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Meno male che è finito, verrebbe da dire, riferendosi al (maledetto?) 2020: i dati ufficiali del Ministero indicano che a dicembre le immatricolazioni sono state 119.454, pari al -14,95% su dicembre 2019, quando furono 140.448.
Nell'intero 2020, la Motorizzazione ha registrato 1.381.496 immatricolazioni di nuove vetture, corrispondenti al -27,93% sul 2019, che ne aveva avute 1.916.949.
A dicembre prosegue il calo delle alimentazioni tradizionali, mentre continua ad essere positivo il mercato delle elettrificate: nel mese, le vetture diesel si riducono del 38% e sono al 25% del mercato, mentre per l’intero 2020 le immatricolazioni sono il -41% sul 2019, con una quota del 33%, 7 punti in meno; le auto a benzina calano del 42% nel mese e del 39% nell’anno; valgono il 33% del mercato a dicembre ed il 38% dell’immatricolato 2020.
Per le alimentazioni alternative, le immatricolazioni raddoppiano anche a dicembre (+111%), con quota del 42% rispetto il 17% di dicembre 2019; da inizio anno, le auto ad alimentazione alternativa crescono del 35% e sono ora al 29% del mercato, +13 punti sul 2019; ma le dinamiche del segmento sono molto diverse.
Infatti, sia le GPL che le auto a metano subiscono flessioni sostanziali nel mese e nel 2020: le prime diminuiscono del 24% a dicembre e del 31% nel cumulato; le seconde registrano, invece, -12% a dicembre e -18% nell’anno.
Cresce in modo impetuoso l’intero comparto delle vetture ibride ed elettriche: +271% a dicembre e +122% nell’anno; le vetture ibride mild e full aumentano nel mese del 181%, con quota di mercato del 21%, e del 102% nell’anno, con quota di mercato del 16% (era il 6% nel 2019).
Le auto ricaricabili vendute a dicembre 2020 sono circa otto volte quelle di dicembre 2019, grazie alle forti variazioni positive delle elettriche (+758% e 6% di quota), e delle ibride plug-in (+849% e 6% di quota): insieme, gli ECV valgono il 12% del mercato nell’ultimo mese e il 4% da inizio anno, mentre nel cumulato 2020, aumentano del 250% rispetto al 2019.
In riferimento ai segmenti, a dicembre calano le immatricolazioni di tutti ad eccezione di utilitarie, che staccano un +15% e medie, al +10%; le superutilitarie registrano un calo tendenziale del 22% e diminuiscono anche i volumi delle auto medio-inferiori (-17%) e delle superiori (-37%).
I SUV registrano un calo tendenziale del 20%, con quota di mercato del 40% a dicembre; nel dettaglio, i SUV piccoli perdono il 3%, i compatti il 34%, i medi il 30% ed i grandi il 28%.
Variazione negativa anche per i monovolumi, che a dicembre perdono il 33%; -42%, poi, per le auto sportive e -37% per le auto di lusso rispetto a dicembre 2019. Nell’intero 2020, si registrano cali a doppia cifra delle immatricolazioni di tutti i segmenti.
Le marche nazionali totalizzano nel mese 31.875 immatricolazioni (+1,6%), con quota di mercato del 26,7% (era 22,3% a dicembre 2019); nel 2020, le vendite complessive arrivano a 336.761 unità (-26,6%), con quota del 24,4%.
I marchi FCA (incluso Maserati) riportano 31.508 immatricolazioni a dicembre (+1,1%), con una quota di mercato del 26,4% (22,2% a dicembre 2019); andamento positivo per i brand Fiat (+1%), Lancia (+20,5%), Ferrari (+30,8%) e Lamborghini (+12,5%); nel 2020, i marchi FCA totalizzano 332.478 vetture immatricolate, con calo del 26,8%.
Sono sei, a dicembre, i modelli italiani nella top ten delle vendite: Fiat Panda (8.978 unità) si conferma la più venduta del mese e dell’intero 2020; terzo posto per Lancia Ypsilon (4.728) e quinto per Fiat 500 (3.155); al sesto posto c’è Fiat 500X (2.943), seguita da Jeep Compass (2.725), mentre da Jeep Renegade è nona (2.619)
Il mercato dell’usato totalizza a dicembre, 276.665 trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture a concessionari, il -13,8% su dicembre 2019, quando ne furono registrati 320.799; nel 2020 si registrano 3.018.301 unità, il -27,9% rispetto ai 4.185.530 del 2019.
«Archiviamo il 2020 come l’anno più difficile del dopoguerra per il nostro settore - dichiara Paolo Scudieri, Presidente di Anfia - ma guardiamo al 2021 con fiducia, grazie alle misure entrate in vigore con il nuovo anno, su cui c’è stata intesa tra tutte le forze politiche, e che, oltre a sostenere la domanda, favoriranno la ripartenza della produzione industriale di veicoli e componenti a beneficio dell’intera filiera automotive, con ricadute positive sui livelli occupazionali e sugli investimenti per la transizione green e digitale. Per la prima volta dall’inizio della pandemia e dopo ripetute richieste, la manovra ha finalmente incluso anche un intervento a supporto della ripresa del mercato dei veicoli commerciali leggeri, introducendo contributi all’acquisto di nuovi mezzi differenziati in base alla massa totale a terra, all’alimentazione e all’eventuale rottamazione del vecchio veicolo. Si tratta di un segnale importante per un comparto che rappresenta una parte considerevole della filiera produttiva e che nel 2020 si è confermato strategico per una logistica delle merci efficiente fino all’ultimo miglio, anche nelle condizioni eccezionali vissute e che hanno dato un’ulteriore spinta al commercio elettronico».
«I dati di dicembre - secondo Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto - mostrano la realtà del mercato in epoca Covid-19: senza incentivi, la propensione agli acquisti si riduce drasticamente, mettendo in crisi un’intera filiera, la filiera che più incide sulla crescita economica del Paese. L’automotive italiano chiude il 2020 con tutti i numeri in rosso: mercato, fatturato, profitti sono tutti espressione di un anno disastroso che ricorderemo a lungo. Fintanto che non saremo certi di essere usciti dalla pandemia, la sopravvivenza delle aziende e dei posti di lavoro resteranno sospese nell’incertezza. Grazie alla volontà bipartisan del Parlamento il 2021 parte sulla spinta delle nuove misure della Legge di Bilancio, recependo in larga misura le richieste delle nostre Associazioni; ma il lavoro da fare non è certo esaurito, perché il Recovery fund sarà la sfida in cui il nostro impegno comune sarà ancora determinante per trasformare l’incertezza in nuove opportunità di crescita del mercato».
«Il Parlamento recepisce in larga parte - sottolinea Michele Crisci, Presidente di Unrae - quanto da noi auspicato e riconosce l’importanza degli incentivi pubblici per l’acquisto di vetture nuove in sostituzione di mezzi fortemente inquinanti. Si tratta di un investimento i cui benefici vanno a vantaggio dell’occupazione, dell’ambiente e di uno dei settori industriali che più contribuisce al PIL del Paese. È un grande risultato per il quale abbiamo lavorato con convinzione in questi mesi, ottenendo l’approvazione unanime del Parlamento che ha compreso la rilevanza economica del settore. Per noi è un passo avanti, dal quale bisogna partire per lavorare insieme ai decisori politici a una nuova stagione della mobilità. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non potrà prescindere dall’auto e dalle innovazioni alle quali da tempo lavorano i costruttori, senza dimenticare le necessarie infrastrutture pubbliche idonee ad agevolare la diffusione di nuove tipologie di vetture. Inoltre, per non perdere competitività con le concorrenti imprese europee, che godono di particolari agevolazioni fiscali, auspichiamo che in Italia possa finalmente essere rivisto il sistema di detraibilità e deducibilità per i veicoli aziendali».