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L’euforia di agosto, quando il mercato era cresciuto di quasi il 30%, viene pagata (e caramente!) a settembre, che si chiude con un consistente calo delle vendite nell’Europa dei 28+Efta.
I dati riportati dall’Acea, l’Associazione dei Costruttori Europei, non lasciano spazio a valutazioni troppo sofisticate: le immatricolazioni di nuove vetture a settembre 2018 sono state 1.123.184, pari ad un clamoroso -23,4% rispetto alle 1.466.243 unità archiviate nello stesso mese del 2017.
Una debacle comune a tutti i mercati, per la quale la principale imputata non può che essere l’entrata in vigore delle nuove norme di omologazione dei veicoli, circostanza che ha portato ad un anticipo delle vendite ad agosto e un conseguente calo a settembre, causato anche ridotta disponibilità presso la rete commerciale, da parte di alcuni marchi, dei nuovi prodotti rispondenti a tali norme.
Proprio per questo, nell’Unione Europea dei 28+EFTA, ad eccezione di Bulgaria e Croazia che hanno riportato un +8,5% e un +3,3%, tutti i Paesi segnano un risultato negativo a settembre.
I 5 Major Market, inoltre, segnano tutti un crollo a doppia cifra: oltre all’Italia che cala di oltre il 25%, la Germania perde più del 30%, il Regno Unito oltre il 20%, la Spagna il 17% e la Francia quasi il 13%; da segnalare, tra i risultati statisticamente più rilevanti, anche il -73,4% della Romania e il -42% dell’Austria.
A parziale consolazione, va rilevato che comunque il consuntivo dei primi nove mesi dell’anno resta in territorio positivo: da gennaio sono state vendute 12.304.711 nuove vetture, valore che si traduce in un incremento del 2,3% rispetto alle 12.024.753 unità registrate nel periodo gennaio-settembre 2017.
Le marche italiane hanno registrato, in Europa, 61.882 immatricolazioni a settembre (-31,4%), con quota di mercato del 5,5%; nel cumulato da inizio anno, le immatricolazioni tricolori arrivano a 825.377 unità (-0,7%) con quota del 6,7%, con risultato positivo per i marchi Jeep (+66,8%) e Alfa Romeo (+7,6%).
A settembre si perde oltre il 30% dei volumi, con poco più di 200.000 veicoli nuovi immatricolati (200.134 unità) e i primi 9 mesi raggiungono un modesto incremento (+2,4%) dei volumi, corrispondenti a 2.673.418 unità.
Le immatricolazioni a privati hanno fatto registrare un calo del 33,7% e una quota del 33,9%, a fronte di una flessione del 28,8% e una quota del 66,1% delle persone giuridiche.
Nei nove mesi, invece, le vendite a privati hanno ottenuto una quota del 36,8% a fronte del 63,2% delle persone giuridiche; rispetto a settembre 2017, nel mese diminuisce il numero delle auto benzina (-25,2%), che si attestano ora al 64,3% di quota, e di quelle diesel (-43,8% ad una quota del 29,3%); aumentano ibride (+15,9% e quota del 5,0%, con flessione per le plug-in, -24,2%) ed elettriche (+4,9%); in netta contrazione anche GPL (-48,2%) e metano (-51,3%).
Deciso crollo delle vendite a settembre: -20,5% con 338.834 unità, contro le 426.170 di settembre 2017; i primi nove mesi totalizzano 1.910.820 unità contro le 2.066.411 dello stesso periodo del 2017, pari ad un -7,5%).
Forte rallentamento a settembre per noleggio (-22,4%) e privati (-20,1%), mentre è più contenuta la flessione delle società (-6,3%); in questo contesto, crollano le vendite del diesel (-42,5%) che in un anno perdono l’11%, passando dal 40,1% al 29%. Frena anche la benzina (-6,7%) che però guadagna il 9,5% di rappresentatività, con le 217.136 immatricolazioni.
Uniche a registrare segno positivo, le vendite di auto con alimentazioni alternative (+3,9% e 23.507 unità).
Questi risultati incidono anche sul cumulato da inizio anno, che per il diesel vede una flessione del 31,3% con 607.092 veicoli e quota che passa dal 42,8% al 31,8% a vantaggio della benzina che, con 1.189.154 immatricolazioni (+9,3%), guadagna il 10%, attestandosi su una quota del 62,2%.
Ottimi risultati per le alimentazioni alternative, in incremento del 21,7% con quota del 6,0%; calano, infine, nei primi nove mesi, le vendite ai privati (-6,9%), alle società e ai noleggi (entrambi -8,0% su gennaio-settembre 2017).
Anche in Francia il mercato dell’auto sconta l’entrata in vigore delle nuove norme di omologazione e registra una performance negativa: flessione a doppia cifra (-12,8%) con 148.750 immatricolazioni di nuove vetture, contro le 170.645 del settembre 2017.
Il consuntivo dei primi nove mesi riporta 1.662.682 immatricolazioni contro le 1.560.879 del 2017, in aumento del 6,5%.
Dall’analisi per alimentazione, nel 2018 si evidenzia che l’unica motorizzazione in calo è il gasolio che, con 662.010 vendite, perde l’11,2% e passa da una rappresentatività del 47,8% al 39,8%.
In crescita la richiesta di vetture a benzina (+22,1%) con 901.365 unità e quota del 54,2% rispetto al 47,3% dello scorso anno; forte aumento per le ibride, che raggiungono 76.811 unità, con incremento del 33,9% e quota di mercato del 4,6% (+1% rispetto al 2017) e delle plug-in, che aumentano del 39,5% con 10.857 veicoli.
Le elettriche, infine, registrano 20.223 vendite, in aumento del 7,8% rispetto alle 18.763 del periodo gennaio-settembre 2017.
Agosto aveva fatto registrare i volumi di immatricolazioni più alti degli ultimi venti anni (+48,7% e 107.692 unità), ma a settembre si paga questa performance, con una flessione del 17,0% e 69.129 unità contro le 83.291 dello scorso anno.
I primi nove mesi chiudono comunque in territorio positivo, pari al +11,7% (1.042.672 unità) rispetto allo stesso periodo del 2017 quando si immatricolarono 933.142 veicoli; da sottolineare che in Spagna era dal 2007 che il consuntivo non toccava il milione di unità a settembre.
Dalla scomposizione per canale di vendita, si evince che il calo è generalizzato: -43,0% per il noleggio (2.547 unità), -17,7% per i privati (39.602 immatricolazioni) e -12,1% per le società (26.980 veicoli).
I tre canali restano però in territorio positivo nel consuntivo dei primi tre trimestri dell’anno, con crescite rispettivamente dell’8,2%, dell’8,4% e del 20,1% sul 2017.
«La nostra posizione - rileva Romano Valente, Direttore Generale dell’Unrae - è che l’introduzione dei nuovi limiti di omologazione andrebbe accompagnata da messaggi chiari e concreti, in una fase di transizione verso motorizzazioni a impatto zero, ispirati al principio della neutralità tecnologica e, quindi, riferiti alla possibilità di sostituire detti veicoli anziani con mezzi più moderni e innovativi, compresi i diesel Euro6, considerati i virtuosi livelli di emissione raggiunti».
«La flessione a due cifre registrata a settembre - commenta Aurelio Nervo, Presidente di Anfia - non è una sorpresa: l’introduzione del nuovo test di omologazione WLTP per tutte le nuove vetture immesse sul mercato e, quindi, dell’obbligo di immatricolare solo vetture dotate di un propulsore Euro 6C e 6D temp ha causato un’impennata ad agosto (+29,8%), ovvero un’anticipazione degli acquisti. Nei primi nove mesi dell’anno, il mercato mantiene il segno positivo in Spagna (+11,7%), Francia (+6,5%) e Germania (+2,4%), mentre presentano un flessione Italia (-2,8%) e Regno Unito (-7,5%), di fatto in linea con le previsioni di crescita per quest’anno».