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Con il consueto tempismo, il Ministero di Infrastrutture e Trasporti ha reso noti i risultati delle immatricolazioni di febbraio: il mercato italiano totalizza 183.777 nuove unità contro le 173.098 unità dello stesso mese dello scorso anno, con crescita del 6,2% sullo stesso mese del 2016.
Nel primo bimestre 2017, le immatricolazioni si attestano a 355.656 rispetto alle 328.949 del gennaio-febbraio 2016, in rialzo dell’8,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno che aveva riportato un incremento del 23%.
Totali senz’altro positivi, malgrado un giorno lavorativo in meno, il confronto con il robusto febbraio 2016, che aveva marcato un +27,9% rispetto all’anno precedente ed in presenza di indicatori economici in crescita, come quelli riguardanti tasso d’inflazione e costo dei carburanti.
Tra i canali di vendita, crescono le immatricolazioni a società (+43,9%) e noleggio (+6,3%; il settore dei privati, nonostante il ritorno ad imponenti azioni di sostegno da parte delle Case con le loro Reti, registra in febbraio un leggero rallentamento (-2,5%), frutto anche del confronto con lo stesso periodo del 2016, in cui gli acquisti delle famiglie erano cresciuti di oltre il 38%.
Nella ripartizione per segmenti, le vendite dei settori A/B crescono del 5,1% nel mese e dell’8,1% nel primo bimestre; il segmento C (medie-inferiori) è in aumento dell’1,4% nel mese e dell’8,5% a gennaio-febbraio 2017; il segmento D (medie) è in contrazione del 6,7% nel mese e del 2,1% nel cumulato 2017. Le vendite di SUV sono in crescita del 18,5% nel mese e del 16,3% nei primi due mesi dell’anno, mentre risultano in flessione a doppia cifra i monovolumi: -10,8% a febbraio e -14,6% nel bimestre.
Una buona crescita in febbraio caratterizza tutti i segmenti che compongono il mercato dell’auto, ad eccezione dell’alto di gamma che flette del 3,7% e delle utilitarie che si fermano ad un +1,4%. Inarrestabile l’incremento dei crossover (+24,2% in febbraio e al 20,4% di quota), mentre rallentano i monovolume, le station wagon e le sportive.
Forte crescita, infine, delle immatricolazioni nel Nord Ovest del Paese (+15,7%), mentre registrano una leggera positività tutte le altre aree.
Sul fronte delle alimentazioni, in crescita del 5,7% il settore diesel e del 4,9% la benzina, con rispettive quote che passano dal 54,8% di gennaio al 55,7% e dal 34% del mese precedente al 33,6% di oggi. Prosegue il forte calo del metano, che riduce del 45,3% i suoi volumi e si porta ad una rappresentatività di appena l’1,6% del totale, mentre segnano un’ottima crescita, come in gennaio, le vendite di auto a GPL (+23%), grazie al confronto con periodi di forti flessioni e alla commercializzazione di nuovi modelli con questa alimentazione, giungendo a rappresentare in febbraio il 6,3% del totale mercato.
Sempre ottima, infine, la performance delle vetture ibride: +49,2% in volume, sfiorando il 3% di quota e confermando anche questo mese il sorpasso sulle vendite di auto a metano.
I marchi FCA (escludendo Ferrari e Maserati) totalizzano 53.690 immatricolazioni nel mese (+6,9%), con quota di mercato che sale al 29,2% dal 29% di un anno fa e andamento positivo per tutti i brand, tra cui spicca la crescita a doppia cifra di Alfa Romeo (+22,9%) e l’ottima performance di Maserati (+115,6%) e Lamborghini (+50%).
Nel progressivo da inizio 2017, i marchi di FCA totalizzano 103.994 autovetture, con crescita del 9,5% e quota di mercato del 29,2%, contro il 28,9% di un anno fa. Nel cumulato da inizio anno, risultati positivi per i brand Fiat (+10,1%), Alfa Romeo (+24,9%), Lancia/Chrysler (+5,1%), con performance migliori per Maserati (+139,2%) e Lamborghini (+70%).
Sono cinque i marchi italiani nella top ten di febbraio: Fiat Panda sempre in testa (15.903 unità), seguita da Lancia Ypsilon (7.193), che guadagna una posizione su gennaio, e da Fiat 500L (5.616), che conquista ben cinque posizioni rispetto alla classifica del mese scorso. Al quarto posto, Fiat 500 (7.740) e, al settimo, Fiat 500X (4.476).
Il mercato dell’usato totalizza 409.159 trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture (le intestazioni temporanee a nome del concessionario in attesa della rivendita a cliente finale), rispetto ai 428.860 del febbraio dello scorso anno, con contrazione del 4,6% rispetto a febbraio 2016. Nel primo bimestre 2017, i trasferimenti di proprietà sono 787.429, in calo dell’1,9% rispetto sullo stesso bimestre del 2016.
«Un altro segno positivo il mercato dell’auto italiano a febbraio - commenta Aurelio Nervo, Presidente di Anfia - che presenta i volumi mensili più alti da febbraio 2010, quando il mercato superò le 201.000 unità. Si tratta del trentatreesimo incremento mensile consecutivo, nel contesto di un primo bimestre 2017 che ha visto in crescita l’inflazione e i prezzi dei carburanti e in calo il clima di fiducia dei consumatori».
«La flessione dei privati - ha detto Massimo Nordio, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere - è di nuovo un segnale di attenzione, considerando che veniamo da un effervescente 2016 e con i primi due mesi nei quali il mercato ha continuato a beneficiare delle poderose campagne promozionali delle Case che non potranno protrarsi a lungo. Converrebbe continuare a lavorare sui benèfici effetti del rinnovo del parco, in ottica di ambiente e sicurezza. Stiamo infatti riaffrontando gli irrisolti problemi della mobilità individuale, con i piani antismog che hanno ripreso corpo con una varietà di provvedimenti sulla circolazione, disomogenei, con una logica emergenziale come i blocchi del traffico, le targhe alterne e le restrizioni a livelli di Direttiva anche per le Euro 6 diesel, mentre sarebbe necessario un intervento strutturale e coordinato, con l’esecuzione armonizzata dei piani della mobilità definiti dalle Autonomie locali».
«Oltre i dati finali - commenta Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, associazione dei concessionari - la notizia vera è un’altra. A febbraio è stato battuto un record: nell’ultimo giorno sono state fatte quasi 50.000 immatricolazioni. Tutto normale o la cartina di tornasole di enormi forzature fatte a suon di auto-immatricolazioni e altro? Siamo sicuri che queste forzature siano la strada giusta per il comparto automotive in Italia? Noi riteniamo di no. E se non si pone una particolare attenzione il fenomeno così ampliato potrebbe diventare, se già non lo è, una patologia più che un’opportunità».