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Crolla la spesa degli italiani per l'auto. Nel 2012 gli acquisti di vetture nuove scenderanno del 22% a 24,8 miliardi di euro, in linea con la contrazione delle immatricolazioni che è attesa al 20% a quota 1,4 milioni di unità.
A tracciare il quadro è la ricerca annuale "Il mercato auto a valore 2012" promossa dal Centro Studi Fleet&Mobility insieme al Master sull'Automobile di Roma, che arriva nel giorno in cui l'Acea delinea un calo a cifra doppia anche per il mercato italiano ed europeo dei veicoli commerciali. Presentata nell'auditorium romano di Confindustria durante il convegno.
«La ricerca - spiega il dDirettore del Centro Studi, Pierluigi del Viscovo - evidenzia una decisa contrazione degli acquisti di auto da parte delle famiglie (da 20 a 15 mld di euro), mentre scendono in modo meno significativo quelli delle società (da 6,4 a 5,1 mld) e dei noleggiatori (da 5,2 a 4,8 mld).»
«Tra le cause della flessione si registra il minore interesse per le auto di fascia medio-alta, mentre stanno tenendo meglio l'onda d'urto della crisi le vetture utilitarie. Negli ultimi due anni il giro d'affari complessivo è diminuito di quasi 10 miliardi, con vendite in calo di oltre 500mila unità. E a farne le spese sono i concessionari.»
Un mercato che si stabilizza intorno ai 24 miliardi di euro significa 18 miliardi di giro d'affari sotto il livello per il quale il sistema è strutturato.»
«In Italia sta chiudendo una concessionaria automobilistica al giorno, alla fine dell'anno saranno 350», avverte Romano Valente, Direttore Generale dell'Associazione delle case automobilistiche estere in Italia, l'UNRAE. «Circa 10.000 persone rimarranno senza lavoro, un numero che è quattro volte quanto era il problema di Termini Imerese, ma senza che ci sia la dovuta preoccupazione da parte del Governo.»
A criticare L'Esecutivo è anche il Presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi, che accusa «l'accanimento fiscale con cui il Governo Monti ha affrontato il settore attaccando sia l'acquisto che l'utilizzo dell'auto. Grazie a questa politica nel 2012 lo Stato introiterà 3,15 miliardi di euro in meno, mentre verranno bruciati 220.000 posti di lavoro.»
«La situazione è resa ancora più dura dalla legge di stabilità, che inasprisce in modo brutale e cieco le vessazioni sul settore auto», denuncia Paolo Ghinolfi, Presidente dell'associazione che rappresenta le società di autonoleggio (Aniasa).
Tra gli aspetti più problematici del ddl, la dedudicibilità delle auto aziendali, che se fosse ridotta al 20% metterebbe a rischio il futuro del settore. In questo contesto paga anche il settore dei veicoli commerciali. Le immatricolazioni italiane, rileva l'Acea, sono scese del 28,2% a settembre e del 34,6% nei primi nove mesi, mentre in Europa il calo è stato rispettivamente del 13,5% e del 10,3%.