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In Cina bastano trenta giorni - anzi, ad essere precisi anche meno - per vendere molte più auto di quanto si riesca a fare in Italia in tutto l’anno: un mercato immenso, per il quale fa notizia dopo ben tredici mesi di crescita continua, il calo registrato a maggio del 3%, che corrisponde ad un valore di immatricolato di ben 2,3 milioni di unità, dato che porta il totale da inizio anno a superare la soglia dei 10 milioni di veicoli, per la precisione 10,88, che corrisponde ad un eloquente +36% rispetto ai valori del 2020.
Le statistiche diffuse dalla CAAM (China Association of Automobile Manufacturers), indicano che la maggiore contrazione registrata a maggio interessa il comparto dei veicoli commerciali, che riportano un -7,4%, mentre il settore delle autovetture contiene la perdita, attestata al -1,7%, contabilizzando a fine mese 1,65 milioni di unità vendute.
Nel contesto di un mercato poco dinamico, spicca l’effervescenza delle richieste di veicoli elettrici ed elettrificati, in aumento del 160% e che arriva a quasi 218.000 unità, comprendendo i quasi 180.000 veicoli full electric (+170%) e 39.000 ibridi plug-in (+120%).
Da inizio anno, in Cina la crescita dei NEV - veicoli a nuova energia - è stata del 220%, arrivando a circa 950.000 unità, dei quali 794.000 EV (+250%) e 156.000 ibridi plug-in (+130%).
A preoccupare le Case sono piuttosto altri problemi, ad iniziare dalla crisi di chip: la mancanza di componenti elettroniche, infatti, ha comportato un regresso del 6,8 della produzione di nuovi veicoli, che hanno di poco superato la soglia dei 2 milioni di unità e che potrebbe avere ripercussioni sui prossimi dati di vendita, ad iniziare proprio da giugno.
In ogni caso, le previsioni della CAMM restano improntate all’ottimismo: nel 2021, le vendite complessive di veicoli nuovi potrebbero toccare i 27 milioni di unità, pari al +6,7% sul 2020.