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In ottobre in Europa sono state immatricolate 798.693 vetture, il volume più basso per questo mese da quando esiste la rilevazione, con perdita in volumi del 29,3% sul 2020; da inizio anno, il totale di nuove vetture vendute arriva a 9.960.706, il +2,7% sul 2020 ma -25,3% rispetto 2019.
Facendo riferimento ai volumi del periodo pre-Covid, nei primi dieci mesi del 2021 si sono perse (e non per strada...) 3.372.000 vetture, che si aggiungono alle 3.845.000 già mancanti all'appello nel 2020.
Secondo gli analisti di Automotive News, la proiezione più ottimistica indica per fine anno si attesta a 13,1 milioni di unità, con 2,7 milioni di vetture in meno rispetto ai 15,8 milioni del 2019.
Il Gruppo Stellantis ha registrato, in Europa, 165.866 immatricolazioni nel mese (-31,6%) con quota di mercato del 20,8%; nel consolidato annuo, i volumi ammontano a 2.029.330 unità (+3,2%), con una del 20,4% (20,3% nello stesso periodo 2020).
Secondo i dati diffusi dalla KBA ad ottobre prosegue la flessione del mercato, che registra una contrazione del 34,9% dei volumi con 178.683 immatricolazioni; per la prima volta in Germania ad ottobre le unità registrate scendono sotto la quota delle 200.000: da inizio dell’anno, le nuove vetture sono 2.196.244, pari al -5,2% anche nel confronto con lo scorso anno, e al -19% rispetto alla media decennale.
Nel mese sono in calo sia i privati (68.106 immatricolazioni, pari al -34,8%) che le persone giuridiche (110.484 unità, -34,9%), mentre prosegue il calo delle emissioni di CO2, che si attestano a 111,9 g/km, il -14,9% rispetto allo stesso periodo 2020.
Per le alimentazioni, ad ottobre crollano diesel e benzina, che si fermano al 17,3% e al 36,2% di quota, mentre prosegue la corsa delle BEV che conquistano il 17,1% di share (12,2% nel cumulato), mentre plug-in e ibride si attestano al 13,3% e al 15,4% di quota (12,1% e 16,4% nel cumulato gennaio-ottobre).
Importante flessione anche ad ottobre: sono state immatricolate 118.519 vetture, pari al -30,7% dei volumi rispetto all’anno precedente; il cumulato dei dieci mesi segna 1.378.892 unità, in lieve crescita nel confronto con il 2020 (+3,1%) ma in calo sul 2019 (-24,6%).
Nel mese si riducono le emissioni di CO2, ora a 102 g/km le BEV conquistano il 13,2% di quota (6% nel cumulato), mentre PHEV e HEV sono al 9,7% e 18,2% (8,2% e 17,2% nel periodo gennaio-ottobre); prosegue al contempo la contrazione di diesel e benzina, che calano al 21,7% e al 41% di share.
Le immatricolazioni si allontanano dal traguardo del milione di unità previsto per fine anno, perdendo più di un terzo delle vetture rispetto al periodo pre-pandemia: nel solo ottobre, le immatricolazioni sono diminuite del 20,5% rispetto al 2020, con 59.044 unità e del 37% su ottobre 2019.
Da inizio 2021 sono state vendute 706.998 unità (+5,6% sul 2020 ma -33% sul 2019; nel mese, il canale del noleggio è il solo che riacquista terreno (+29,3%), mentre cedono pesantemente le società, al -27,3%, che i privati, -18,2% su ottobre 2020.
Le emissioni medie di CO2 nel mese si attestano a 120 g/km, il -7,8% rispetto all’anno precedente; per le alimentazioni, ad ottobre prosegue la discesa di diesel e benzina, che si fermano al 17,6% e al 40,3% di share, mentre corrono le HEV, al 29,3% di quota; per PHEV e BEV, ripettivamente 7,1% e 4% di rappresentatività.
Prosegue il calo del mercato delle auto nuove, che nel mese di ottobre immatricola 106.265 unità, pari al -24,6% sul 2020, archiviando così l’ottobre più debole dal 1991; nel cumulato da inizio anno, siamo a 1.422.879 immatricolazioni, +2,8% sul 2020).
La SMMT rivede al ribasso la previsione di mercato, portandola a 1,66 milioni di vetture immatricolate, circa 30.000 unità in più sul 2020, ma ben 650.000 in meno rispetto alla fase pre-pandemia.
Nel mese perdono tutti i canali di vendita: le società si arrestano all’1,7% di quota (la domanda crolla del 45,5%), mentre flotte e privati sono al 43,4% e al 55% di share.
Per le alimentazioni, nel mese cala pesantemente il diesel, che si ferma al 6,6% di quota e prosegue la discesa del benzina, che si ferma al 45,5%, mentre le plug-in toccano il 7,9% di market share, le elettriche (BEV) sono al 15,2% e le ibride al 24,8%.
«Per l’Italia - afferma Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’Unrae - c’è da esprimere forte sconcerto per l’assenza nella bozza della Legge di Bilancio di qualsiasi misura a favore dell’automotive. È doveroso continuare a ribadire con forza l’impellenza di una strategia a sostegno della domanda, con misure come l’Ecobonus di durata almeno triennale. È ineludibile anche una rigorosa pianificazione per garantire uno sviluppo rapido e capillare delle infrastrutture di ricarica, soprattutto quelle ad alta potenza. Senza misure strutturali di medio-lungo periodo, gli obiettivi di decarbonizzazione e svecchiamento del parco circolante non saranno realisticamente raggiungibili. Per l'Unrae, inoltre, è necessaria una complessiva riforma fiscale sul settore, in particolare per le auto aziendali, a sostegno delle imprese italiane di ogni comparto merceologico, oggi severamente penalizzate rispetto agli altri Paesi europei».
«Ad accomunare i maggiori Paesi europei - rileva Paolo Scudieri, Presidente di Anfia - sono le difficoltà generate dalla carenza di semiconduttori, una situazione di stallo che si protrarrà anche nel 2022 e che sta mettendo a dura prova la filiera produttiva e distributiva dell’autoveicolo: si pensi che, in un’automobile il numero dei chip installati va da un minimo di 50 a un massimo di 3.000 circa, rallentando i ritmi delle consegne e destando preoccupazioni anche per il futuro, visto che i veicoli elettrificati, connessi e dotati di sistemi avanzati di assistenza alla guida ne richiederanno un numero via via crescente. È questo il contesto in cui l’industria automotive si trova ad affrontare la sfida della transizione energetica, una situazione di portata epocale di fronte alla quale ci stupisce che il governo italiano, impegnato nella programmazione economica del Paese, non abbia inserito nella bozza della Legge di Bilancio 2022 alcuna misura a sostegno del settore, né sul fronte dell’offerta, né sul fronte della domanda, nonostante le proposte di intervento discusse al Tavolo Automotive del Ministero dello Sviluppo Economico. Quest’assenza fa dell’Italia l’unico Paese a non avere, in questa fase, misure di incentivazione alla domanda dei veicoli a zero e a basse emissioni secondo una programmazione pluriennale, dopo il recente esaurimento dei fondi dell’Ecobonus e gli ottimi risultati ottenuti sul mercato grazie alla sua applicazione».