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Cresce la voglia d’auto in Europa: secondo i dati diffusi dall’Acea, l’Associazione dei Costruttori Europei, le immatricolazioni di autovetture nuove in Europa (EU28+Efta) a febbraio 2018 sono state 1.159.039, in incremento del 4% rispetto alle 1.114.659 dello stesso mese dello scorso anno.
E la percentuale sale al 5,5% in più se si paragonano i primi due mesi dell’anno: ora ci sono state 2.445.109 immatricolazioni, a fronte dei 2.318.655 del periodo gennaio - febbraio 2017.
Per i cinque maggiori mercati, trainare le vendite a fabbraio sono soprattutto le ottime performance di Spagna (+13%) e Germania (+7,4%), con buona compagnia della Francia (+4,3%), mentre Italia (vedi qui) e Gran Bretagna hanno registrato dati negativi.
Le marche italiane hanno riportato in Europa, 84.345 immatricolazioni a febbraio (-4,4%), con una quota di mercato del 7,3%; andamento positivo per i brand Jeep (+50,2%) e Alfa Romeo (+17,1%).
Nel primo bimestre 2018, il venduto tricolore tocca le 169.508 unità (-1,5% sul 2017) con quota del 6,9%; anche qui, segno positivo per Jeep (+59,8%) e Alfa Romeo (+20,7%).
Quello di febbraio 2018 è il miglior risultato dal 2009: le immatricolazioni di auto nuove, infatti, sono state 261.749 contro le 243.602 dello stesso mese del 2017, pari ad una crescita del 7,4% rispetto allo scorso anno.
Il primo bimestre archivia 531.178 vendite, il 9,5% in più delle 485.001 dello stesso periodo dello scorso anno.
Le immatricolazioni a persone giuridiche sono state il 63,1% del totale, in crescita dello 0,8%, a fronte di un aumento del 21,3% dei privati, al 36,9% di quota.
Aumento a doppia cifra per la benzina, che registra un +25,9% e rappresenta poco meno dei due terzi del mercato (62,9%), mentre continua il trend negativo delle diesel, in calo del 19,5% rispetto a febbraio 2017, arrivando a poco meno di un terzo del mercato complessivo (32,5%).
Le auto ad alimentazione alternativa, al 4,5% del mercato, risultano così suddivise: 8.289 ibride (il 3,2% del mercato, +63% di incremento), di cui 2.559 ibride plug-in (+78%), 2.546 elettriche (1% di quota, +65% di incremento).
Le autovetture a metano sono quintuplicate, mentre quelle a GPL sono cresciute del 9%.
A febbraio, infine, le auto intestate ai privati sono il 37% del mercato (+21,3%), mentre le commerciali sono il 63% (+0,8%).
All’ombra della Torre Eiffel, a febbraio si sono state registrate 168.893 vendite, il 4,3% in più rispetto alle 161.874 di febbraio 2017; il bimestre chiude con 325.739 immatricolazioni, oltre 10.000 in più rispetto alle 314.920 dello stesso periodo 2017, con crescita del 3,4%.
L’analisi per alimentazione rileva il progressivo calo delle diesel, che nel primo bimestre, con 133.996 unità, perdono l’11% di quota; flessione anche per le elettriche, in calo del 27,8% con 3.258 immatricolazioni (1% di quota) contro le 4.513 del primo bimestre 2017.
Ottimi i risultati, invece, per la benzina che chiude il bimestre con un +17,0% e 171.566 unità e per le ibride, che con 16.534 vendite guadagnano il 26,3% dei volumi e si portano al 5,1% di quota: di queste, le plug-in sono state 2.233 (+121,5%).
Il mercato dell’usato registra 431.983 unità a febbraio, con variazione negativa del 4,8% rispetto allo stesso mese del 2017.
Nel bimestre, i volumi si attestano a 874.837 unità, con un calo del 4,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
L’iberico è il più brillante dei Major Market europei: a febbraio 2018 sono state immatricolate 110.474 autovetture nuove, che valgono una crescita del 13% rispetto alle 97.796 di febbraio 2017.
Il primo bimestre vale 212.135 vetture, in aumento del 16,4% rispetto alle 182.311 dello stesso periodo dello scorso anno.
Questi volumi, tuttavia, sono ancora bassi rispetto al 2008, anno in cui iniziò la crisi, quando si registrarono 223.000 immatricolazioni.
A febbraio tutti i canali crescono a doppia cifra: per i privati 52.422 vendite (+12,2%), per le società 31.275 immatricolazioni (+16,2%), e per i noleggi, in vista della stagione delle vacanze il cui inizio in Spagna coincide con le festività pasquali, 26.777 unità (+10,9%).
Secondo l’alimentazione, a febbraio le vetture diesel calano ancora di quota, passando al 38,2% rispetto al 41,8% di gennaio; le vetture a benzina salgono dal 51,7% di gennaio al 56,4%, mentre quelle ad alimentazione alternativa rappresentano il 5,5% del mercato (6,5% a gennaio).
Febbraio non è mai un mese brillante per il mercato in UK, visto che a marzo arriva il cambio di targa: non stupisce, quindi, che si arrivi quasi fatalmente all’undicesimo mese consecutivo di flessione, con le vendite che scendono di un ulteriore 2,8% rispetto al 2017.
Le immatricolazioni sono state 80.805 contro le 83.115 di un anno fa, e portano il totale del primo bimestre 2018 a 244.420, pari al -5,1% rispetto alle 257.679 dello scorso anno.
A crollare sono le vendite del diesel, che perde il 23,5% dei volumi nel mese e quasi 10 punti percentuali di quota; crescono, invece, le vendite per benzina (+14,4%), ed al 60,4% del mercato, ed alimentazioni alternative (+7,2%), al 4,4% di rappresentatività.
L’analisi per canale, invece, rivela il calo per tutti i settori: in particolare, forte flessione (-30,4%) per le società, che perdono mezzo punto di quota, decremento del 2,5% per le flotte (ora al 55,1%) e per i privati del 2%, (e quota del 43,7%).
«Nei major market - rileva Aurelio Nervo, presidente dell’Anfia - prosegue la contrazione delle vendite di auto diesel a favore delle vetture a benzina, mentre in Italia si assiste, più in generale, a un ribasso del mercato delle auto ad alimentazione tradizionale, a vantaggio delle alimentazioni alternative. Nel mese, infatti, queste ultime crescono dell’8,6% conquistando l’11,8% di quota, con 21.500 immatricolazioni. Forte l’incremento delle immatricolazioni di auto elettriche (+109,4% con 245 unità immatricolate) e ibride plug-in (+71,5% con 235 unità). Segnaliamo, infine, nel nostro Paese, l’aumento delle emissioni medie di CO2 delle nuove auto vendute nei primi due mesi del 2018: 113 g/km contro i 112,3 di un anno fa».
«L’Europa dei Costruttori si è incontrata a Ginevra - ha commentato Romano Valente per conto dell’Unrae - e il mondo dell’auto ha preso atto che una transizione verso una mobilità più attenta ai bisogni dell’uomo, alla sicurezza e all’ambiente è ormai avviata. Il nuovo corso è già tracciato dalla necessità di rispettare l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, nonché il Regolamento europeo che fissa a 95 g/km di CO2 il limite delle emissioni entro il 2020. In Italia, il processo di transizione deve cominciare dal rinnovamento omogeneo del trasporto pubblico con quello privato, con incentivi per le infrastrutture e un sostegno, magari fiscale, per la vita quotidiana di automobilisti che oggi hanno una sensibilità ambientale, ma anche un budget da rispettare, per stimolare il rinnovo del parco anziano».