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L’ottimismo del premier Conte (ci riferiamo al suo proclama «Il 2019 sarà un anno bellissimo!») per il momento non trova conforto nei numeri, almeno per il comparto auto: a febbraio, infatti, sono state immatricolate in Italia 177.825 vetture, in calo del 2,42% sullo stesso mese dello scorso anno.
Dopo il dato negativo del 7,6% registrato in gennaio, i volumi immatricolati da inizio anno ammontano a 343.010 unità, il 4,9% in meno rispetto ai volumi dello stesso periodo del 2018.
Eppure sul mese più breve dell’anno si erano concentrati pensieri positivi, visto l’entrata in vigore dell’ecotassa a partire da marzo si credeva avrebbe spinto all’anticipo dell’acquisto di auto poi penalizzate fiscalmente, oltre alla disponibilità in regime “km zero“ di molte vetture con emissioni di CO2 oltre i 160 gr/km.
Tutto questo non è bastato ad equilibrare i conti, che senz’altro senza i fenomeni prima citati avrebbero portato ad un calo di vendite ben più pesante.
La situazione, dopo il calo di immatricolazioni del 3,1% del 2018, appare difficile, perché al peggiorare della situazione economica si aggiunge la penalizzazione fiscale, per nulla bilanciata dagli incentivi per l’acquisto di auto “green“: secondo alcuni studi, lo stanziamento di 60 milioni di euro per il 2019 potrebbero interessare al massimo 40.000 vetture, quasi una goccia nel mare a fronte dei quasi due milioni (lo scorso anno furono 1.910.000) di auto che costituiscono il mercato in Italia in dodici mesi.
Passando all’analisi per alimentazione, risultano in crescita le vendite di vetture a benzina, ibride ed elettriche, e in calo quelle diesel e a gas: le diesel perdono ben il 21% nel mese, ma con una quota di mercato del 45% riconquistano la leadership, lasciata a gennaio in favore delle vetture a benzina, che nel mese registrano un aumento del 29% e valgono a febbraio il 42,5% del mercato.
Le vetture ad alimentazione alternativa sono al 12,3% del mercato a febbraio, in crescita dell’1,4% nel mese: le GPL sono in contrazione del 2% nel mese e quelle a metano subiscono un ulteriore pesante ridimensionamento (-54%, dopo il tonfo del 50% di dicembre e del 46% di gennaio); nel complesso, le vetture a gas valgono il 6,8% del mercato a febbraio (5,7% GPL, 1,1% metano).
Continua la crescita delle auto a zero emissioni, anche se non ai ritmi elevati del 2018: le elettriche salgono del 3,3% dopo il 16% di gennaio; a febbraio, rappresentano lo 0,1% del mercato, con circa 240 unità. Le vetture ibride (incluse le plug-in) aumentano del 44% a febbraio, con quota nel mese del 5,3%, contro il 4,2% del febbraio dello scorso anno.
In riferimento ai segmenti, Fiat Panda e Fiat 500 sono le auto più vendute tra le superutilitarie: insieme, hanno una quota nel segmento del 56%, mentre Lancia Ypsilon è la più venduta tra le utilitarie. A febbraio, crescono le vendite dei Suv di tutte le dimensioni (+9%), soprattutto Grandi (+43%) e Medi (+18%), rispetto a Piccoli (+7,8%) e Compatti (+5,4%).
I modelli del Gruppo FCA rappresentano il 21% dei Suv di tutte le dimensioni, mentre Fiat 500L è il monovolume più venduto.
Le marche nazionali totalizzano nel mese 44.809 immatricolazioni (-7,4%), con quota di mercato del 25,2%. Nel cumulato da inizio 2019, le immatricolazioni ammontano a 85.101 unità (-14,5%), con quota di mercato del 24,8%; i marchi di FCA (escluse Ferrari e Maserati) totalizzano 44.189 vendite nel mese (-8%), con quota di mercato del 24,8%; andamento positivo per i brand Lancia (+38,9%) e Jeep (+37,6%), bene anche Ferrari (+70%) e Lamborghini (+81,2%).
Nel bimestre gennaio-febbraio, i marchi FCA totalizzano 83.995 vetture, in calo del 14,98% e quota di mercato del 24,5%; chiudono positivamente il progressivo i brand Lancia (+47,2%) e Jeep (+9,6%), ai quali si affiancano Ferrari (+55,4%) e Lamborghini (+108%).
Sono cinque, a febbraio, i modelli italiani nella top ten: sul podio, sempre Fiat Panda (12.542 unità) in prima posizione, seguita da Lancia Ypsilon (5.816), stabile, e da Jeep Compass (5.106); al settimo posto troviamo Fiat 500X (3.861), che sale di una posizione e al decimo, Jeep Renegade (3.577).
Il mercato dell’usato a febbraio registra 363.084 trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture a concessionari, in calo del 4,1% rispetto a febbraio 2018. Nei primi due mesi 2019, i trasferimenti di proprietà sono 740.871, il -3,9% rispetto allo stesso periodo del 2018.
Sotto il profilo delle emissioni, che la CO2 media ponderata delle nuove immatricolazioni in febbraio è salita di quasi 10 punti, toccando i 122,2 g/km rispetto ai 112,7 di febbraio 2018, aggravando un trend in atto già da diversi mesi. Nel primo bimestre il valore si colloca a 121,5 g/km rispetto ai 112,8 del gennaio-febbraio 2018.
Come già in gennaio, a febbraio l’unico canale di vendita a registrare risultati positivi è quello dei privati (+11,4%), la cui quota sale al 58,2% (+7,7%), mentre si posiziona al 61,1% nel cumulato; in flessione nel mese le vendite a società, che scendono al 16,6% di quota, con riduzioni soprattutto nell’area di autoimmatricolazioni e noleggio, al 25,2% di quota, a causa della contrazione a doppia cifra sia del breve (-21,7%) che del lungo termine (-16,3%), ma che registra incrementi nell’alto di gamma.
L’analisi per segmento evidenzia una tenuta per city car e utilitarie, con rappresentatività in crescita al 15,4% (+0,7%) per il segmento A e al 37,4% (+1,4%) per il segmento B.; in calo di oltre il 10% il segmento C che scende al 32,5% (-2,6%), mentre una flessione dell’1,3% caratterizza le vendite del D, al 12,6 di quota sul totale; in forte crescita le vetture del segmento E (+17,3%) che toccano l’1,9% di quota nel mese e nel cumulato.
In territorio positivo anche le vendite dell’alto di gamma, stabili allo 0,2% del totale mercato; generalizzata flessione per le carrozzerie nel mese di febbraio, fatta eccezione per fuoristrada e crossover raggiungono nel mese il 42,1% del totale, a pochi passi dalle berline che, con un calo dei volumi del 6,8%, si posizionano al 46,8% di quota (48,4% nel 1° bimestre); in crescita anche monovolume grandi e sportive pur se con volumi modesti.
Cedono le vendite del Nord Italia, soprattutto nel Nord Est che scende al 34,2% di quota (- 3,1%), mentre fra le aree geografiche crescono quella centrale (+5,7%) che sale in rappresentatività al 20,2%, il Sud (+3,7%) al 9,9% di quota e Isole (+10,3%) al 5,1% del totale.
«Febbraio - rileva Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA - è stato vissuto all’insegna dell’incertezza e dell’attesa per via del bonus-malus. L’attesa ha prodotto da dicembre, un rallentamento della crescita delle vetture a basse emissioni interessate dal bonus e influito sulla crescita di segmenti di vetture colpiti dal malus, come Suv medi e grandi. Inoltre continuano a permanere notevoli criticità sulle modalità operative per l’attuazione del provvedimento: l’Agenzia delle Entrate non ha risolto tutti i problemi e il decreto interministeriale per gli incentivi non è ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Tutto questo mette in difficoltà gli operatori commerciali e aggiunge incertezza ai consumatori. Ribadiamo la nostra disponibilità ad un confronto con le Istituzioni per disporre di un quadro normativo e regolatorio chiaro».
«Visti gli effetti sul mercato - afferma Michele Crisci, Presidente dell’Unrae - ribadiamo l’inefficacia di una misura improduttiva per la riduzione dell’inquinamento, visto che l’Ecotassa si applica sulle emissioni di CO2 non inquinanti, ma climalteranti, e oltretutto su veicoli di ultima generazione dotati delle migliori e più innovative tecnologie anche per quanto riguarda la riduzione delle emissioni nocive. Se a questo aggiungiamo quanto recentemente diffuso dall’Ispra, che ha scientificamente provato che il contributo all’inquinamento del comparto vetture e moto è pari a solo al 9%, percentuale che comprende anche le circa 13 milioni di vetture ante Euro 4, se ne ricava che l’attuale formulazione dell’Ecotassa non ha alcun senso».