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Ricordate le storie di Asterix? Proprio all’inizio di ognuna, c’era la carta dell’Europa con tutte le terre conquistate dai Romani, con l’unica eccezione proprio per il villaggio degli indomiti Galli.
Ebbene, a parti rovesciate, oggi accade lo stesso con il mercato dell’auto: nel ponderato settembre 2015-settembre 2016, in ogni nazione europea spicca il segno positivo, con l’unica eccezione di Svizzera ed Olanda.
Così, secondo i dati forniti dall’Unrae, la chiusura del terzo trimestre dell’anno mette in archivio il 37° risultato positivo (con la sola esclusione del luglio 2016), a conferma di una crescita solida dell’auto in Europa, non solo per il contributo dei 5 Major Market.
Nei primi nove mesi del 2016, le immatricolazioni dell’Europa 28+Efta hanno superato con un mese di anticipo rispetto al 2015, la soglia degli 11 milioni di vetture, arrivando ad 11.607.266 unità, 830.000 in più rispetto allo scorso anno, quando alla stessa scadenza di calendario risultarono immatricolate 10.776.740 auto, con un incremento, quindi, del 7,7%.
Il solo mese di settembre cresce del 7,3% con 1.496.206 vetture vendute (1.394.734 a settembre 2015).
L’analisi delle vendite conferma, per quanto riguarda le quote di mercato dei costruttori, il primato continentale del Gruppo VW, che vale il 23,8% del totale (in leggero calo rispetto al 24,9% del 2015); il secondo gradino del podio è occupato ex-aequo da PSA e Renault, entrambi al 10%, mentre lotta per la quarta piazza si gioca davvero sui decimi di percentuale: Opel 6,8%, FCA 6,7% e BMW 6,6%.
Logico prevedere, per fine anno, un arrivo al fotofinish.
Intanto, ecco quanto accade nei principali mercati europei dell’anno: dell’Italia abbiamo parlato diffusamente in un altro articolo.
Le vendite ai clienti privati crescono del 19%, ma le società e le flotte toccano il 65,5% di quota. In Germania le vendite hanno segnato un ottimo risultato a settembre: le 298.002 immatricolazioni di auto nuove rappresentano infatti una crescita del 9,4% rispetto allo scorso anno, quando furono vendute 272.479 unità. Nel cumulato sul 2015, invece, l’incremento è del 6,1%, arrivando a 2.555.783 veicoli contro i 2.407.938 del gennaio-settembre dello scorso anno. Grande impulso alle vendite nel mese di settembre è arrivato dalle flotte e dai concessionari che, con una quota del 65,5%, crescono del 3,9%. Rispetto allo scorso anno, a settembre aumentano anche i privati con un +21,6% e una quota di mercato del 34,4%. La Global Insight prevede che le vendite dovrebbero però rallentare nell’ultimo trimestre: è ipotizzata comunque una crescita del 4,8%, corrispondente a 3.360.000 nuove immatricolazioni.
Il cambio targa di settembre, il particolare meccanismo adottato in Inghilterra per rendere immediata la data di immatricolazione del veicolo, determina l’ottima performance di vendite nel Regno Unito: 469.696 auto nuove, in crescita dell’1,6% rispetto allo scorso anno e corrispondenti al più alto settembre di sempre. Aumenta la domanda di vetture diesel e a basso impatto ambientale, in crescita, rispettivamente, del 2,8% e del 32,6%. In leggera flessione, invece, la benzina, che registra un -1,1%. Il cumulato dei primi nove mesi supera i 2.000.000 di unità (2.150.495 veicoli), corrispondente ad un +2,6% in confronto allo stesso periodo dello scorso anno. Un dato piuttosto significativo, visto che è solo la seconda volta, dal 2004, che i 2 milioni di veicoli immatricolati vengono superati già a settembre. A guidare la crescita continuano le flotte (+7,3%), con un leggero calo dei privati (-1,7%). Dopo soli due mesi di calo negli ultimi 55, la Global Insight prevede che il 20126 chiuderà con una crescita del 2,2%, corrispondenti a 2.690.000 unità.
Il mercato transalpino a settembre si chiude con una crescita del 2,4% sullo stesso periodo dello scorso anno, pari a 168.820 nuove immatricolazioni. La quota delle vendite a privati cresce del 4,6%, arrivando a quota 48,1%; al contempo, scende di 3,2 punti quella delle società, che flette al 43,6%. Il noleggio, infine, aumenta del 7,9%, ma perde in quota 0,4 punti percentuali, arrivando all’8,3%. A settembre il mix delle alimentazioni vede il diesel al 51,1%, la benzina al 45%, l’ibrido al 2,8% e l’elettrico all’1%. Il cumulato gennaio-settembre 2016 aumenta del 5,7% rispetto al 2015 e raggiunge 1.502.450 immatricolazioni, contro le 1.421.435 del 2015. L’usato, infine, è stimato a 460.868 vetture, in diminuzione del 2,1%, mentre il cumulato, con 4.219.827 vetture, aumenta dell’1,3% nei 9 mesi 2016.
Dopo cinque mesi con volumi superiori alle 100.000 unità, in Spagna settembre si chiude con 79.591 immatricolazioni, comunque in crescita del 13,9% rispetto alle 69.852 dello scorso anno. I primi nove mesi crescono dell’11,5% rispetto al 2015, con 874.220 vendite. Tutti i canali hanno registrato aumenti nel mese: notevole, in particolare, l’impulso arrivato dal noleggio, grazie al turismo nazionale ed internazionale, che aumenta del 59,6% a 4.690 unità (+14,5% e 183.173 unità nel cumulato). Le società proseguono con le dinamiche positive e a settembre toccano un +17,1%, mentre nel cumulato arrivano a +14,4%. I privati, infine, influenzati dall’inerzia del Plan PIVE tornano a registrare un’importante crescita (+9%) che, tuttavia, le Associazioni di categoria spagnole prevedono andrà moderandosi nei prossimi mesi a causa del termine di questo Piano. Nei primi tre trimestri, infine, crescono dell’8,9% a 452.126 unità.
«L’andamento positivo del mercato europeo - ha commentato Romano Valente, Direttore Generale di UNRAE, Associazione delle Case automobilistiche estere - conferma che le iniziative promozionali locali, anche se con declinazioni diverse, funzionano nello stimolare il ricambio del parco anziano, che vale ancora più di 250 milioni di vetture con un’età media di 9,7 anni. Anche i provvedimenti fiscali hanno aiutato questo processo, come in Spagna, Gran Bretagna, Francia e Italia. Queste ultime due hanno adottato il Superammortamento, la Francia ne ha già annunciato il rinnovo per il 2017, in Italia si annuncia una riduzione dell’aliquota dal 140% al 120%: è probabile che assisteremo ad un’anticipazione di domanda sul finire dell’anno, con conseguente calo all’inizio del prossimo anno. Come insegnano altri Paesi, anche l’auto ha bisogno di stabilità e di provvedimenti strutturali: la riduzione del superammortamento prende purtroppo una corsia contraria»