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Nuova, forte e preoccupante discesa a settembre delle immatricolazioni di auto in Europa: la tendenza al ribasso, già evidenziatasi nei mesi estivi, si è fatta più robusta, toccando la punta del -25,2% rispetto a dodici mesi fa, con 972.723 auto immatricolate nei trenta Paesi del panel (UE+UK+EFTA).
Il cumulato da inizio anno si attesta a 9.161.918 immatricolazioni, in recupero del 6,9% sul 2020, ma ancora molto penalizzato sul 2019, con il dato del -24,4%.
Il Gruppo Stellantis ha registrato, in Europa, 179.117 immatricolazioni nel mese (-30,4%) con quota di mercato del 18,4%; da inizio anno, i volumi della società guidata da Carlos Tavares, sono comunque in crescita rispetto al 2020, arrivando a 1.863.391 unità (+8,1%), con quota del 20,3% (20,1% nei primi nove mesi del 2020).
Secondo i dati della KBA, la Germania, dopo il crollo registrato nei mesi estivi, nell’ultimo periodo dell’anno si avvia verso una stagnazione: a settembre sono state vendute 196.972 unità, -25,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e il cumulato, con 2.017.561 immatricolazioni, segna una leggera negatività dell’1,2% sul 2020, perdita che si attesta al 17% rispetto alla media decennale.
Nel mese sono in calo sia i privati con 71.238 nuove autovetture (-25,4%) che le persone giuridiche, con 125.602 immatricolazioni (-25,9%); calano le emissioni di CO2, che si attestano a 111,6 g/Km, il -16,9% su settembre 2020.
Sul fronte delle alimentazioni, prosegue il crollo di diesel, che a settembre si ferma al 15,9% di share (21,1% nei nove mesi), e benzina (35,9% di quota); fortissimo invece il balzo in avanti delle BEV che nel mese toccano il 17,1% di market share (11,7% nel cumulato); le plug-in si confermano all’11,6% (11,9% nei 9 mesi) e le ibride salgono al 18,9% (16,6% in gennaio-settembre).
Il mercato francese, dopo la contrazione subita nei mesi estivi, nel nono mese registra un importante calo dei volumi: -20,5% sul 2020 con 133.830 autovetture immatricolate; il cumulato 2021 segna 1.260.373 unità, in crescita sul 2020 (+8%) e in calo sul 2019 (-30,2%); crollano a settembre le emissioni di CO2, ora a 103,4 g/Km (-17% sul 2020).
Prosegue inarrestabile la discesa del diesel: a settembre è al 18% di share (al 22% da inizio anno), e cala anche la benzina, che chiude al 41,4% di quota; a settembre, le BEV toccano il 12,8% di share (8,5% nel cumulato), mentre PHEV e ibride si attestano all’8,8% e al 18,6% (8,1% e 17,1% da inizio 2021).
Sul fronte dei segmenti di vendita, nei nove mesi calano leggermente le piccole rispetto al 2020 (57% di quota), e rimangono di fatto stabili medie inferiori e medie superiori, al 24% e al 12% di share.
Prosegue anche a settembre il trend negativo dei mesi precedenti (59.641 unità immatricolate, -15,7% su settembre 2020), a causa del mix dato dall’incertezza dei consumatori, dalla mancanza di semiconduttori e dall’aumento di prezzo delle materie prime e dei costi della logistica.
Nei primi nove mesi dell’anno si registra un aumento dell’8,8% sul 2020 con 647.955 nuove autovetture ma, sullo stesso periodo 2019, le vendite diminuiscono del 33%.
In questo contesto, a settembre solo il canale del noleggio aumenta i volumi (+39,6%); il più penalizzato resta quello dei privati, in calo sul mese (-21,8%) e nel cumulato (-11,2%); nel mese dell’anno si contraggono anche le vendite delle società, al -15,3%.
Sul fronte delle alimentazioni, crollano diesel al 18,4% nel mese (20,2% nel cumulato) e benzina, al 40,6% (46,9% nei 9 mesi); le BEV salgono al 4,9% (2,3% nei nove mesi), le plug-in al 6,6% (4,6% nel cumulato) e le ibride al 27,2% (24,5% in gennaio-settembre).
Secondo la SMMT il mercato nel Regno Unito ha registrato il settembre più debole dal 1998; infatti sono state immatricolate 215.312 unità, il -34,4% sullo stesso periodo 2020 (1.316.614 nel cumulato dei primi nove mesi, +5,9% sul 2020).
In particolare, la carenza di semiconduttori impatta sulla disponibilità di veicoli, facendo crollare le vendite di settembre del 44,7% rispetto alla media decennale pre-pandemia.
Nel mese perdono tutti i canali di vendita, con le società che si fermano al 2,0% di quota (-43,3% rispetto a settembre 2020) e le flotte che si attestano al 42% di share (-43,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno).
Sul fronte delle alimentazioni, a settembre si registra un aumento vertiginoso delle vendite di vetture elettriche (BEV) che toccano una quota di mercato del 15,2% (9,5% nel cumulato); le plug-in sono stabili al 6,4% (6,6% nei 9 mesi) e le ibride salgono all’11,6% (9,1% in gennaio-settembre); al contempo, è fragoroso il crollo nel mese del diesel, al misero 5% di quota (9% nel cumulato), mentre la benzina si ferma al 43,8%.
«Il mercato italiano - sottolinea Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’Unrae - ancora su livelli di oltre il 20% inferiori rispetto al pre-Covid, rimane purtroppo in quarta posizione in Europa, dopo aver occupato per anni la seconda e poi la terza. La penetrazione dell’auto ricaricabile cresce anche da noi, ma su volumi in caduta libera, e il gap verso gli altri principali mercati resta molto ampio anche in termini percentuali. In questa situazione, il supporto alla domanda di vetture a basse, bassissime e zero emissioni rimane indispensabile per portare avanti la transizione ecologica già avviata: prendiamo atto dell’ulteriore rifinanziamento degli incentivi per vetture nuove e usate e per veicoli commerciali, inserito nel DL fiscale che, però, visti gli stanziamenti, non arriverà a fine anno e, quindi, ancora una volta si dimostrerà insufficiente».
«Il mercato europeo, dopo i cali a doppia cifra di luglio e agosto, mantiene un andamento negativo, registrando una contrazione ancora più marcata e riportando i volumi più bassi dal 1995 - afferma Paolo Scudieri, Presidente di Anfia - Tutti i maggiori mercati pagano la perdurante carenza di semiconduttori e registrano flessioni pesanti. Per l’Italia, apprezziamo l’attenzione del Governo verso il settore in occasione del decreto legge fiscale approvato dal Consiglio dei Ministri, soprattutto in riferimento al rifinanziamento degli incentivi per il mercato del nuovo, in attesa di condividere e definire, per la Legge di Bilancio 2022, un piano triennale che renda strutturali le misure di sostegno alla domanda, indispensabili per accompagnare la filiera industriale nella transizione ecologica».