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I dati diffusi dall’Acea, l’Associazione dei Costruttori Europei, indicano che a settembre le vendite di auto nuove nell’Europa dei 28+Efta sono state 1.285.494 unità rispetto alle 1.123.354 di un anno fa mesi prima: questo risultato attenua la dinamica negativa della domanda nel cumulato annuo, che arriva a 12.115.927 immatricolazioni, -1,6% rispetto ai 12.308.191 veicoli dei primi nove mesi del 2018.
Dall’analisi dei risultati del mese per paese, si nota un generalizzato aumento delle vendite in 28 dei 30 paesi analizzati, con la sola eccezione di Bulgaria e Islanda, mercati numericamente piuttosto marginali.
Nei cinque Major Market spiccano a settembre le notevoli performance, in doppia cifra, di Germania, Francia, Spagna e Italia e il più contenuto incremento del Regno Unito (+1,3%); nel nostro Paese le vendite sono cresciute del 13,4% rispetto a settembre 2018 (per un'analisi più ampia, vedi qui), ed il totale generale, pur negativo, appare in linea con la tendenza del mercato continentale (-1,6%).
A settembre, le marche italiane hanno registrato in Europa, 69.467 immatricolazioni (+12,8%), con quota di mercato del 5,4%; crescita a doppia cifra, nel mese, per tutti i brand: Fiat (+10,8%), Jeep (+18,1%), Lancia/Chrysler (+23,3%) e Alfa Romeo (+25,9%).
Nei primi nove mesi 2019, le immatricolazioni delle marche italiane sono di 740.990 unità (-10,2%) con quota del 6,1% e risultati positivi per Lancia/Chrysler (+29,2%) e Jeep (+0,8%).
A settembre si consolida la crescita il mercato tedesco: dopo il crollo dello scorso anno (-30,5%) a causa dell’entrata in vigore delle norme WLTP, il mese registra un risultato a doppia cifra, con crescita del 22,2% grazie alle 244.622 immatricolazioni, contro le 200.134 di settembre 2018.
I primi nove mesi chiudono con un saldo positivo del 2,5% e 2.740.158 unità rispetto alle 2.673.418 del gennaio-settembre 2018: di queste quasi, il 60% è a benzina (59,5%), il 32,3% diesel, l’ibrido è al 6,0% (163.352 veicoli), all’1,7% l’elettrico (47.903 unità).
A settembre crescono a tripla cifra metano (+213%) ed elettrico (+150%), pur restando comunque scelte di nicchia.
Nei primi nove mesi, infine, si registra il 64,5% degli acquisti da parte di persone giuridiche, con 1.767.213 unità, a fronte del 35,5% da parte di privati, con 972.010 veicoli.
Dopo il -13% di settembre 2018, per l’introduzione delle norme WLTP e l’indisponibilità di alcuni prodotti, settembre 2019 recupera e registra un +16,6% con 173.443 unità, in linea con quanto registrato due anni fa con circa 171.000 vendite.
Il periodo gennaio-settembre totalizza 1.641.367 immatricolazioni, con una flessione dell’1,3%: continua il trend al ribasso delle vetture diesel, passate da una rappresentatività del 64% nel 2014 al 34,1% attuale, con 559.294 unità, a fronte di una quota del 58,5% delle vetture a benzina (959.673 veicoli); sale dello 0,7% la quota delle ibride, al 5,3% con 87.331 unità, e delle elettriche, all’1,9% con 30.378 acquisti.
In aumento nel periodo gennaio-settembre la rappresentatività delle piccole vetture, al 57%; in leggero calo medie-inferiori (al 25%) e medie superiori (al 12%), a fronte di un leggero recupero delle superiori-lusso (ora al 6%).
Pur con una performance peggiore rispetto agli altri grandi mercati europei, a settembre crescono timidamente gli acquisti nel Regno Unito, malgrado il clima di incertezza politica ed economica legata alla Brexit.
Nel mese che segna il cambio targa, aumentano dell’1,3% le immatricolazioni, a 343.255 unità, rispetto al 2018, che aveva registrato una flessione del 20,5% per l’entrata in vigore delle norme WLTP.
Nel cumulato la flessione è del 2,5% a 1.862.271 veicoli, peggior risultato dal 2013, con perdita di circa 49.000 unità.
Analizzando il mix per canali, nei nove mesi si evidenzia il calo sia delle società, con il 37,4% dei volumi in meno e quota al 2,6% (-1,4%), sia dei privati, con il 2,4% in meno dei volumi e quota stabile al 45%, a fronte di un +0,1% del noleggio, in salita al 52,4% di quota.
Sul fronte delle alimentazioni, prosegue il calo del diesel (-20,6%) che cede quasi il 6% di quota, ora al 25,8% con 480.388 vendite, a fronte di un +2,6% del benzina, che vale il 65,4% del mercato (1.217.577 unità).
Le immatricolazioni in Spagna a settembre sono state 81.751, pari al +18,3% sullo stesso periodo dello scorso anno, quando se ne immatricolarono 69.128 con un calo del 17%.
Il rimbalzo di settembre in parte compensa la dinamica discendente in atto da inizio 2019, pur se resta il segno negativo nel cumulato annuo, con contrazione della domanda del 7,4% (965.339 unità).
Dalla scomposizione per canale dei primi tre trimestri emerge il calo a doppia cifra dei privati (-12,9%) con 435.917 acquisti, a fronte di un calo del 2,6% dei noleggi (210.153 unità) e del 2,1% delle società (319.269 unità).
Analizzando la domanda per alimentazione nello stesso periodo, si nota la tenuta del benzina (+2% e 590.000 unità) e il crollo del diesel (-31% e 266.000 vendite).
«Sull’industria automotive globale, come ipotizza una nota società di consulenza - rileva Andrea Cardinali, Direttore Generale dell’Unrae - rischia di abbattersi una “tempesta perfetta” innescata da importanti cambiamenti normativi, tecnologici, economici, geopolitici e sociali in un contesto di declino strutturale della domanda Europea di autovetture. Appare sempre più evidente e pressante, quindi, la necessità di mettere in campo politiche a supporto di un settore che ha enorme valenza sociale, economica e tecnologica anche in Italia. L’auspicio è che con il tavolo automotive convocato per il 18 ottobre dal Ministro Patuanelli si inizi finalmente ad affrontare in modo serio il problema, e che presto vedano la luce misure sostanziali e strutturali tese al rinnovo di un parco tra i più vecchi in Europa».
«L’incremento registrato a settembre è in realtà effetto del confronto con un settembre 2018 in forte calo - afferma Paolo Scudieri, Presidente di Anfia - per l’entrata in vigore della normativa WLTP per tutte le nuove vetture che aveva provocato un’anticipo degli acquisti nei precedenti due mesi estivi, con lo smaltimento delle vetture in stock. I cinque major market, nel complesso, valgono il 77% dei volumi UE di settembre, mese in cui le vendite di autovetture diesel registrano, sempre nei cinque maggiori mercati, un calo tendenziale del 3%, pari a circa 9.000 vetture in meno».