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Quanto costerà al mondo automotive la pandemia, in termini di vendite?
E’ la domanda che tutti si fanno, scrutando sfere di cristallo ed osservando il volo degli uccelli.
Difficile, anche se ormai siamo a metà anno, sbilanciarsi in previsioni e stime di vendita, anche se ovviamente circolano a mezza voce cifre e statistiche che delineano il perimetro della potenziale “batosta“ a carico del settore.
Una valutazione autorevole arriva dall’Acea, l’associazione europea dei costruttori di autoveicoli, che ipotizza la chiusura dell’anno in corso a meno di dieci milioni di nuove vetture immatricolate.
Detta così, ci sarebbe un calo secco del 25%, pari ad una perdita di oltre tre milioni di unità nei volumi, in flessione dai 12,8 milioni del 2019 ai 9,6 milioni previsti quest'anno.
Un dato pesantissimo, certo, ma molto meno drammatico di quanto risulta dai primi cinque mesi 2020, in cui l’effetto della pandemia è ai massimi livelli, con contrazione generalizzata superiore al 40%.
L’Acea, che comunque a gennaio aveva già prudenzialmente ipotizzato un calo della domanda su scala europea del 2%, prevede un miglioramento della situazione generale nei prossimi mesi grazie all’allentamento delle misure di contrasto al Covid-19, ma chiarisce che senza interventi diretti da parte dei Governi di sostegno e rilancio, sarà difficile per il mercato automobilistico uscire dalla crisi.
La previsione di Acea per fine anno riporrebbe di fatto il mercato europeo ai volumi minimi del 2013, quando giunse al culmine la crisi scatenata nel 2008 dal fallimento della Lehman Brothers, mentre in termini percentuali il calo del 25% sarebbe il più vistoso mai registrato dal settore automobilistico europeo dal secondo dopoguerra.
«Acea conserva la speranza che questo drammatico scenario - ha affermato Eric-Mark Huitema, direttore generale dell’Associazione - possa essere mitigato attraverso misure rapide e forti da parte dell'Unione e dei governi nazionali. Dato il crollo senza precedenti delle vendite fino ad oggi, sono urgentemente necessari incentivi all'acquisto e programmi di rottamazione in tutta l'Unione Europea, per creare una domanda di auto nuove. Nell'interesse della nostra industria e della più ampia economia dell'UE, chiediamo il necessario sostegno politico ed economico, al fine di limitare le conseguenze sulla produzione e sull'occupazione nei mesi a venire».