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In occasione dell’Automotive Forum di Milano è stata presentata l’indagine ‘Top 50 dealer’: dall’analisi dei bilanci cresce la performance dei 50 principali rivenditori del Paese, con un fatturato complessivo a 14 miliardi, in crescita dell’11,1% sul 2016. Un’influenza crescente e decisiva delle grandi reti in uno scenario post crisi sempre più polarizzato, che vede il 4,4% degli imprenditori assorbire il 23% delle quote di mercato complessivo. Inoltre, la redditività media risulta essere superiore di oltre un terzo a quella del comparto.
Sulla performance dei top dealer è sempre decisivo il peso delle vendite del nuovo (10 miliardi di euro), ma risultano in crescita anche gli asset relativi all’usato (2,8 miliardi) e al post-vendita (1,2 miliardi). Un complesso di attività che vale in media 280 milioni di fatturato aziendale, per un totale di 9.200 auto nuove vendute (erano 8040 nel 2016) e circa 275 addetti. Complessivamente i 13.750 lavoratori dei mega dealer hanno venduto, al netto dei veicoli commerciali, 460.000 pezzi nuovi con una concentrazione particolare verso marchi premium (Alfa, Jeep e Mercedes al 32% e Audi e BMW al 30%), ma con Fiat e Volkswagen i marchi più presenti in portafoglio (34%).
L’analisi evidenzia come ancora nessun top dealer abbia ancora una vera copertura a livello nazionale, mentre si fa sempre più corposa la presenza di gruppi a matrice internazionale. Tra questi si consolida la presenza del gruppo leader americano Penske, il cui giro d’affari italiano ha toccato quota 500 milioni di euro, ma anche l’intensa attività del gruppo Porsche Holding che ha acquisito nel corso del 2018 un altro grande dealer, Bonaldi Motori di Bergamo, e che da ottobre subentrerà anche alla guida di Vicentini, storica concessionaria del gruppo Volkswagen di Verona con oltre 260 milioni di euro di fatturato.
Nel corso dell’evento Milanese, ha preso parola anche Michele Crisci, presidente Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) e di Volvo Car Italia, che ha sottolineato le nostre impressioni in merito alle auto elettriche in Italia: «Ci deve essere da parte dello Stato un cambio di passo sugli investimenti in infrastrutture per la mobilità sostenibile. Occorre accelerare perché con i ritmi di oggi, a 15-20.000 nuove auto elettriche vendute all’anno, ci vorranno secoli per sostituire il parco auto italiano. Bisogna perciò partire da un deciso programma del Governo e delle amministrazioni locali in favore delle infrastrutture, che non significa solo le colonnine sulle strade, ma punti di ricarica ovunque, dagli hotel ai ristoranti, fino alle case».