Mercato Europa: un gennaio da brividi, -7,6%

Mercato Europa: un gennaio da brividi, -7,6%
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Segno negativo per i cinque maggiori mercati, con uniche note positive per le vetture ad alimentazione alternativa. E crescono i timori per gli effetti dell’epidemia di Coronavirus sulla produzione nel Vecchio Continente
18 febbraio 2020

Come accade solo nella tundra in pieno inverno, sull’Europa dell’auto soffia forte il vento della recessione: dopo una chiusura d'anno scoppiettante - e come previsto da diversi analisti - il 2020 è iniziato infatti con un pesante segno negativo, visto che il totale delle nuove immatricolazioni di 1.135.116 unità, è pari ad un consistente -7,4% rispetto allo stesso mese 2019. 

E, dato ancor più preoccupante, i cinque major market continentali esibiscono tutti valori in pesante calo; a parziale - solo parziale - consolazione va registrato l’andamento di forte crescita delle motorizzazioni a propulsione alternativa, che in tutti i Paesi riportano considerevoli incrementi, sopratutto percentuali visto che in termini assoluti i valori restano ancora bassi.

Le marche italiane hanno riportato a gennaio in Europa 68.036 immatricolazioni (-6,4%), con quota di mercato ora al 6% rispetto al 5,9% di gennaio 2019. 

Germania

Nel mercato tedesco sono state immatricolate a gennaio 246.300 vetture (-7,3%); le vendite ai privati calano dell’11,6%, valendo il 32% del mercato e quelle a società, in contrazione del 5%, rappresentano il 68% del totale.

L’esame per alimentazione vede una quota del 51,5% per le vetture a benzina, con volumi in calo del 17%: le diesel sono al 33% (-12% i volumi) e al 15,5% di quota quelle ad alimentazione alternativa.

Le vendite di vetture a metano, con 882 unità, aumentano del 260%, mentre quelle a GPL calano del 95%; le vetture ibride vendute a gennaio sono state 30.805 (12,5% di quota), raddoppiate su gennaio 2019, mentre tra le ibride, le ricaricabili con 8.639 unità sono in crescita del 308% e valgono il 3,5% del mercato; infine, sono state immatricolate 7.492 auto elettriche pure, in crescita del 61% e che rappresentano il 3% delle vendite.

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Gran Bretagna

Il mercato inglese a gennaio totalizza 149.279 autovetture (-7,3%): la fiducia dei consumatori non migliorando e non è aiutata dalla decisione del Governo centrale di aggiungere ulteriore confusione nel mercato, anticipando la data per lo stop alla vendita di auto a combustione interna – comprese ibride e ibride plug-in – dal 2040 al 2035.

Nel mese, la quota di mercato dei privati si attesta al 41%, in calo del 14%, mentre le flotte, al 57% del mercato, si riducono del 2%.

Prosegue la contrazione delle auto diesel (-36%, 34° calo consecutivo), con riduzione della quota poco al di sotto del 20% (-9% punti su gennaio 2019); le vetture a benzina calano del 9,5% nel mese, con il 61,5% di quota, mentre quelle ad alimentazione alternativa valgono il 19% del mercato di gennaio (+109%).

Le immatricolazioni di auto elettriche a batteria triplicano rispetto dodici mesi fa, mentre le ibride plug-in crescono del 111%; il mercato delle full-hybrid cresce del 21%, mentre è boom di vendite per le mild-hybrid, sia diesel (+721%) che benzina (+216%); le ricaricabili conquistano il 6% del mercato e le ibride tradizionali il 13%.
 

Francia

A gennaio si registrano 134.229 nuove immatricolazioni, in flessione del 13,4% sul 2019: cala ancora la richieste di auto diesel (-20% e quota del 31,7% rispetto al 34,2% di gennaio 2019); più accentuata la flessione delle auto a benzina (-27%), che valgono il 48,7% del mercato, perdendo quindi quasi 9 punti rispetto a gennaio 2019.

Le auto ad alimentazione alternativa sfiorano così il 20% del mercato di gennaio, con 26.271 unità (+116%), di cui 10.952 elettriche (+258% e 8,2% di quota), 3.734 ibride plug-in (+226% e 2,8% di quota) e 11.513 ibride tradizionali (+49% e 8,6% di quota).

Spagna

Il totale di gennaio si attesta a 86.443 immatricolazioni, corrispondente al -7,6%) sul 2019: nel mese, le vendite di vetture diesel nel mese sono diminuite dell’11,5% e valgono una una quota del 28%, mentre le vetture a benzina, pur in calo del 17%, sono al 54%.

Le auto ad alimentazione alternativa rappresentano il 18% del mercato del mese (+54%), con crescita per le elettriche (+172% e 1,9% di quota), ibride plug-in (+188% e 1,7% di quota) ed ibride non ricaricabili (+55% e 13,5% di quota), mentre si riducono le vetture a gas (-33% e 1,3% di quota).

I commenti delle Associazioni

«Il mercato auto europeo parte sottotono nel primo mese del 2020 - afferma Paolo Scudieri, Presidente di Anfia - I cambiamenti nella tassazione delle vetture annunciati da alcuni Stati membri dell'UE per il 2020 hanno determinato un’anticipazione degli acquisti a dicembre 2019, con il conseguente calo delle vendite a gennaio. Tra i fattori che hanno contribuito a questa flessione, sono da includere anche l'indebolimento dell’economia globale e l'incertezza causata dall'uscita ufficiale del Regno Unito dall'Unione europea».

«Diverse ragioni - secondo Gian Primo Quagliano, Presidente del Centro Studi Promotor - influiscono sulla partenza in rosso del mercato europeo: in primo luogo, a gennaio si pagano le conseguenze della forzatura fatta sulle immatricolazioni in dicembre per smaltire scorte di che non sarebbe più stato possibile vendere nel 2020 per il nuovo giro di vite sui livelli di emissioni. Sul risultato incidono tuttavia anche altri fattori non favorevoli che potrebbero accentuare il loro impatto nel corso dell’anno: pesa la demonizzazione del diesel che sta determinando un crescente interesse per le alimentazioni alternative a cui non corrisponde, un’offerta di vetture elettriche pienamente coerente con la capacità di spesa degli automobilisti, oltre ad una situazione delle infrastrutture per la ricarica delle batterie ancora molto lontana dagli standard minimi per assicurare la possibilità di usare senza penalizzazioni vetture elettriche. Ancora, il quadro economico è in rallentamento e l’influenza da Coronavirus potrebbe penalizzare fortemente anche gli acquisti di auto, non tanto per l’impatto della mancanza di componenti fabbricati in Cina, che comunque ha determinato il primo fermo della produzione anche in uno stabilimento europeo, ma per l’impatto che il Coronavirus potrebbe avere sull’economia mondiale, in particolare l’europea».

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