berline.

Per FCA una fase complicata

Le marche nazionali totalizzano nel mese 34.999 immatricolazioni (-18,1%), con quota di mercato del 22,9%; da inizio 2019, le immatricolazioni complessive sono state 305.078 (-12,4%), con quota di mercato del 24,7%.

I marchi FCA (tranne Ferrari e Maserati) totalizzano 34.020 unità nel mese (-19,4%), con quota di mercato del 22,3%; andamento positivo per i brand Lancia/Chrysler (+24,8%), Jeep (+3,1%), Ferrari (+30%).

Nei primi sette mesi del 2019, i marchi FCA totalizzano 300.867 vetture, con calo del 12,8% e quota di mercato del 24,3%; chiude bene il cumulato da inizio anno il brand Lancia/Chrysler (+27,4%), affiancato da Ferrari (+22,3%).

A luglio, troviamo cinque modelli italiani nella top ten delle vendite: Fiat Panda (10.678 unità) sempre in prima posizione, seguita da Lancia Ypsilon (4.315), che risale di due posizioni, e da Jeep Renegade (4.257); quinto posto per Fiat 500X (3.275), e decimo per Jeep Compass (2.959).

Bonus-Malus: effetti quasi nulli

L’analisi sulle immatricolazioni per fascia di CO2, elaborata dal Centro Studi e Statistiche Unrae, mostra impatti di fatto nulli degli incentivi governativi chiamati “Bonus-Malus“ a cinque mesi dalla sua introduzione: le vetture che usufruiscono dell’Ecobonus registrano per il periodo marzo-luglio una crescita del 113% per la fascia fino a 20 g/km e addirittura una flessione del 2,5% per quelle da 21 a 70 g/km, fasce che rappresentano appena lo 0,8% del totale delle immatricolazioni, rispetto allo 0,5% dello stesso periodo dell’anno precedente.

Non si rilevano invece impatti significativi per quelle soggette al Malus, forse perché Costruttori e distributori preferiscono assorbirne il costo piuttosto che disattendere le richieste dei Clienti: la fascia da 161 a 175 g/km evidenzia un +103,6%, quella da 176 a 200 g/km un +4,1% e quella da 201 a 250 g/km un +71,2%, mentre resta stabile la fascia oltre i 250 g/km (-0,1%); queste vetture coprono una quota di mercato del 3,5%, in crescita rispetto al 2,1% del marzo-luglio 2018.

Le vendite per zone geografiche

L’analisi territoriale evidenzia un incremento delle vendite nel Nord Est e nel Sud dell’Italia, con l’area Nord-orientale che recupera quota di mercato: da inizio anno, l’area più rappresentativa per numero di immatricolazioni è quella Nord-orientale (al 34,7% del totale) ma al netto del noleggio diventa quella Nord-occidentale (curiosamente anch’essa al 34,7% del totale).

Infine, i trasferimenti di proprietà a luglio sono in leggero calo (-1,4%), con 379.028 unità al lordo delle mini-volture, rispetto alle 384.318 dello stesso mese 2018. Nel cumulato da inizio anno, i 2.556.245 passaggi di proprietà significano un calo del 5,1% rispetto ai 2.692.089 del gennaio-luglio dello scorso anno.
 

I commenti delle Associazioni

«Si registra - rileva Paolo Scudieri, Presidente di Anfia - un record negativo per le vetture diesel che toccano, nel mese, la quota di mercato più bassa da settembre 2001, pari al 37% (a luglio 2018 la quota era del 50,8%). In termini di volumi, la flessione riportata è del 27% a luglio e del 24% nei primi sette mesi del 2019. Da segnalare, invece, come record positivo, la quota di penetrazione raggiunta a luglio dalle autovetture ad alimentazione alternativa, 18%, la più alta dal 2015, con volumi in crescita del 13%, che portano la chiusura dei primi sette mesi del 2019 a +8%. A questo risultato mensile hanno contribuito, in particolare, le vetture a GPL, le ibride tradizionali, le vetture a metano che tornano ad avere segno positivo dopo quasi un anno, e le vetture elettriche pure».

«Stimiamo che per il 2019 - afferma Michele Crisci, Presidente dell’Unrae - il mercato dovrebbe toccare un totale annuo di 1.860.000 immatricolazioni circa, 50.000 unità in meno rispetto al 2018, con una flessione del 2,6%. Si tratta di una previsione rivista leggermente al rialzo rispetto alla precedente, soprattutto grazie alla performance del 2° trimestre, migliore delle attese. L’attuale scenario di forte incertezza e di stagnazione per l’economia non consente di prospettare un’evoluzione più favorevole per la domanda di autovetture e in questo quadro non riteniamo che il Bonus/Malus possa dare un apporto positivo in termini di immatricolazioni aggiuntive sul totale mercato, quanto piuttosto incidere sulla mix delle alimentazioni. Tutto questo, in assenza di misure davvero efficaci per svecchiare il parco circolante e rilanciare un mercato in forte sofferenza, si sta traducendo anche in una penalizzazione secca per le casse dell’Erario».
 

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