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Non è iniziato bene il 2019 per il comparto auto: dopo un 2018 tutto sommato in linea con l’anno precedente, in Europa (28+Efta) il trend è in netto peggioramento.
I dati diffusi dall’ACEA, l’Associazione dei Costruttori Europei, registrano una contrazione delle vendite del 4,6% nel primo mese dell’anno, con 1.226.446 vetture nuove contro 1.286.098 dello stesso mese del 2018, anche se quello appena archiviato risulta per numeri assoluti il secondo miglior risultato del mese degli ultimi 10 anni.
Sono in terreno negativo ben 23 dei Paesi europei, tra cui tutti i cinque Major Market, che in varia misura determinano il deludente risultato: l’Italia, infatti, come già scritto (vedi qui) segna il -7,5% degli acquisti, superata dalla Spagna (-8,0%); meno evidente il segno negativo per Francia (-1,1%), Germania (-1,4%) e Regno Unito (-1,6%).
Le marche italiane hanno registrato, in Europa, 72.584 immatricolazioni a gennaio (-14,9%), con quota di mercato del 5,9%: da segnalare, l’andamento positivo per il brand Lancia/Chrysler (+54,9%).
Flessione malgrado la ripresa degli acquisti di diesel: a gennaio sono state 265.702 le immatricolazioni di auto nuove, -1,4% rispetto alle 269.429 del 2018, quasi a confermare che l’incertezza di mercato dell’ultimo quadrimestre 2018 si riflette anche nel 2019, e che la società tedesca non è esentata dalle difficoltà economiche che interessano l’Europa.
Le vendite di auto diesel sono aumentate del 2,1% rispetto a gennaio 2018, con quota di mercato che risale al 34,5%; la benzina cala dell'8,1% e arriva al 57,6%.
Risultati a macchia di leopardo per le alimentazioni alternative: le auto a GPL crescono del 123% e quelle a metano calano del 72%; le auto elettriche (4.648 unità, quota 1,7%) sono in aumento del 68%, mentre le ibride (15.171 unità, quota 5,7%) crescono del 66%, ma le ibride plug-in (2.119 unità, quota 0,8%) diminuiscono del 26%.
Calo, infine, per i privati, al 33,1% di quota (-3,1%) mentre le persone giuridiche salgono a 66,8% di rappresentatività.
Archiviato il 2018 come secondo anno consecutivo di calo, nel Regno Unito il trend negativo non sembra invertirsi: a gennaio 2019, infatti, sono state immatricolate 161.013 autovetture contro 163.615 dello scorso anno (-1,6%).
Le vendite a privati sostengono il mercato con un +2,9% e 71.378 veicoli, a fronte di un decremento delle flotte del 3,4% (86.559 unità) e di un crollo delle società del 33,5% (3.076 veicoli).
Sul fronte delle alimentazioni, il diesel perde il 20,3% dei volumi con 46.823 immatricolazioni, al 29,1% di quota (-7% sullo scorso anno), a fronte di un aumento della benzina (+7,3%) e di un incremento a doppia cifra per le auto con alimentazione alternativa (+26,3%), che passano dal 5,3% al 6,8% di rappresentatività.
A gennaio, le auto ibride tradizionali sono in aumento del 38%, le elettriche (a batteria) del 110% e le ibride plug-in calano del 16%. Insieme, le auto elettriche (BEV) e ibride plugin (PHEV) rappresentano il 2,2% del mercato.
Il mercato francese inizia il 2019 con un rallentamento e chiude gennaio con 155.079 immatricolazioni (-1,1%): la fase negativa, iniziata già a settembre, appare conseguenza di un contesto politico e sociale di forte tensione.
Da segnalare il calo del diesel, sceso al 34,2% dal 41,1% di quota del 2018, a fronte del recupero delle auto a benzina, salite al 57,9% di quota (+5,3%); il mercato delle auto ad alimentazione alternativa vale a gennaio oltre 12.000 unità, di cui 3.059 elettriche (+138% e 2% di quota), 1.147 ibride plug-in (+10% e 0,7% di quota), 7.722 ibride tradizionali (+5,5% e 5% di quota).
Appare in aumento la richiesta di fuoristrada, al 38% di quota (+2%) rispetto a gennaio 2018, mentre la metà delle auto vendute sono berline (50%) e le monovolume compatte (4% di quota) registrano un lieve calo.
Dopo il +7,0% registrato nel 2018 (1.321.438 veicoli contro 1.234.932 del 2017), il mercato spagnolo accusa l’incertezza e la confusione che si sta generando a causa delle prospettive economiche negative e degli annunci di restrizioni alla circolazione (per esempio sul diesel che, infatti, perde oltre il 30%), mentre le vetture a benzina sono aumentate del 9%, con una quota del 60%; infine, le vetture ad alimentazione alternativa valgono l’11% del mercato.
Il risultato di gennaio interrompe il trend positivo iniziato nel 2014, quando la crescita sia a gennaio che nell’intero anno è stata continua.
Le vendite nel mese sono state 93.546, corrispondenti ad un calo dell’8% rispetto alle 101.661 del 2018: si registrano flessioni in tutti i canali, con evidenza per la riduzione delle vendite a privati (-9,6%, con 47.244 unità); in calo anche le immatricolazioni a società (-5,5%, con 31.374 unità) e quelle del noleggio (-8,0%, con 14.928 vetture).
Le vetture diesel (in calo a gennaio del 36%) sono al 28,9% di quota, quelle a benzina sono aumentate del 9%, con quota del 60%; infine, le vetture ad alimentazione alternativa valgono l’11% del mercato.
«Il settore automotive è un comparto cruciale nell’economia europea - rileva Michele Crisci, Presidente dell’Unrae, l’Associazione delle Case Automobilistiche estere - visto che impiega oltre 13 milioni di persone e genera un fatturato che rappresenta il 6,8% del Pil europeo. La flessione registrata in Europa nel primo mese dell’anno, allineata al trend in peggioramento dell’ultima parte del 2018, non fa ben sperare in un recupero sostenuto per le vendite nel 2019. L’Italia è tra i Paesi a registrare un’importante flessione, vista soprattutto l’incertezza di questo primo bimestre segnata dall’entrata in vigore del bonus-malus il prossimo 1° marzo. Il mercato dell’auto è caratterizzato da molta confusione negli acquirenti di auto nuove e temiamo che la situazione non possa migliorare visto l’aggravio di una ecotassa, impropria e penalizzante, che si riverserà sull’acquisto di alcuni modelli».
«La domanda di auto nuove, nel primo mese del 2018, è scesa in quasi tutta l'Unione europea - afferma Paolo Scudieri, Presidente di Anfia - La variazione negativa in termini di volumi è stata di quasi 60.000 vetture, di cui quasi 30.000 nei cinque major market, che insieme hanno immatricolato il 68,5% del mercato UE-EFTA, con 840.204 autovetture. Il mercato europeo è fortemente guidato dalla domanda domestica e il rallentamento dell’economia potrebbe avere un impatto significativo sulle vendite. Gli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, inoltre, avranno conseguenze negative sull’occupazione in tutta la catena del settore automobilistico, in assenza di interventi adeguati e piani di sviluppo concreti, concertati con le istituzioni, per accompagnare e sostenere l’industria in questa fase di transizione verso la mobilità sostenibile e di trasformazione strutturale del mercato».