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Di un soffio oltre la soglia del milione di vetture (per la precisione, 1.039.810 immatricolazioni), il mercato europeo ad aprile segna un pesante -22,/% rispetto ad aprile 2019, quando furono 1.345.181; nel quadrimestre, sempre in riferimento al primo anno utile al confronto in pre-pandemia, il calo arriva al 25%, per tutti i mercati nazionali; unico controcorrente, quello svedese che riporta un +8,3%.
La crisi attanaglia i cinque maggiori mercati dell’area (Germania, Italia, Francia Regno Unito e Spagna) che insieme valgono oltre il 70% delle vendite in Europa Occidentale, con valore però diversificati; nel primo quadrimestre dell’anno, infatti, l’Italia contiene il calo al 16,9%, mentre gli altri fanno peggio, con la Francia al -21,5%, la Germania al -25,6%, il Regno Unito al -34,2% e la Spagna al -39,3%.
La migliore tenuta italiana va ascritta agli incentivi governativi, disponibili anche per vetture con alimentazioni tradizionali e non riservate alle sole elettriche: purtroppo ora i fondi sono terminati e, in mancanza di rinnovo della misura, è facile prevedere uno smottamento ulteriore delle vendite anche in Italia.
Nel consueto confronto con gli altri maggiori mercati europei (Germania, UK, Francia, Spagna), l’Italia evidenzia in questo mese una penetrazione di auto elettriche ancora bassa, migliore solo della Spagna: nel mese, la quota di vetture “alla spina” (BEV e PHEV) ha toccato in Italia il 7,9%, ancora sotto della metà rispetto al 16,1% degli altri major market. Continua invece l’ascesa dei modelli ibridi, comparto in cui l’Italia mantiene il primato con una quota del 28,7% rispetto al 19,4% degli altri quattro paesi, record dovuto in massima parte agli incentivi.
Ad aprile, il Gruppo Stellantis ha registrato in Europa 226.000 immatricolazioni, risultando in seconda posizione tra i brand automobilistici; da inizio anno, i volumi ammontano a 895.328 unità, con una quota del 21,7%.
Il comparto dell’auto as aprile, secondo i dati diffusi dalla KBA, archivia 229.650 immatricolazioni (-26,1% sul 2019), e 886.102 nel primo quadrimestre (-25,6% sul 2019).
Nel mese, le persone giuridiche toccano il 65,7% di quota e le persone fisiche il 34,3%. Per le alimentazioni, ad aprile il benzina si attesta al 39,2% di share, il diesel continua la discesa e cala al 21,9% di quota; al contrario continuano ad avanzare le elettriche BEV, con 23.816 (+414% e 10,4% di quota), mentre le ibride sono state 64.094 vetture, in aumento del 287%, con il 27,9% di quota, di cui 26.988 plug-in, in rialzo del 380% e con l’11,8% di quota.
In ogni caso, le auto a combustione interna costituiscono ancora la maggior parte del mercato: il 39,2% delle nuove auto è a benzina (90.072 vetture, +49,4%) ed il 21,9% diesel (50.195 auto, +29%); i modelli a gas rappresentano lo 0,6% del totale: 1.028 auto GPL (0,4%) e 399 a metano (0,2%).
Nei primi quattro mesi del 2021, le vetture a benzina rappresentano il 38,6% del mercato, le diesel il 23,5%, le ibride il 27,5% (di cui l’11,9% ricaricabili), le elettriche il 10% e, infine, quelle a gas lo 0,5%.
Aprile chiude con 140.426 unità (-25,4% sul 2019), e il primo quadrimestre archivia 582.217 nuove autovetture (-21,5%): nel mese, sono in crescita tutte le alimentazioni, con la benzina al 43,6%, mentre le ibride nel complesso hanno la stessa quota del diesel (23,6%): le ricaricabili valgono l’8% del mercato e le non ricaricabili il 15,6%; infine, le elettriche raggiungono il 6,8% del mercato e quelle a gas il 2,5%.
Da gennaio, continua il calo delle alimentazioni tradizionali: la benzina si attesta al 43,5% di quota (253.492 unità immatricolate) e il diesel scende al 24,2% (140.691 vetture); prosegue al contrario il trend di crescita delle ibride, che archiviano i primi quattro mesi dell’anno con 134.767 unità, e delle elettriche con 40.037 nuove immatricolazioni.
Confrontando i segmenti, da gennaio ad aprile crescono le piccole, ora al 58% di quota, e rimangono stabili al 6% di rappresentatività le superiori e lusso; calano sia medie inferiori che medie superiori (al 24% e al 12%).
Il mercato spagnolo ad aprile rispetto allo stesso mese del 2019, registra un calo delle vendite del 34,2%, con 78.595 unità, mentre il cumulato archivia 264.655 immatricolazioni, -39,3% rispetto allo stesso periodo 2019.
Per i canali di vendita, i privati perdono il 35% su aprile 2019 (-44,6% nel cumulato), le società cedono il 20,5% e il noleggio il 46,5% (-49,7% nei quattro mesi).
Per le alimentazioni, nel quarto mese dell’anno benzina e diesel scendono al 49% e 20,5% di quota, le BEV e le PHEV si attestano al 5,7%, con 1.145 e 3.055 unità e le ibride salgono al 23,1%.
Aprile archivia 141.583 unità: rispetto alla media degli ultimi dieci anni, le immatricolazioni sono inferiori del 12,9%, mentre nel primo quadrimestre le vendite sono 567.108 (-32,5% sulla media dell’ultimo decennio).
Confrontando i canali di vendita, ad aprile i privati conquistano il 43,7% di quota, con 61.935 unità, le flotte si attestano al 54,6% di share con 77.241 veicoli e le società tornano a riconquistare terreno, con 2.407 autovetture.
In aprile calano sia il benzina (50,3% di quota) che il diesel (9,9% di share), le BEV archiviano il mese con il 6,5% (9.152 registrazioni) e le PHEV con il 6,8%.
Per l’alimentazione, le diesel detengono una quota del 9,9% nel mese e dell’11% nel cumulato, le benzina il 50,3% nel mese e del 49,4% nel cumulato e le ibride non ricaricabili del 26,6% ad aprile e del 25,9% nei primi quattro mesi 2021; infine, le ricaricabili valgono il 13,3% del mercato del mese (6,5% le BEV e 6,8% le PHEV) e il 13,6% da inizio anno (7,2% le BEV e 6,4% le PHEV).
«In attesa che la eMobility decolli davvero anche nel nostro Paese - dichiara Andrea Cardinali, direttore generale dell’Unrae - l’unico modo per abbassare le emissioni delle auto di nuova immatricolazione, e svecchiare il circolante, è continuare ad incentivare con obbligo di rottamazione la fascia 61-135 g/km, che ha dimostrato di poter abbattere in modo massiccio la quota delle auto con emissioni superiori. In Germania è stato presentato un Piano che prevede 2,5 miliardi di euro come incentivi per la diffusione di veicoli elettrici, in Francia il bonus ecologico all’acquisto già in vigore sfiora il miliardo di euro, a cui si aggiungono altri 800 milioni come incentivi a fronte di rottamazione di veicoli vetusti, mentre in Italia lo sviluppo della mobilità elettrica non può prescindere dalla estensione dell’Ecobonus, oggi previsto solo per il 2021, fino al 2026».
«Per sostenere il recupero del mercato e dei livelli produttivi - commenta Paolo Scudieri, Presidente di Anfia - e per non interrompere il virtuoso processo di sostituzione del parco circolante più anziano con veicoli di ultima generazione, tenendo ben presenti i target di decarbonizzazione della mobilità che l’UE ha fissato secondo una roadmap stringente, è fondamentale proseguire con le misure di stimolo della domanda. In Italia, speriamo che con il Decreto Sostegni Bis, la nuova manovra da quaranta miliardi di euro per garantire un pacchetto di misure, interventi e contributi a fondo perduto, vengano finalmente rifinanziati gli incentivi all’acquisto di nuove auto con emissioni di CO2 nella fascia 61-135 g/km, già esauriti. Allo stesso tempo, rinnoviamo l’appello ad agire nella stessa direzione per lo svecchiamento del parco dei veicoli commerciali leggeri vincolando il contributo all’acquisto alla rottamazione dei vecchi mezzi, in modo che anche il comparto della logistica urbana delle merci viva una piena ripartenza e, soprattutto, proceda speditamente verso obiettivi di efficienza e sostenibilità, a maggior ragione visto il recente incremento degli acquisti online e dell’home delivery».